Monadologia (Lehrsatze uber die Monadologie, Principia philosophiae)
(Lehrsätze über die Monadologie, Principia philosophiae) Opera (1720) di G. Leibniz che vi espone succintamente il proprio sistema filosofico. I Principi della filosofia o Monadologia, furono composti in francese nel 1714, ma vennero pubblicati in trad. ted. (1720) e nella versione lat. tratta da questa (1721); il testo originale (Les principes de la philosophie ou la monadologie) sarà edito soltanto nel 1840. La monade (➔) è sostanza semplice, ossia senza parti, dunque non dissolubile. Essa può sorgere o dissolversi unicamente per creazione o per annichilazione, può essere modificata soltanto dalla propria, interna, attività, ed è distinguibile da ogni altra monade (due monadi identiche coinciderebbero). L’attività della monade è la ‘percezione’, «stato passeggero che racchiude e rappresenta una moltitudine nell’unità […] non spiegabile mediante ragioni meccaniche», il cui ‘principio interno’ di cambiamento è l’‘appetizione’ che produce il passaggio da una percezione all’altra. A partire dal livello più basso e inconsapevole (ciò che viene comunemente chiamato ‘materia’) le percezioni si strutturano lungo una gradualità crescente come consapevolezza (appercezione), memoria e ragione. È a quest’ultimo livello che gli atti riflessivi si innalzano dalle verità di ragione alla consapevolezza dell’Io e a «considerare che l’una cosa o l’altra è in noi». I principi sui quali si fondano i ragionamenti sono quello di contraddizione, per le ‘verità di ragione’ (necessarie), e quello di ‘ragion sufficiente’, per le verità di fatto (contingenti). Quest’ultimo non comporta una conoscenza completa e necessaria delle ‘cause o ragioni’ di qualcosa a priori, ma una conoscenza sufficiente delle cause che rendono ragione di tale cosa a posteriori. Mediante il principio di ragion sufficiente si dimostra anche l’esistenza di Dio come ‘sostanza necessaria’, il quale esiste per il fatto di essere possibile («se è possibile bisogna che esista»). Ancora in base a tale principio si può stabilire che Dio abbia realizzato, fra tutti quelli possibili, il migliore dei mondi. Il principio dell’armonia prestabilita rende ragione della «conformità dell’anima e del corpo organico» come anche delle attività meccaniche e finalistiche, ambedue dovute all’attività di monadi che rispecchiano, secondo diverse prospettive, la monade divina.