MOLDAVIA e BUCOVINA
Regioni storiche dell'Europa orientale, oggi suddivise tra gli stati di Romania, Moldavia e Ucraina.Nel Medioevo il principato di M., costituito verso il 1305 e via via ampliato, comprendeva sia l'od. provincia rumena di M. (rumeno Moldova) - delimitata a E dal fiume Prut, a O dai Carpazi orientali, a S dal corso del Milcov, mentre a N la sua frontiera corrisponde a quella nazionale con l'Ucraina -, sia il territorio compreso tra il Prut e il Dnestr (la Bessarabia, corrispondente grosso modo all'od. Rep. di Moldavia), sia alcuni territori dell'Ucraina, in particolare quelli immediatamente a N del delta danubiano e quelli della Bucovina settentrionale, la regione di Cernăuţi (od. Černovcy); la Bucovina meridionale (dip. di Suceava) appartiene invece alla Romania.La M. prende il nome dall'omonimo fiume, affluente del Seret. Il toponimo slavo Bucovina ('paese dei faggi'), attestato per la prima volta nel 1392 (Costăchescu, 1931), divenne in seguito di uso corrente, tanto in rumeno quanto in tedesco (Buchenland, Bukowina), dopo l'annessione di questa regione all'impero asburgico (1775).Storicamente fu nella Bucovina che si installarono le prime residenze principesche medievali, a Siret, Baia, Rădăuţi, Suceava. Accanto alla regione collinare e boscosa della Bucovina si stende la regione montuosa della M. occidentale (dip. di Neamţ), dove si trova un buon numero di chiese e di fortezze di epoca medievale, al pari di quanto accade nella M. centrale (dip. di Bacău e di Iaşi). Quanto alla zona meridionale (dip. di Vrancea e di Galaţi), verso la frontiera con l'altro principato rumeno, quello di Valacchia, i monumenti conservati sono di epoca assai più tarda (secc. 17° e 18°).A Conceşti, sulle rive del Prut, è stato riportato alla luce un tesoro (oggi all'Ermitage di San Pietroburgo) che comprende gioielli e tre pezzi di vasellame in argento (anfora, situla e piatto) datati intorno al 400 e cesellati in una bottega del Ponto settentrionale che custodiva ancora la tradizione dell'arte classica greco-romana. Questa stessa arte della metallistica ebbe in seguito un nuovo momento di favore intorno al 1200, in un'epoca di forte influenza bizantina, con la produzione di croci-enkólpia in bronzo o in argento (Bâtca-Doamnei, Trifeşti, Ibăneşti; Bucarest, Muz. de Istorie), recanti le consuete immagini sacre (Crocifissione, Vergine, evangelisti) accompagnate da gioielli in argento dorato (Cotnari, Oţeleni; Bucarest, Muz. de Istorie) decorati a motivi vegetali, geometrici e aviformi peculiari dell'arte bizantino-balcanica e diffusi fino in Ungheria e ad Halitč e Vladimir-Souzdal in Ucraina.Il processo di consolidamento dello stato moldavo intorno alla metà del sec. 14° venne accelerato dal principe 'fondatore', Bogdan I (1359-1365). Questi proveniva dalla provincia transilvana di Maramureş, in cui erano assai forti gli influssi del Gotico centroeuropeo, che si ritrovano infatti nella struttura della chiesa-mausoleo della prima dinastia moldava, S. Nicola di Rădăuţi (seconda metà del sec. 14°): essa presenta una pianta basilicale a tre navate che continuano, in maniera inattesa, anche nel nartece, che è separato dal corpo longitudinale da un muro. Si tratta di una pianta di evidente influenza occidentale, caratterizzata dalla presenza di contrafforti di fattura gotica e da suggestioni dello stile tardoromanico dell'Europa centro-orientale. L'esistenza in M. di una basilica a tre navate su pilastri, simile a quelle della Transilvania e della Polonia, e il suo adattamento al culto ortodosso risultano elementi altamente significativi per comprendere gli inizi dell'arte medievale