mola
La " macina " del mulino, che lenta gira in senso orizzontale, è citata da D. due volte nel Paradiso, paragonata in XII 3 alla corona di anime sapienti che girano attorno a D. e Beatrice (a rotar cominciò la santa mola), e in XXI 81 a una singola anima, quella di s. Pier Damiano, che rotea su sé stessa per la letizia di cui è ricolma (del suo mezzo fece il lume centro, / girando sé come veloce mola).
Nell'un caso e nell'altro il termine di paragone, così concreto in confronto alle anime, è giudicato sconveniente da alcuni commentatori, non solo antichi. Si veda, per tutti, il Venturi a XXI 81: " la similitudine della mola non ha qui altra relazione che il circolar movimento orizzontale. Il muover dei corpi ben s'adatta a spiegare la vita dello spirito; ma nondimeno una macina col suo girare vertiginoso non sembra convenevole imagine di letizia celeste ".
In realtà, per quanto riguarda il primo caso, il paragone, cui D. arriva per la necessità di trovare altre definizioni alla corona (Pd X 65), ghirlanda (v. 92), rota (v. 145), è molto appropriato; come dice l'Ottimo " il santo circulo, che a modo di mola di mulino circula quasi solida dal centro insino alla circonferenza; sì che non pure a forma di ghirlanda, ma a modo di mola era tonda e piena... ".
Che in questo caso D. pensasse soprattutto al tipo di movimento, e non ad altre somiglianze fra i due termini del paragone, è dimostrato dai due brani del Convivio in cui compare il sostantivo: il sole gira attorno al mondo come una mola de la quale non paia più che mezzo lo corpo suo (III V 14); mentre chi sta ai tropici o all'equatore vede lo sole a punto sopra sé girare, non a modo di mola, ma di [rota] (§ 18). Il concetto è assai comune nei trattati medievali: cfr. Albategno (Opus astronomicun 6), Alfragano (ediz. Campani, p. 7: " est revolutio orbis sicut revolutio molae ") e Ristoro d'Arezzo (Composizione del mondo I 23 " si volgerà il cielo d'attorno... a modo di macina ").
Infine, per Pd XXI 81 si osserverà che il confronto ‛ anima-macina di mulino ' è giustificato non tanto dal movimento orizzontale, quanto dal fatto che sia l'una che l'altra girano su sé stesse attorno a un perno (del suo mezzo fece il lume centro; cfr. XVIII 42 letizia era ferza del paleo). Dunque " la convenienza artistica sta solo nella efficacia icastica della rappresentazione, non nella corrispondenza tra i gradi di nobiltà delle cose paragonate " (Casini-Barbi).