MONSELICE (Mons silicis; A. T., 24-25-26)
Cittadina della provincia di Padova, 20 km. a SO. da questa città e 8 km. a oriente da Este, a 9 m. s. m., tra M. Ricco (Colli Euganei) e la Rocca. Una parte è chiusa dalla cinta delle vecchie mura, con vie strette e tortuose, mentre il resto si estende in ampî e spaziosi sobborghi. Il centro è costituito da una piazza, dove sono il municipio, il Monte di pietà, l'antico pretorio, la chiesa di San Paolo; salendo verso l'alto del colle trachitico si trova Ca' Marcello, la scalinata di Palazzo Nani, il duomo, la Rotonda, le sette chiese, la villa Duodo (ora Balbi-Valier) e a metri 152 la Rocca, robusto torrione piantato su vasta base piramidale. Il comune, che per numero d'abitanti è il secondo della provincia di Padova, è vasto 50,5 kmq., di cui 43,2 occupati da seminativi (colture principali: frumento e mais) e da 2,4 di vigneti e frutteti (specie peschi); gli abitanti, che erano 10,479 nel 1881 e 13.092 nel 1911, sono ora (1931) 15.411 di cui un terzo a Monselice, 6 mila in case sparse e gli altri in 9 frazioni. Monselice è capolinea del tronco ferroviario di Mantova ed è posta sull'importante linea Padova-Bologna; il canale navigabile Bisatto la mette inoltre in comunicazione con Chioggia. Tra le industrie, oltre all'estrazione della trachite (detta localmente masegna) che dà lavoro a 200 operai e serve per la pavimentazione, è da ricordare un calzaturificio, alcuni molini e fabbriche di liquori e di attrezzi agricoli; quasi scomparsa è invece la lavorazione delle catenelle d'oro (manin). Nel dopoguerra ha assunto notevole importanza il commercio di frutta, specialmente di pesche prodotte nel territorio del comune stesso e nei comuni limitrofi. Nel 1933 al mercato di Monselice fecero capo oltre 50.000 quintali di pesche dei quali ben 35.000 vennero esportate.
Monumenti. - La rocca, ingrandita da Federico II di Svevia intorno al mastio (sorgente in vetta su base, credesi, dei bassi tempi romani), fu rinnovata in gran parte dai Carraresi. Rovinata dalle artiglierie imperiali (1513) e dalle cave, che da secoli, e più oggi, intaccano il monte di selce. Ne faceva parte Ca' Marcello, possente edificio, ezzeliniano, unito (sec. XV) dai patrizî Marcello ad altro castelluccio carrarese. Vi esistono tre curiosi camini a torricella del sec. XIV. Il duomo, romanico-gotico, edificato nel 1265 dall'arciprete (poi cardinale) Simone Paltanieri, a unica nave e tre cappelle terminali absidate (restaurato nel 1925-31), conserva affreschi trecenteschi nella cappella maggiore e qualche buona tela. Nel tesoro uno smalto limosino del sec. XII, calici, reliquiarî, libri miniati del Rinascimento. Ha campanile lombardo, merlato. Sul colle si ammirano ancora: Villa Nani con scalea e ninfeo (secolo XVII), e il santuario (inaugurato nel 1791), formato dalle sette chiese (pale del Palma il Giovane) costruite dai Duodo, su disegni dello Scamozzi, tra gli ultimi del '500 e i primi del '600, unitamente al palazzo (ala nuova dei Tirali, 1740). Al piano: chiesa di S. Giacomo con abside e campanile del sec. XIII; casa Paradisi Capodivacca (secoli XIV e XV); casa Bembo con loggia (secoli XIV e XV) e sala affrescata a paesaggi (sec. XVII); loggia del Monte di pietà (sec. XVI) addossata a edificio del '300; casa Bertana, lombardesca; palazzo Pisani, del Palladio con stemma di A. Vittoria; e del sec. XVII, i palazzi Branchini e Gritti.
Storia. - Ebbe qualche importanza nel periodo romano; lo provano la sua posizione sulla via Annia e i ritrovamenti archeologici. I Longobardi, toltala ai Bizantini, ne fecero il centro di una giurisdizione, che incorporò il padovano parzialmente, mentre verso le lagune s'insediava il ducato trevisano. Risorta a poco a poco la potenza di Padova, Monselice decadde, fu degli Ezzelini, degli Estensi (1256-1259), degli Scaligeri (1317) e finalmente, tranne una breve parentesi viscontea, dei Carraresi (1338-1405). Passata sotto il dominio di Venezia, ne seguì le fortune, subendo quasi completa distruzione durante la guerra di Cambrai.
Bibl.: Bull. Paletn. it., 1897, p. 66 segg. (capanne e oggetti preist. di Marendole); Notizie scavi, 1879, 1883, 1888, 1895, 1900, 1905, 1928; A. Callegari, La rocca di Monselice, in Dedalo, IV (1923-24), pp. 155-72; id., Guida dei colli Euganei, Padova 1931; id. (con B. Brunelli), Ville del Brenta e degli Euganei, Milano 1931; G. Cognolato, Saggio di memorie sulla terra di Monselice, Padova 1794; S. De Kunert, Un padovano ignoto ed un suo memoriale, dei primi del 1500, ecc., in Boll. d. mus. civ. di Padova, X (1907), pp. 1-16, 64-73; A. Gloria, Il territorio padovano ill., Padova 1862-63; id., L'agro patavino dai tempi romani alla pace di Costanza, Venezia 1881; A. Moschetti, Uno smalto limosino nel duomo di Monselice, in Dedalo, I (1920-21), pp. 40-46; S. Travaglia, Il camino nel castello cararrese di Monselice, adova 1913; I. Salomonio, Agri patavini inscript., ecc., Padova 1696.