di questa provincia rumena, esposta al tempo stesso all'influenza dell'Occidente romanico cattolico e dell'Oriente bizantino e balcanico.A questo secondo orizzonte culturale è legata la chiesa della SS. Trinità di Siret: si tratta di un monumento a pianta triconca, eretto all'epoca del principe Pietro I Muşat (1375-1391), di una semplicità severa ritmata solo dalla ricca decorazione ceramoplastica, che presenta analogie con gli esempi di Tărnovo, in Bulgaria. All'epoca del regno di Alessandro il Buono (1400-1432) - principe fortemente legato alla Costantinopoli paleologa - questo tipo di impianto si ritrova nei monasteri di Moldoviţa (ante 1401) e di Humor (ante 1415). Riconosciuta dal patriarcato bizantino nel 1401, la Chiesa moldava ebbe come patrono spirituale s. Giovanni il Nuovo, un mercante greco di Trebisonda ucciso dagli infedeli a Cetatea Albă (coincidente nel Tardo Medioevo con la colonia genovese di Moncastro, od. Belgorod Dnestrovskij, in Ucraina). Le sue reliquie furono portate nel 1414-1415 a Suceava e deposte in una cassa argentea che presenta delle scene realizzate a sbalzo e ispirate al martirio del santo, con una miscela di dettagli orientali e occidentali (Suceava, convento di S. Giorgio, detto anche S. Giovanni il Nuovo). L'opera venne probabilmente eseguita da una bottega italo-bizantina di Cetatea Albă, da dove proviene anche un cassone attribuito agli inizi del sec. 15° e all'area di influenza culturale ligure, oggi conservato nel museo del monastero di Putna.L'orizzonte bizantino - o meglio costantinopolitano - dell'arte moldava dell'epoca di Pietro I Muşat e di Alessandro il Buono si coglie nei ricchi tessuti ricamati a destinazione liturgica - come gli epitáphioi, tra cui va ricordato quello di Siluan, del 1437, conservato nel museo del monastero di Neamţ - o anche nelle miniature con gli evangelisti del Tetravangelo del 1429 dovuto a Gabriel Uric (Oxford, Bodl. Lib., Canon gr. 122). L'altro orizzonte culturale, quello gotico-occidentale, può essere riconosciuto sia nella pianta e nell'articolazione dei nuclei delle prime fortificazioni di Neamţ e di Suceava sia nelle chiese gotiche dei Sassoni cattolici, come quella della Vergine a Baia (Civitas Moldaviensis).Un altro legame con l'Occidente gotico si coglie, in periodo successivo, nell'architettura dell'epoca del principe Stefano il Grande (1457-1504), caratterizzata, nelle facciate delle chiese, dal cromatismo sottile dato dall'impiego della pietra calcarea, dei laterizi e della ceramica decorativa verde e gialla, blu, rossa e bruna, dagli emblemi araldici, grifoni, sirene e leoni, il tutto ritmato da aperture in stile flamboyant e da portali di stile tardogotico (chiesa del monastero di Neamţ, 1497; chiesa di S. Giovanni Battista a Piatra Neamţ, 1497-1498; chiesa di S. Nicola a Bălineşti, ante 1499). Accanto a una forte influenza orientale, evidente nella carenatura di un arco e nella calligrafia del disegno, si colgono inoltre suggestioni delle figure dei giacenti occidentali nel tessuto funerario ricamato di una principessa bizantina, sposa del principe Stefano, Maria di Mangop (museo del monastero di Putna, 1477).Proclamando la propria discendenza dai fondatori della M., Stefano il Grande sottolineò con forza quale riteneva essere il nucleo politico originario del paese. Fu così che la Bucovina divenne, nel sec. 15°, il territorio privilegiato per l'affermazione monumentale dell'ideologia principesca, sotto il segno dell'ortodossia e della crociata contro i musulmani (la vittoria nel 1475 su Maometto II, il conquistatore di Costantinopoli, attirò l'attenzione dei sovrani europei sulla