monocommittenza
s. f. Incarico per eseguire una prestazione retribuita che si riceve da un unico datore di lavoro o da una sola impresa.
• I sindacati confederali pensano innanzitutto a un’integrazione dell’indennità di disoccupazione per i contratti a termine di 200 euro al mese per sei mesi per chi ha diritto all’indennità (600 euro) e un’indennità di 600 euro al mese per sei mesi per i collaboratori coordinati e continuativi, che hanno avuto una monocommittenza con l’ente pubblico per un compenso non superiore a 2 mila euro al mese circa, e che oggi non hanno diritto ad alcuna indennità. (Adige, 7 febbraio 2011, p. 10, Trento) • Attualmente l’una tantum è pari al 30% del reddito dell’anno precedente, con un massimale di 4.000 euro. Ma per ottenerla sono previsti requisiti molto stringenti: nessun lavoro da almeno 2 mesi, un reddito tra 5.000 euro e 20.000 euro, tre mesi di contributi nell’anno precedente la richiesta e almeno 1 mese di contributi versati nell’anno in corso, ultimo rapporto di lavoro di monocommittenza. Dal 2007 al 2010 sono riusciti a usufruirne solo il 6,2% dei collaboratori a progetto che hanno perso il lavoro (149.000). In media hanno avuto un indennizzo di 2.536 euro. (Giusy Franzese, Mattino, 26 marzo 2012, p. 7, Primo piano) • L’artigianato della moda «regge» grazie all’imprenditoria straniera, che rappresenta il 49,2% del totale e soprattutto è la parte giovane di un settore che mostra difficoltà a rinnovarsi sul fronte delle aziende a titolarità italiana. L’artigianato della moda, inoltre, è principalmente subfornitura che lamenta tariffe basse e contratti inadeguati. E cerca di uscire dalla pratica dominante della mono committenza verso una sola azienda, fenomeno che riguarda circa la metà delle aziende attive e le espone a rischi devastanti se va in crisi l’unico soggetto che dà lavoro. (Maurizio Bologni, Repubblica, 10 marzo 2017, p. 5).
- Composto dal confisso mono- aggiunto al s. f. committenza.
- Già attestato nella Repubblica del 23 febbraio 2001, p. 6 (Michele Mazzarano).