Vedi MOIRAI dell'anno: 1963 - 1995
MOIRAI (Μοῖραι, Parcae)
Sono le dee del destino che regolano la buona e la cattiva sorte degli uomini.
In Omero si parla di una Moira detta anche αἴσα, ma anche di M. che filano lo stame della vita (κατακλῶϑες, filatrici). In Esiodo sono già tre e assumono i nomi di Cloto, la filatrice del filo della vita, Lachesi, la fissatrice della sorte, Atropo l'irremovibile fatalità.
Presiedono quindi alla nascita, al matrimonio, alla morte dell'uomo. Con il tempo le M. divengono espressione delle leggi fisiche del cosmo e delle leggi morali. Grande peso hanno nella tragedia greca. Platone (Rep., p. 617 c) descrive le M., figlie di Ananke, sedute in trono, con vesti bianche e coronate, che cantano, Cloto il presente, Lachesi il passato, Atropo il futuro. Molti sono i luoghi di culto noti in Grecia. Nel mondo romano si ha dapprima una sola Parca che presiede alla nascita, poi divengono tre con l'aggiunta di Nona e Decima (Varro, in Gell., iii, 16, 10). Si assimilarono poi alle M. greche presiedendo al destino dell'uomo. Catullo (lxiv, 306 ss.) le rappresenta come vecchie tremolanti che filano lo stame e predicono il futuro. Orazio nel Carme secolare invita le Parche a predire buoni fati per Roma. Manca in Roma un vero e proprio culto; mentre nei paesi celtici erano chiamate Matres o Matronae.
Le dee del destino erano rappresentate a rilievo sull'Arca di Kypselos, sull'ara di Giacinto ad Amicle (Paus., iii, 19, 4), nella casa di Anfitrione a Tebe (Paus., ix, ii, 3), sopra alla testa di Zeus nell'Olympieion di Megara (Paus., i, 40, 4) e in un portico davanti al tempio di Despoina a Lykosoura (Paus., viii, 37, 1). Statue erano nel tempio di Apollo a Delfi (Paus., x, 24, 4). La più antica raffigurazione conservata è sul vaso François, in cui le M. (iscrizione), eccezionalmente quattro e unite a Hermes, si danno la mano. Non hanno attributi. Pochi altri vasi le rappresentano: oltre a un vaso da Kerč e un frammento ruvese si ha un'anfora a figure nere del Louvre (Collezione Campana) dove presenziano la nascita di Atena. Non pare invece che si possano identificare con le cosiddette "Parche" del frontone E del Partenone, mentre sono state aggiunte da modelli non partenonici dal copista neoattico sul puteale di Madrid, che riproduce questo frontone, dove Cloto fila lo stame della vita, Lachesi estrae la sorte, Atropo legge il destino da un rotolo. Copia del puteale si ha nel rilievo di Tegel e in un frammento del Museo delle Terme con la testa della M. seduta. Tre figure sull'ara arcaizzante dei dodici dèi del Louvre sono credute Moirai. Esse partecipavano anche alla gigantomachia sul fregio dell'Ara di Pergamo, poiché su un frammento di cornice è conservato il nome Cloto. Molto frequentemente sono rappresentate sui sarcofagi, dove talvolta hanno penne sul capo e la parte superiore del corpo nuda. Particolare interesse offrono quelli, assai numerosi, di Prometeo con la creazione dell'uomo, in cui quasi sempre sono presenti tutte e tre e per lo più Cloto ha il fuso, Atropo il rotolo del destino e Lachesi il globo con l'oroscopo. Una M. legge il rotolo sul sarcofago di Ny Carlsberg con Fetonte che precipita dal carro, come pure sul sarcofago del museo di Messina con il mito di Dedalo e Icaro, in cui la M., rappresentata due volte, prima del volo mostra al giovinetto il rotolo chiuso e, dopo la caduta, compiutosi il destino, lo legge. Sui sarcofagi con il mito di Meleagro, Atropo assiste alla scena della madre Altea che getta il tizzone sul fuoco o a quella della morte del cacciatore. Ha il piede sinistro appoggiato a una ruota e il rotolo nelle mani, salvo nel sarcofago perduto già nella Villa Strozzi a Roma, dove è appoggiata, con le gambe incrociate, a un cippo. È dubbio se le M. siano rappresentate sul sarcofago con la punizione di Licurgo di Villa Borghese e su quello con i misteri di Torre Nova. Le M. sono presenti alla nascita dell'uomo, per trarre l'oroscopo dal globo, non solo sui sarcofagi di Prometeo, ma anche nelle raffigurazioni con l'educazione di un bimbo o la vita di un magistrato, come nei sarcofagi degli Uffizi, del Louvre, di Villa Doria Pamphili, di S. Lorenzo a Roma. Su un rilievo della Collezione Dresnay, Cloto fila, Atropo legge il rotolo, Lachesi, seduta, è occupata con un grande globo. Partecipano all'arrivo agl'Inferi di defunti nella pittura della tomba di Vicentius presso la catacomba di Pretestato a Roma, su un coperchio di sarcofago del Museo Capitolino e probabilmente su un sarcofago di Efeso. Due M. sono rappresentate ai lati della iscrizione funeraria su un sarcofago nel museo di Strasburgo e forse anche in un frammento di stele di Treviri e in un frammento di rilievo del museo di Leida. Su uno dei piccoli riquadri che incorniciano la scena di Mithra che uccide il toro in un rilievo del museo di Karlsruhe sono le tre M. di cui una ha la bilancia, l'altra il rotolo. Molto incerte sono le raffigurazioni di M. su gemme. Su uno specchio etrusco da Perugia nel museo di Berlino, Atropo (iscrizione) è raffigurata alata e coronata di alloro e su un altro del museo di Napoli forse due M., di cui una alata, assistono alla nascita di Dioniso. Terrecotte e rilievi, in maggioranza da Treviri, raffigurano le Matres Parcae, venerate in territorio celtico, sedute su trono, simili per tipo alle Matrone.
