MONOGRAMMA (dal gr. μόνος "solo" e γράμμα "scrittura")
II monogramma è l'abbreviazione di una parola intera mediante l'unione o l'intreccio delle singole lettere. Si distingue dalla legatura e dalla sigla, in quanto queste sono abbreviazioni di una sola parte della parola. Inoltre, mentre nella legatura e nella sigla le lettere vengono unite in senso orizzontale, nel monogramma si possono constatare anche altre disposizioni. I monogrammi vengono di solito usati a significare i nomi proprî di persona; non è però raro il caso di monogrammi formati dal legamento e dall'intreccio delle lettere componenti uno o più vocaboli, o un'intera frase.
Un primo tentativo di forma monogrammatica dato alle parole è costituito da quella foggia di scrittura in cui la lettera iniziale è più grande delle altre, e attorno a essa sono disposte le rimanenti lettere. In altri casi le lettere di minori dimensioni sono inserite entro la grande iniziale, e non mancano esempî di monogrammi con alcune lettere inserite entro l'iniziale e altre disposte fuori. Non si può stabilire che per la formazione dei monogrammi vi sia stato un vero e proprio sistema. Essa dipese molto dalla maggiore o minore genialità dell'artista, tuttavia si ebbe sempre per principio di mettere in rilievo l'iniziale del nome col darle maggiori dimensioni, e di curare il più possibile la simmetria delle altre lettere.
Antichità. - In Grecia i monogrammi appaiono sulle monete fino dal sec. V a. C., e abbondano nei secoli seguenti per indicare popoli o città o anche nomi di magistrati. Si potrebbero forse anche considerare come monogrammi le cifre del sistema decadico adoperate in Grecia e in Roma per indicare i nomi delle monete, per es., il denaro (*). Prescindendo da ciò, per quanto sappiamo, i monogrammi cominciarono a essere usati nel sec. I a. C., dapprima parcamente, in testi sepolcrali e su oggetti di carattere industriale (vasi fittili di Pompei); poi l'uso dei monogrammi andò sempre più diffondendosi e la loro forma si fece sempre più complicata, onde più essi appaiono artificiosi, più si devono ritenere di età tarda. Nei secoli V e VI si rende di uso più frequente una foggia di monogrammi, già nota nell'età precedente, in cui le lettere appaiono disposte in modo da formare una specie di quadrato. Se ne hanno esempî in plutei e capitelli di Roma, di Ravenna, di Napoli, di Parenzo, ecc.
La lettura di taluni monogrammi si rende difficile anche perché talora nel nesso è indicata una sola volta una lettera che nel nome o nella parola torna più volte. Tale difficoltà fu intesa anche dagli antichi, e per l'appunto Simmaco, scrivendo al suo amico Nicomaco Flaviano, diceva del proprio nome monogrammato inciso nella gemma del suo anello: magis intelligi quam legi promptum est (epist., II, 12).
Celebre è il monogramma del nome di Cristo ???, formato dalle due prime lettere della voce greca Χριστός. Fu forse dapprima usato quale compendium scripturae, facente cioè parte di una frase (es.: δόξα ἐν ???). Fu adottato dall'imperatore Costantino, come simbolo di vittoria e posto entro una corona d'oro, in cima all'asta del labaro. Con la pace della Chiesa, divenne un segno distintivo dei cristiani e fu segnato su oggetti di uso sacro e civile e sulle tombe dei fedeli. Il monogramma costantiniano cedette a poco a poco il posto alla croce monogrammatica, formata anch'essa dalle due iniziali del nome Χριστός, ma la lettera X è fatta girare di un quadrante in modo da rendere la figura di una croce cui è unita nell'asta verticale la P (???, ???). Altro monogramma è quello formato dalle iniziali dei nomi 'Ιησοῦς e Χριστός, e cioè dalle lettere I e X insieme intrecciate (???); appare in monumenti cristiani di ogni genere, almeno dall'età di Costantino in poi.
