MONCK (o Monk), George, 1° duca di Albemarle
Nato il 6 dicembre 1608 a Potheridge nel Devonshire (Inghilterra), entrò nel 1629 in un reggimento inglese nei Paesi Bassi. Nel 1637 lasciò il servizio olandese e passò tenente colonnello nel reggimento di fanteria del duca di Newport, distinguendosi in Irlanda nel 1642-43 Raggiunse poi Carlo I a Oxford e fu fatto prigioniero dall'esercito parlamentare nel 1644. Per due anni rimase prigioniero nella Torre di Londra; ma il Parlamento aveva molto bisogno dell'opera sua in Irlanda, ed egli, benché non volesse combattere contro il re, si mostrò disposto ad aiutare il governo di fatto, contro i ribelli irlandesi. Nel febbraio 1647, tornò nell'isola; e la guerra vi divenne allora una triplice lotta fra M., Ormonde (per re Carlo) e l'indigeno Owen Roe O'Neill, col quale M. concluse, per necessità militare, uno sfortunato armistizio (1649). Conseguenza fu che molti dei suoi soldati passarono nelle file di Ormonde. M. tornò in Inghilterra; ma, nel luglio 1650, egli si trovava già in Scozia con Cromwell. Fu allora che venne creato proprio per lui uno speciale reggimento di fanteria (l'attuale famoso reggimento Coldstream Guards). Fra M. e Cromwell regnava un'intesa assoluta. Perciò egli tenne il comando in Scozia fino al 1651, interrotto solo da una brillante parentesi nel 1653, quando fu nominato, per quanto affatto ignaro di cose marittime, generale della flotta contro gli Olandesi. Morto l'ammiraglio Deane, ammalatosi il suo collega Blake, M. rimase solo al comando e introdusse la tattica delle battaglie campali nella guerra navale, riportando un grande successo.
Scomparso Cromwell e ritiratosi suo figlio, vi furono diciotto mesi di caos in Inghilterra. Soldati di ventura, come l'ardente Lambert, ristabilirono gli avanzi del Lungo Parlamento formato di rigidi repubblicani, soprannominati Rump, cioè "torso". Intanto due vie rimanevano aperte per i realisti esiliati: tentare la reintegrazione di Carlo II con le armi alla mano e con l'aiuto della Spagna e di altre potenze cattoliche; oppure fidarsi delle crescenti tendenze moderate e del desiderio sempre più vivo del paese di avere un governo ordinato. Fu scelta la seconda via, e se ne fece prudente accenno a M. Ma lo sfortunato esito di una prematura sommossa realista in Cheshire (estate 1659), indusse costui a non accettare ancora le offerte del re. Ma certo, è possibile intendere da parecchi indizî, che egli già allora aveva scelto la sua strada, nel senso della restaurazione. Solo che, spirito realistico come egli era, voleva che le circostanze gli suggerissero il modo e il tempo. M. era intanto da tutti considerato come l'uomo del momento. In dicembre, egli partì dal villaggio scozzese di Coldstream e giunse a Westminster in febbraio 1660; in apparenza per proteggere il Rump. L'assemblea gli chiese che fossero puniti i cittadini di Londra, rifiutatisi di pagare le tasse, se non a un "parlamento nuovo e liberamente eletto". M. acconsentì, forse col secondo fine di alienare dal Rump repubblicano l'animo delle sue truppe riluttanti a quell'incarico. Ma il dì appresso mise improvvisamente le carte in tavola, si dichiarò propenso a un libero parlamento e ordinò che fosse sciolto il Rump. La restaurazione era ormai soltanto questione di tempo. E il 19 marzo egli acconsentì a ricevere una lettera di re Carlo, a cui consigliò di concedere amnistia e tolleranza religiosa. Seguì infatti la dichiarazione di Breda; e il 1° maggio, il parlamento di nuova elezione ristabilì la monarchia. M. fu allora coperto di onori. Nominato anche duca di Albemarle e lord luogotenente d'Irlanda, vi rinunciò poi nel 1661. Sostenne idee moderate e una larga politica religiosa. Era perciò fatale che la sua influenza diminuisse, quando i rigidi anglicani ottennero un maggior potere; ma la sua forza di carattere lo tenne sempre in prima linea. Sostenne più che poté l'idea del matrimonio del re con una principessa portoghese, Caterina di Braganza: ciò che voleva dire stretta solidarietà fra Inghilterra e Portogallo, contro la Spagna. Nella seconda guerra olandese, divise il comando navale col principe Ruperto (1664). Nel 1669, ricevette a New York Hall, nell'Essex, la visita di Cosimo III di Toscana. Morì il 3 gennaio 1670.
Nel gennaio 1653 aveva sposato Anna Clarges, donna energica, ma avara, divenuta madre di due figli, Cristoforo, successo al padre, e Giorgio, che morì bambino. Dopo il 1660 M. venne ritenuto, non senza ragione, come un patriota onesto; ma egli nascondeva, sotto l'abituale riservatezza, grande abilità di dissimulazione, che seppe impiegare senza riguardo. In massima, fu uomo di espedienti, ma le sue azioni furono nobilitate dall'innata lealtà del soldato e dal gran coraggio personale. Il suo merito maggiore sta nell'avere effettuato la restaurazione degli Stuart in Inghilterra mediante un pacifico compromesso nell'interno del paese, e senza ricorrere ad aiuti estranei per imporre una monarchia arbitraria.
Bibl.: J. Thurloe, State Papers, Londra 1742 (con un gran numero di lettere di M. a Cromwell); T. Gumble, Life of M., ivi 1671: un resoconto di un contemporaneo intimo; e coì pure, J. Price, Mystery and method of his Majesty's happy Restoration, ivi 1680. Cfr. anche T. Skinner, Life of M., Londra 1723; E. Ludlow, Memoirs, Oxford 1894. Eccellente è lo schizzo biografico di Ch. Firth, in Dictionary of National Biography, s. v., e la monografia di G. Davies, The early history of the Coldstream Guards, Londra 1924. Cfr. ancora Magalotti, Travels of the Grand Duke Cosimo III through England, Londra 1821.