MONT-SAINT-MICHEL
Piccolo centro della Francia settentrionale, in Normandia (dip. Manche), sorto intorno all'omonimo complesso monastico situato sul monte Tombelaine, l'antico Tombe, unito alla costa mediante una stretta lingua di terra.La prima cappella venne fondata nel 708 da s. Auberto, vescovo di Avranches, che aveva avuto in sogno la visione di s. Michele Arcangelo. L'oratorio, consacrato nel 709, era servito da una comunità di dodici canonici. Nel 966 Riccardo I Senzapaura, duca di Normandia (943-996), vi insediò una comunità di monaci benedettini provenienti dall'abbazia di Saint-Wandrille (dip. Seine-Maritime), sotto la direzione dell'abate Mainardo, che avviò la ricostruzione della chiesa e degli edifici annessi. L'abbaziale, danneggiata da un incendio nel 992, dovette essere ricostruita con una pianta di maggiori dimensioni a partire dal 1023 da Ildeberto II. Il primo quarto del sec. 11° fu infatti segnato dal nuovo impulso al rinnovamento monastico in Normandia, dato da Riccardo II il Buono (996-1027) e da Guglielmo di Volpiano (962-1031), abate di Fécamp e di Digione.Portata a termine intorno al 1085, la chiesa romanica dovette essere restaurata sul lato nord dopo un crollo nel 1103; un incendio degli edifici annessi settentrionali nel 1112 determinò anche la ricostruzione del dormitorio e dell'ambulacro. A partire dal 1154, Robert de Torigny (1154-1186), divenuto abate di M., diede nuovo impulso alla costruzione (corpo di facciata della chiesa, distrutto nel 1780, e ingresso dell'abbazia). Dopo un nuovo incendio degli edifici conventuali nel 1203 - durante l'assedio di M. da parte di Guy de Thouars, alleato di Filippo II Augusto - l'abate Giordano e i suoi successori avviarono l'erezione del complesso detto La Merveille.Coinvolto nella guerra dei Cento anni, M. vide le sue fortificazioni rinforzate da Luigi d'Estouteville, comandante della piazzaforte. L'abbazia restò fedele alla causa francese - infatti il suo abate Robert Jolivet, rifugiatosi a Parigi, aveva preso le parti di Enrico VI (1422-1471) - e subì alcuni assedi; la pace fu ristabilita solo nel 1450 a seguito della battaglia di Formigny. Il coro romanico dell'abbaziale, crollato nel 1421, venne riedificato a partire dal 1448.Nel 1622 l'abbazia entrò nella Congregazione di s. Mauro; i Benedettini mauristi demolirono nel 1780 le tre campate occidentali del corpo longitudinale e la facciata. Sconsacrata all'epoca della Rivoluzione francese, utilizzata come prigione nell'Ottocento (nel 1856 subì un incendio e un sommario restauro), l'abbazia venne, a partire dal 1874, restaurata e ricostruita in alcune parti, come la torre.Gli scavi effettuati a M. nel 1908 hanno evidenziato l'esistenza di due chiese preromaniche costruite dopo il 966. La prima, Notre-Dame-sous-Terre, era un piccolo edificio a due navate affiancate, ampliato verso O nell'11° secolo. Gli archi, formati da stretti conci di laterizio, e l'apparecchiatura muraria in scapoli quadrati di taglio regolare confermano una datazione a un'epoca contemporanea a quella dell'abate Mainardo e si ricollegano ad altre costruzioni del tempo di Riccardo I e Riccardo II, per es. le chiese normanne di Ouilly-le-Vicomte e di Rugles. Della seconda chiesa indagata nella medesima campagna di scavo, probabilmente l'abbaziale costruita sopra il precedente edificio prima del 1023, sono state trovate, sotto il pavimento della chiesa romanica, le sostruzioni di una struttura a una navata e capocroce triangolare. L'edificio, da identificare con la chiesa fatta costruire da Riccardo I, è citato negli scritti di Dudone e di Orderico Vitale.Il capocroce dell'abbaziale romanica, ricostruito a partire dal 1023 e crollato nel 1421, che aveva impianto a deambulatorio ed era verosimilmente sprovvisto di cappelle radiali, è noto da indagini archeologiche e da una miniatura delle Tres Riches Heures del duca di Berry (Chantilly, Mus. Condé, 1284, c. 195r). Il transetto - innalzato su due cripte, coperte rispettivamente con volte a crociera e a botte, e portato a termine prima del 1058 a opera di Raoul du Mont - è caratterizzato dall'impiego