MOLPA
Colle ad O di Capo Palinuro, isolato fra le foci del Lambro e del Mingardo, l'antico Melpes menzionato da Plinio (Nat. hist., iii, 72). Prese nome da una Sirena (Apollon. Rhod., iv, 892; Hyg., Fab. praef. in fine).
Nel punto più alto (156 m s. m.) sono i resti del castello medievale ed alle sue spalle la rupe, coperta in gran parte di terra, declina verso il Piano detto d'Orlando; verso S invece la roccia, che affiora nuda o velata da un tappeto di muschio, si allarga in una piattaforma e dopo un ripido declivio, scende a picco nel mare. Numerosissimi incavi rettangolari e rotondi, praticati in questo piano di roccia per l'impostazione di pali o fondamenta, dimostrano che vi sorsero un tempo molte costruzioni e di qualcuna si può riconoscere la pianta circolare come un fondo di capanna preistorica. Secondo ogni probabilità l'abitato originariamente indigeno subì più tardi l'influsso delle colonie greche, come la vicina Palinuro, di cui le monete incuse, con il tipo del cinghiale e la doppia leggenda ΠΑΛ-ΜΟΛ la rivelano alleata nella seconda metà del VI sec. a. C. e di cui forse divise il triste destino. Poiché l'area non è stata ancora esplorata, la storia e la cultura di M. sono ignote (v. palinuro).
Sulla parete della rupe verso il mare si aprono diverse caverne con resti paleontologici; fra queste la più nota è la cosiddetta Grotta delle Ossa.
Bibl.: Per l'identificazione del luogo in rapporto con la tradizione: P. Zancani Montuoro, in Arch. Stor. Calabria e Lucania, XVIII, 1948, p. 15 ss.; e XXIII, 1954, p. 176 s.; R. Naumann, Palinuros, 3° Erg.-Heft. Röm. Mitt., p. 33. Per le monete v. palinuro. Per la geologia e la paleontologia: C. A. Blanc, in Rend. R. Acc. d'Italia, Cl. Sc. Fis. Mat. e Nat., VII, vol. I, 1940, p. 502 ss. Per il fiume Melpes: A. Forbiger, Handbuch d. alt. Geogr., III, p. 518; H. Nissen, Ital. Landesk., II2, Berlino 1902, p. 897; Philipp, in Pauly-Wissowa, XV, i, 1931, c. 586, s. v. Melpìs.