Vedi MOIRAI dell'anno: 1963 - 1995
ΜΟIRAI (v. vol. V, p. 143)
È stata già messa in evidenza l'antichità del culto delle M. in Grecia e, nello stesso tempo, la mancanza di qualsiasi documentazione plastica, in epoca preromana, relativa alle giovani dee. Del materiale scultoreo che le rappresentava in più centri importanti quali Amyklai, Megara, Lykosoura, Delfi, non resta infatti che il ricordo nella tradizione letteraria. Non era neppure noto, sino a pochi anni fa, se fossero differenziate o no, se avessero o meno qualcuno di quegli attributi - fuso e conocchia, globo, rotolo del destino, bilancia, ecc. - che appaiono sempre nelle numerose rappresentazioni delle dee sui sarcofagi di età imperiale romana, in associazione con miti tragici (Fetonte, Dedalo, Meleagro, Ippolito). Nella più antica figurazione, quella che compare sul vaso François, esse non hanno attributi. Per questo assume speciale importanza un'edicola votiva iscritta, trovata a Histria nel 1966, tra i resti di un tempio di Afrodite, dedicata alle M. da Gykeia, figlia di Dionisio e moglie di Theophilos di Theodotos (già menzionata, senza commento, e riprodotta a piccola scala in s 1970, p. 370, fig. 366, s.v. Histria). Le eleganti lettere dell'iscrizione greca permettono di datare l'ex voto nella prima metà del III sec. a.C.
Nell'ombra della nicchia, molto profonda (cm 7), costituita, secondo la tradizione classica, da due ante doriche che sostengono un epistilio e un'alta cornice, le M. sono rappresentate quasi a tutto tondo, sedute su una panca, velate, in ieratica frontalità, la destra protesa con una phiàle mesòmphalos, per ricevere l'offerta dei fedeli. Il panneggio, costituito da chitone altocinto e da himàtion che copre le ginocchia e, dietro, risale a coprire il capo, è reso senza troppa insistenza, con una sommaria, ma efficace indicazione della diversa stoffa che lo compone. La superficie del marmo è gravemente corrosa dal fuoco che ha distrutto il tempio e impedisce di cogliere le differenze che intercorrevano tra le tre giovani dee: la prima e l'ultima con un attributo nella mano sinistra abbassata sulle ginocchia - oggi irriconoscibile - la centrale con la destra sollevata per allontanare dal volto il pesante mantello. Si può dunque affermare che, in epoca ellenistica, le dee erano differenziate - anche se non è possibile precisare con quali simboli - e che circolava una redazione che le rappresentava tutte e tre sedute, così come le descrive Platone (Respubl., 617 c), e col capo velato, isolate e solenni, viva espressione dell'ineluttabile destino umano.
Una volta riconosciuta questa figurazione delle M. nel III sec. a.C. sarà possibile andare avanti nella ricerca: e cioè da una parte trovarne una più ampia documentazione tra il materiale votivo di epoca ellenistica non ancora identificato (per la novità di composizione e la mancanza d'iscrizioni) e, dall'altra, considerarle quale lontano e possibile prototipo - trasmesso, naturalmente, da una colonia greca d'Occidente - per la creazione del gruppo triadico delle Matres o Matrae delle province occidentali dell'impero - specialmente nella redazione figurata della Gallia Lugdunensis - da tempo ravvicinate alle Parche, ma solo cultualmente, per inequivocabili appellativi, quali Fata o Fatae.
Sembra utile precisare inoltre che la scoperta di un anàthema dedicato alle M. in un tempio di Afrodite non può sorprendere, essendo nota la loro presenza a Sparta, nel tempio di Afrodite Enòplios e, ad Atene, in quello έν κήττοις di Afrodite Ouranìa, che, a detta di Pausania (I, 19,2), era la più vecchia delle Moirai.
Bibl.: G. Bordenache, Nuovi documenti sui culti di Istros in età ellenistica, in StClas, IX, 1967, p. 147 ss., fig. 4. - Rapporto con le Matres galliche: G. Bordenache, Nuove scoperte e vecchi problemi, in StClas, XI, 1969, p. 95 ss. (lo stesso articolo, ampliato, in Colloqui del Sodalizio, II, 1968-1970, p. 35 ss.); ead., Sculture greche e romane del Museo Nazionale di Antichità di Bucarest, I, Bucarest 1969, n. 60, p. 38. - Per il rapporto Afrodite-Mòirai: U. Bianchi, La religione greca, Torino 1975, p. 177. - Iscrizione: D. M. Pippidi, Inscripfiile din Scythia Minor greceşti şi latine, 1. Histria şi împrejurimile («Iscrizioni greche e latine della Scizia Minor, 1. Histria e dintorni»), Bucarest 1983, n. 114, p. 256 s.; S. De Angeli, in LIMC, VI, 1992, pp. 636-648, s.v.