di ampie volte a botte che assumono, al pari di quelle della cripta, il ruolo di elementi di equilibratura e di contraffortatura. I muri sono rinforzati da alte arcate addossate che inglobano i due livelli. L'insieme è stato assai restaurato alla fine del 19° secolo.Il corpo longitudinale presenta sul lato sud l'impianto anteriore al 1085 e senza dubbio previsto già nel 1023, giacché trova corrispondenze in alzati di edifici come l'abbaziale di Notre-Dame a Bernay (dip. Eure), della prima metà del sec. 11°; l'ordine colossale adottato nel transetto e nel corpo longitudinale (muro sud) è presente invece prima del 1060 a Spira. La decorazione è molto sobria, ma alcuni capitelli del transetto attestano l'impiego in Normandia della tipologia dei cesti a collarini di morbido acanto, derivati dal modello corinzio non più utilizzato nella regione dopo il 1060.Tra gli edifici di epoca romanica annessi sono riconoscibili: la cappella di Notre-Dame des Trente Cierges, ovvero la cripta sotto il braccio nord, romanica in origine ma rimaneggiata nel sec. 13° con nuove volte e con l'ampliamento delle aperture; il dormitorio, ricostruito per la maggior parte dopo il 1112 in forma di vasta sala rettangolare (nel sec. 13° furono modificate le finestre), privata nel 1780 della sua parte occidentale; l'ambulacro ricavato nell'antico chiostro del sec. 11°, addossato al muro nord di Notre-Dame-sous-Terre e nel sec. 12° rimaneggiato. L'impianto è costituito da una lunga sala rettangolare a due navate divise da file di colonne su cui ricadono volte a crociera ogivali, le cui nervature presentano un toro e una fascia; i supporti e le volte si collocano cronologicamente intorno al 1135-1140. La sala della Tramontana (Aumônerie), posta al di sotto dell'ambulacro dei monaci, risulta divisa in due navate da file di colonne con capitelli a foglie d'acqua databili intorno al 1135 ed è coperta da volte a crociera su archi trasversi spezzati. Un passaggio in spessore di muro metteva in comunicazione l'ambulacro con le sale dell'abbazia romanica. Oltre agli edifici menzionati rimangono di quest'epoca le strutture della cucina e dell'infermeria, assai rimaneggiate in seguito, dell'ossario e della foresteria.La Merveille, complesso iniziato nel 1212 e quasi terminato nel 1228, è un edificio su tre piani con alti contrafforti; comprende al piano terreno la nuova sede dell'elemosiniere e la cantina, al piano superiore la sala degli ospiti e la sala dei cavalieri, al terzo livello, infine, il chiostro e il refettorio. L'interessante impianto della sala dei cavalieri è costituito da tre file di alte colonne e volte ogivali che ricadono su capitelli dalla raffinata decorazione vegetale, stilisticamente vicini ai cori normanni dell'abbazia di Hambye e della cattedrale di Coutances. Le altre sale presentano una sola fila di supporti mediani che scandiscono lo spazio in due navate di uguale altezza. L'elegante chiostro (1225-1228) è delimitato da una duplice fila di colonnette e arcate a profilo spezzato disposte a quinconce. La sala degli ospiti, impianto longitudinale a due navate con volte ogivali che ricadono su colonne con capitelli, è illuminata da alte finestre ad arco spezzato e presenta due camini monumentali.Il capocroce dell'abbaziale, ricostruito nel sec. 15°, è sostenuto da un'ampia cripta (1446-1450) a grandi pilastri a base circolare che seguono la pianta del coro e dell'entrata delle cappelle radiali. Il coro a deambulatorio testimonia delle tendenze del Tardo Gotico in Normandia nell'impiego delle alte arcate ogivali, nel triforio vetrato, nell'amplissima traforatura delle finestre superiori, nella leggerezza delle traceries e degli archi rampanti, nello slancio dei supporti, elementi tutti presenti nel coro (sec. 14°) di Saint-Ouen di Rouen.Il piccolo centro sorto intorno all'abbazia - circondato da varie strutture fortificate (mura merlate, torri, barbacane del sec. 14°) che si aggiungevano alle difese autonome dell'impianto abbaziale (torre Claudine all'entrata del monastero) - presenta una chiesa parrocchiale romanica rimaneggiata nel 15° secolo.
