monopolio naturale
Forma di mercato in cui, come conseguenza della tecnologia di produzione impiegata, il monopolista riesce a produrre, per ogni livello della domanda, a costi più bassi di quelli che emergerebbero con qualsiasi altra forma di mercato. Ciò dipende dal fatto che gran parte dei costi di produzione sono fissi e perciò non cambiano al variare delle quantità prodotte, e quelli totali medi decrescono al crescere delle quantità prodotte. In altri termini, sostituire il monopolista naturale con una pluralità di imprese in concorrenza tra loro è inefficiente, conducendo a costi medi di produzione più elevati. Perché si abbia un m. n. non è generalmente necessario introdurre divieti legali all’ingresso nel mercato.
Se il m. n. è duraturo, serve adottare una regolazione dei prezzi (➔ prezzi, regolazione dei), volta a evitare che il monopolista eserciti un eccessivo potere di mercato nei confronti dei suoi clienti o che fornisca a prezzi elevati beni e servizi socialmente desiderabili a prezzi ragionevoli (servizio universale). In queste circostanze, quando cioè il m. n. è associato alla regolazione dei prezzi, per es. nei grandi servizi pubblici (poste, ferrovia, telecomunicazioni, elettricità, gas ecc.), vengono spesso introdotti divieti in relazione all’ingresso nel mercato dei concorrenti. La ragione principale di tali restrizioni risiede nel fatto che gli ambiti di m. n. mutano con il progresso tecnico, generalmente restringendosi, ma le strutture tariffarie imposte alle imprese si modificano con lentezza assai maggiore, risultando spesso disallineate rispetto all’evoluzione tecnologica. Già alla fine degli anni 1980 sarebbe stata possibile in Europa una concorrenza nella telefonia interurbana, ma la tariffazione esistente era basata su criteri di natura sociale, per cui gli elevati prezzi della telefonia interurbana – erano soprattutto le imprese e gli utenti più ricchi a fare telefonate interurbane – contribuivano a finanziare il servizio locale, cioè un servizio universale, frequentemente caratterizzato da prezzi che non coprivano i costi di produzione. Senza divieti, la concorrenza si sarebbe sviluppata nella telefonia interurbana e il monopolista non avrebbe più goduto dei ricavi necessari a finanziare la telefonia locale, obbligandolo a operare in perdita. Le norme restrittive all’ingresso sono quindi funzionali a garantire la redditività del fornitore monopolista. Tuttavia, quando le opportunità associate all’apertura dei mercati (➔ anche liberalizzazione p) aumentano e con esse i possibili benefici per i consumatori, i divieti vengono eliminati, ma prima occorre predisporre un ribilanciamento tariffario o provvedere in altro modo al finanziamento del servizio universale.