Medioevo ed età moderna. - L'uso dei monogrammi si protrae nel Medioevo, e giunge sino ai giorni nostri. Il monogramma sacro composto delle lettere intrecciate I.H.S. sembra relativamente recente (sec. XIV?), certo più di quanto per lungo tempo si credette. Uno dei più antichi monogrammi medievali è quello di Teodorico. Molti re di Francia, dai Merovingi a Filippo VI, apposero il loro monogramma a decreti e diplomi. Notissimo il monogramma di Carlomagno, che figura anche nelle sue monete, e il cui uso Eginardo attribuisce all'inabilità scrittoria dell'imperatore. I papi, gli alti dignitarî della Chiesa adoperarono anch'essi sovente il monogramma per contrassegnare bolle, decreti, lettere; e monogrammi di pontefici si trovano molte volte apposti a opere architettoniche o scultorie: così, per esempio, quello di Niccolò I nella basilica di S. Clemente, quelli di Sisto III e di Leone III in S. Maria Maggiore, quello dello stesso Leone III nella chiesa dei Ss. Nereo e Achilleo, ecc. Pure in edifizî, oltre che su libri e documenti, si trova uno dei monogrammi regali più noti, l'H.D. di Enrico II e Diana di Poitiers. Notevole la differenza che corre, propriamente parlando, tra il monogramma composto di lettere fuse insieme (per es., due L opposti con l'asta in comune) e quello in cui ogni lettera è riprodotta integralmente (lettere intrecciate), com'è d'uso nei monogrammi più moderni. Sino dagl'inizî dell'arte tipografica stampatori ed editori imprimono i loro monogrammi sui frontespizî dei libri: monogrammi che formano un gruppo importante delle marche tipografiche (v. marca). Molti pittori, incisori, fonditori, orefici, apposero monogrammi alle loro opere: così H. Aldegrever, A. Dürer, F. Hals, Rembrandt, S. van Ruisdael, ecc. Alcuni artisti si specializzarono poi nella composizione e nel disegno di monogrammi (monogrammisti). In tempi più recenti, i monogrammi acquistano un maggior valore ornamentale (sulla biancheria, sulle livree, ecc.). Questo tipo di monogramma è ancor oggi il più diffuso, insieme con quelli artistici o industriali, e con quelli che adornano la carta da lettere o gli oggetti ai quali si vuole conferire un crisma di proprietà o di ricordo.
Bibl.: Antichità: S. Reinach, Traité d'épigraphie grecque, Parigi 1885, p. 194 segg.; O. Marucchi, Catacombe romane, Roma 1900, p. 73; H. Leclercq, in Cabrol, Dictionnaire d'archéologie chrétienne, III, col. 1485; F. Grossi-Gondi, Trattato di epigrafia latina e greca, Roma 1920, p. 60 segg.; V. Gardthausen, Das alte Monogramm, Lipsia 1924; e in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., s. v. Monogramm; M. Sulzberger, Le symbole de la Croix et les monogrammes de Jésus chez les premiers chrétiens, in Byzantion, II (1925), 393 segg.
Medioevo ed età moderna: C. Ducange, Glossarium, s. v. Monogramma; F. Brulliot, Dictionnaire des monogrammes, ecc., voll. 3, 2ª ed., Monaco 1832-34; G.K. Nagler, Die Monogrammisten, voll. 5, Monaco 1857-76 (ristampa e indice generale, 1919-1920); A. Bouvenne, Les monogrammes historiques d'après les documents originaux, Parigi 1870; L. Fagan, Collectors' Marks, Londra 1883; O.-E. Ris-Paquot, Dictionnaire encyclopédique des marques et monogrammes, chiffres, ecc., voll. 2, Parigi 1893; L. Lampe, Signatures et monogrammes des peintres de toutes les écoles, Parigi e Bruxelles 1898; V. Gardthausen, Das alte Monogramm, Lipsia 1924.