Bibl.:
Fonti. - M.J. Huynes, Histoire générale de l'abbaye du Mont-Saint-Michel, a cura di E. de Robillard de Beaurepaire (Société de l'histoire de Normandie), 2 voll., Rouen 1872-1873; T. Le Roy, Les curieuses recherches du Mont-Saint-Michel, a cura di E. de Robillard de Beaurepaire (Mémoires de la Société des Antiquaires de Normandie, 29), Caen 1877.
Letteratura critica. - E. Corroyer, Description de l'abbaye du Mont-Saint-Michel et de ses abords, Paris 1877; P. Gout, Le Mont-Saint-Michel. Etude archéologique et architecturale des monuments, 2 voll., Paris 1910; C. Besnard, Le Mont-Saint-Michel (Petites monographies des grands édifices de la France), Paris 1912 (19452); G. Bazin, Le Mont-Saint-Michel, Paris 1933 (rist. 1982); M. de Boüard, Notre-Dame-sous-Terre. Essai de datation, Journal des savants, 1961, pp. 10-27; Y.M. Froidevaux, L'église Notre-Dame-sous-Terre de l'abbaye du Mont-Saint-Michel, Les monuments historiques de la France, n.s., 7, 1961, 4, pp. 145-166; J. Vallery-Radot, Le Mont-Saint-Michel. Travaux et découvertes, CAF 124, 1966, pp. 413-446; Y.M. Froidevaux, La terrasse de l'ouest du Mont-Saint-Michel, ivi, pp. 447-457; M. Nortier, Note sur la "Merveille" du Mont-Saint-Michel, ivi, pp. 458-460; Millénaire monastique du Mont-Saint-Michel, I-V, Paris 1966-1993; H. Decaens, Le Mont-Saint-Michel, La Pierre-qui-Vire 1979.M. Baylé
Ad Avranches (Bibl. Mun.) si conservano duecentotré manoscritti di epoca romanica e gotica provenienti dall'antica biblioteca di M.; altri venti ca. si trovano oggi in luoghi diversi, in Francia, in Inghilterra e negli Stati Uniti. Quanto rimane rappresenta comunque solo una piccola parte della produzione dell'abbazia.Dei volumi di Avranches, alcuni costituiscono raccolte miscellanee. Poco più della metà di essi risale ai secc. 11°-12°, epoca in cui a M. era attivo uno scriptorium; ca. quaranta manoscritti presentano interessanti decorazioni romaniche. I due capolavori dello scriptorium del sec. 11° sono una Bibbia in due tomi oggi a Bordeaux (Bibl. mun., 1) e un sacramentario a New York (Pierp. Morgan Lib., 641).L'abbazia, fondata nel 708, ebbe uno scriptorium solo alla fine del sec. 10°, con l'arrivo dei monaci benedettini (966). Tra i manoscritti realizzati prima del Mille - il periodo più fecondo e fortemente caratterizzato nella miniatura di M. -, in genere scarsamente illustrati, tranne che per alcune lettere decorate piuttosto rozzamente, vanno ricordate le Recognitiones di s. Clemente (Avranches, Bibl. Mun., 50), il cui frontespizio, che presenta il monaco copista Gelduino nell'atto di offrire la sua opera a s. Michele, denota già i principali elementi dell'arte romanica, nonostante i caratteri della tradizione carolingia.Nella prima metà del sec. 11° la decorazione dei manoscritti fu costituita essenzialmente da lettere ornate, che successivamente divennero sempre più complesse e raffinate, spesso elaborate secondo uno schema di base franco-sassone consistente in una capitale romanica od onciale, decorata da intrecci e da protomi animali, a cui si integrarono motivi provenienti da oltremanica, in particolare girali di foglie. L'iniziale propriamente normanna nacque a M. quando i girali furono popolati da esseri umani, animali e creature fantastiche in movimento. Inizialmente monocrome - disegnate con inchiostro rosso minio o verde smeraldo -, intorno alla metà del sec. 11° le lettere ornate divennero vivacemente colorate.Fu approssimativamente tra il 1050 e il 1075 - quando M. beneficiava di pace e prosperità, grazie a Guglielmo I il Conquistatore (1027/1028-1087) - che furono prodotte le opere di maggior pregio; lusso e