corte di Suceava). Soprattutto nella sfera culturale di quest'ultima si colloca, nel 1487, la costruzione della chiesa della Santa Croce di Pătrăuţi, in cui la pittura murale, caratterizzata dalla finezza del disegno e dalla classica nobiltà delle fisionomie, denota l'uso di norme spaziali di derivazione bizantina, e dove una scena assai rara - la Cavalcata della Santa Croce o di Costantino il Grande - indica, attraverso il ricordo di un episodio narrato da Eusebio di Cesarea (De vita Constantini, I, 28), l'ideale crociato dell'epoca.Nel campo dell'architettura e della pittura monumentale i monumenti esemplari dell'epoca sono la chiesa monastica di Voroneţ (1488) e la chiesa del monastero di Neamţ, con il suo sobrio svilupparsi dei volumi. Nella prima chiesa venne aggiunta, intorno al 1496-1497, una decorazione pittorica di una monumentalità depurata dei dettagli, concentrata, con un ridotto numero di personaggi segnati nei contorni da una linea ben netta (si veda per es. il pannello votivo con il ritratto del principe Stefano, già raffigurato anche nel Tetravangelo di Humor, del 1473; Bucarest, Muz. de Istorie). Alcuni anni dopo, intorno al 1500, nella chiesa di stile nettamente gotico di Bălineşti, fondata dal logoteta Giovanni Tăutu, si coglie il momento culminante della pittura moldava del sec. 15°, negli affreschi dove, su uno sfondo blu disseminato di stelle dorate, si staccano alcune figure sacre (la Vergine Platytéra, l'Ultima Cena) insieme a temi profani. Il sec. 16° introdusse elementi di una sontuosità decorativa presenti al tempo stesso nella pittura murale, nei manoscritti e nei tessuti ricamati a destinazione liturgica, aggiungendo al canone iconografico antico elementi nuovi legati a uno spirito che supera, in qualche caso, quello medievale, particolarmente nel corso del regno del figlio di Stefano, il principe Pietro Rareş (1527-1538; 1541-1546). Nel 1529, a Dobrovăţ, fondazione di Stefano il Grande, i pittori al servizio del principe Pietro introdussero ancora una volta, in un'atmosfera fortemente monastica, con scene ispirate alle vite di Giovanni Sinaita, di Sabba di Gerusalemme e di Atanasio Atonita, elementi di innovazione iconografica, quali le scene della vita di S. Giovanni il Nuovo o anche le immagini di santi militari. Gli stessi motivi si ritrovano, dopo il 1530, nelle composizioni e nelle scene dipinte sulle facciate delle chiese nell'ambito di quel fenomeno universalmente noto che è la decorazione pittorica delle superfici esterne delle chiese moldave del 16° secolo. Si tratta di un elemento caratteristico che fece la sua prima comparsa nelle chiese principesche, metropolitane e monastiche di Hîrlău, Suceava e Probota tra il 1530 e il 1534, che continuò nei monasteri e nelle cappelle di Humor, Moldoviţa e Arbure tra il 1535 e il 1541, per concludersi, dopo la morte di Pietro Rareş, nelle chiese monastiche di Voroneţ e Rîşca, tra il 1547 e il 1552/1554; negli ultimissimi anni del sec. 16°, per precise ragioni genealogiche, il fenomeno della decorazione pittorica degli esterni conobbe una nuova e unica manifestazione, a Suceviţa, fondazione collettiva dei nipoti, per parte di madre, del principe Pietro, i nobili Movilă, divenuti a loro volta principi della regione.
Bibl.:
Fonti. - M. Costăchescu, Documentele moldoveneşti înainte de Ştefan cel Mare [Documenti moldavi anteriori a Stefano il Grande], I, Iaşi 1931, pp. 7-8 nr. 3.
Letteratura critica. - P. Henry, Les églises de la Moldavie du Nord des origines à la fin du XVIe siècle, Paris 1930; R. Theodorescu, Bucovine. La peinture murale moldave aux XVe-XVIe siècles, Bucureşti 1994.R. Theodorescu