Bibl.: Eitrem, in Pauly-Wissowa, XV, 1932, c. 2488-2494, s. v. Moira; O. Brendel, in Röm. Mitt., LI, 1936, pp. 60; 76 ss. Vaso François: Furtwängler-Reichhold, tav. 1-2. Vaso da Kerč: R. Rochette, Peint. ant. inéd., Parigi 1836, pp. 431, 452. Frammento ruvese: Preller-Robert, Gr. Myth., I, Lipsia 1854, p. 533. Anfora del Louvre: Mon. Inéd., VI-VII, tav. 56, 2. Puteale: Phot. Einzelaufnahmen, 1724-1729; R. Carpenter, in Hesperia, II, 1933, p. 42, fig. 9. Rilievo di Tegel: Phot. Einzelaufnahmen, 2990; G. Hauser, in Österr. Jahresh., VI, 1903, p. 99 ss., fig. 48. Frammento delle Terme: G. Hauser, op. cit., p. 101, fig. 49; R. Paribeni, Guida, n. 588. Ara del Louvre: A. Baumeister, Denkmäler, Lipsia 1885-88, fig. 2396. Ara di Pergamo: Beschreib. Skulpt. Perg., I, p. 26, tav. IV, 100. Sarcofagi di Prometeo: C. Robert, Sarkophag-Reliefs, Berlino 1880-87, p. 431 ss., tav. 116-118, n. 351-357. Sarcofago di Fetonte: C. Robert, op. cit., III, 3, p. 417, n. 336, tav. 108. Sarcofago di Messina e frammento di Graz: id., ibid., p. 51 s., n. 37-38, tav. 11. Sarcofagi con Meleagro: id., ibid., p. 292, n. 226 b, tav. 77; p. 333 ss., n. 274-282 a, tav. 89-93. Sarcofago di Licurgo: S. Reinach, Rép. Rel., III, p. 169, 3. Sarcofago di Torre Nova: G. E. Rizzo, in Röm. Mitt., XXV, 1910, p. 155, tav. 3-4. Sarcofagi degli Uffizi e del Louvre: O. Brendel, op. cit., fig. 18-19. Sarcofago Pamphili: F. Cumont, in Syria, X, 1929, p. 235, tav. XLIII; O. Brendel, op. cit., fig. 20. Sarcofago di S. Lorenzo: Matz-Duhn, Ant. Bild. in Röm., Lipsia 1881-88; Wiener Vorlegeblätter, 1888, tav. 9, n. 4 b. Rileivo Dresnay: O. Brendel, op. cit., p. 76 ss., tav. 10. Pittura di Vicentius; J. Wilpert, Mal. Katak., p. 132. Sarcofago capitolino: H. S. Jones, Cat. M. Cap., Oxford 1926, p. 314, tav. 78. Sarcofago di Efeso: J. Keil, in Österr. Jahresh., XVII, 1914, p. 142 s., fig. 18. Sarcofago di Strasburgo: E. Espérandieu, B.-Rel. Gaule, 5518. Frammento di Treviri: id., op. cit., 4937. Frammento di Leida: id., op. cit., 6668. Rilievo di Karlsruhe: E. Espérandieu, B.-Rel. Germ., 200. Gemme: Eitrem, in Pauly-Wissowa, cit., c. 2494. Specchio di Perugia: E. Gerhard, Etr. Spiegel, Berlino 1840-57, tav. 176. Specchio di Napoli: id., op. cit., tav. 82. Matres Parcae: E. Krüger, Matres Parcae in Treverergebiet, in Schumacher Festschrift, 1939, p. 249 ss., tav. 24; Heichelheim, in Pauly-Wissowa, XVIII, 1949, c. 1417 ss., s. v. Parcae.