monocommittente
(mono-committente), agg. Che ha un solo committente.
• La frantumazione del mercato del lavoro ha ovviamente creato nel frattempo innumerevoli figure, le tipologie contrattuali sono difficili persino da catalogare e negli ultimi anni abbiamo dovuto registrare una contaminazione tra lavoro dipendente e lavoro autonomo. Si pensi alle partite Iva mono-committente, che lavorano per un solo «padrone», che non hanno nessun tipo di tutela contrattuale e tantomeno di rappresentanza riconosciuta. (Dario Di Vico, Corriere della sera, 17 ottobre 2010, p. 1, Prima pagina) • Il progetto, dunque, non ha funzionato. Perché? «I requisiti richiesti erano tali da escludere la maggioranza del lavoro precario», spiega Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil. La legge prevede che a presentare domanda possano essere solo i cocopro ex-titolari di un lavoro monocommittente; il reddito dell’anno precedente deve essere non superiore ai 20 mila euro e non inferiore ai 5 mila; il contratto deve essere scaduto da almeno due mesi, ma devono risultare versati almeno 3 mesi di contributi nell’anno precedente e uno in quello di corso. Uno slalom difficilissimo che ha lasciato per strada la grande maggioranza di chi ci ha provato. (Luisa Grion, Repubblica, 29 novembre 2011, p. 25, Economia) • Fin qui quel che potrebbe accadere nelle imprese, altra questione sono le famiglie. Ap pensa a una sorta di buono famiglia, 12 euro l’ora, non cedibili e numerati, per i lavori occasionali, con un compenso massimo annuale di 7.500 euro (2.000 se mono-committente). (Giornale di Brescia, 7 aprile 2017, p. 33, Economia).
- Composto dal confisso mono- aggiunto al s. m. e f. committente.
- Già attestato nel Corriere della sera del 27 giugno 2003, p. 3 (Walter Passerini).