solennità sono presenti nelle grandi miniature a piena pagina delle opere liturgiche e patristiche. Se l'influenza anglosassone è ben visibile nel citato sacramentario di New York, la cui decorazione è fortemente ispirata dallo stile di Winchester, le raffigurazioni dei Padri della Chiesa miniate sui frontespizi delle loro opere segnano un ritorno al classicismo, così come era avvenuto nell'arte bizantina. La costruzione accurata del disegno, la maestà degli atteggiamenti dei personaggi, la delicatezza degli incarnati autorizzano a classificare queste immagini tra le più belle della miniatura del sec. 11° (Avranches, Bibl. Mun., 72, c. 182v; 75, c. 1v; 76, c. 1v; 90, c. 1r). Lo scriptorium di M. in seguito non produsse opere di analogo valore.Infatti dalla morte di Guglielmo I il Conquistatore alla metà del sec. 12° la decorazione dei manoscritti divenne sommaria, fatte salve alcune eccezioni, come una copia del De civitate Dei di Agostino (Avranches, Bib. Mun., 89) della fine del sec. 11°, ornata da iniziali grafiche di notevole virtuosismo. Lo stesso miniatore nella citata Bibbia in due tomi di Bordeaux eseguì nel manoscritto di Agostino alcune iniziali (cc. 244r, 294r), mentre altre dodici iniziali istoriate di notevole qualità sono opera di un artista itinerante probabilmente laico, formatosi nel Poitou.L'abate Robert de Torigny tra il 1154 e il 1186 diede nuovo impulso allo scriptorium, anche se i manoscritti decorati databili a quegli anni sono pochi: il cartulario dell'abbazia (Avranches, Bibl. Mun., 210), del 1154-1158 ca., che presenta quattro grandi disegni di rara perfezione e una grande quantità di iniziali al tratto (cc. 4v, 19v, 23v, 25r); una cronaca (Avranches, Bibl. Mun., 159), databile intorno al 1180 e redatta dallo stesso Robert de Torigny, in cui si trovano iniziali istoriate dipinte in vivaci colori che preannunciano gli sviluppi del Gotico; alcuni codici di argomento scientifico (Avranches, Bibl. Mun., 235; 237).Alcuni pezzi significativi entrarono nelle collezioni di M. nel 13° secolo. La decorazione di una Bibbia in due tomi oggi ad Avranches (Bibl. Mun., 2-3), databile agli inizi del sec. 13°, costituisce una novità stilistica, prossima alle contemporanee realizzazioni delle botteghe parigine del magister Alexander e del Maestro del Tolomeo della Sorbona. Corredata da iniziali decorate o istoriate su fondo d'oro, quest'opera testimonia la continua e progressiva ricchezza dell'abbazia grazie a doni e ad acquisti. Tra i ca. settanta manoscritti del sec. 13° conservati, va citato un bellissimo libro dei vangeli glossati (Avranches, Bibl. Mun., 24), prodotto intorno al 1240-1250 dalla bottega di Gualtiero Lebaube a Parigi.
Bibl.: F. Avril, La décoration des manuscrits du Mont-Saint-Michel (XIe-XIIIe siècles), in Millénaire monastique du Mont-Saint-Michel, II, Vie montoise et rayonnement intellectuel du Mont-Saint-Michel, a cura di R. Foreville, Paris 1967, pp. 203-238; G. Nortier, Les bibliothèques médiévales des abbayes bénédictines de Normandie: Fécamp, Le Bec, Le Mont-Saint-Michel, Saint-Evroult, Lyre Jumièges, Saint-Wandrille, Saint-Ouen, Paris 1967 (19712); J.J.G. Alexander, Norman Illumination at Mont-Saint-Michel, 966-1100, Oxford 1970; R. Branner, Manuscript Painting in Paris during the Reign of Saint Louis. A Study of Styles (California Studies in the History of Art, 18), Berkeley 1977; M. Dosdat, L'enluminure romane au Mont-Saint-Michel, Xe-XIIe siècles, Rennes 1991; id., Le livre saint en Normandie. Bibles manuscrites et enluminées, VIIIe- XIIIe siècles, Avranches 1995; J.L. Leservoisier, Les manuscrits du Mont-Saint-Michel, Rennes 1996.M. Dosdat