MONTALCINO (A. T., 24-25-26 bis)
Piccola città della Toscana, nella provincia di Siena, da cui dista 32 km. verso sud-est. La città è posta sulla sommità di un'ubertosa altura, nota per i suoi vini (il moscadelletto celebrato dal Redi), che sorge come un'oasi verdeggiante in mezzo alle desolate valli dell'Ombrone e del suo affluente Orcia che la circondano, a 511 m. s. m., o 564 se riferiti alla sommità dell'altura ove sorge l'antica rocca degli abati di S. Antimo. Montalcino è oggi un centro notevole di attività agricola e una delle più interessanti città minori della Toscana. La popolazione del centro urbano è di 2500 ab. (1931); quella del vasto comune (kmq. 238,69), che nel 1861 era di 7423 ab., è salita nel 1931 a 9908 ab. (9522 nel 1921). È sede di diocesi. Nel territorio a 6 km. a sud di Montalcino, si trovano i resti dell'antichissima e celebre abbazia di S. Antimo.
Monumenti. - La rocca, costruita nel 1361 dai Senesi, bastionata durante l'assedio del 1553, è ancora in piedi come solido esempio di architettura militare. Il palazzo del comune, duecentesca mole di tipo fiorentino, ha al suo fianco la grandiosa "loggia" (un tempo cappella aperta) con due arcate gotico-senesi unite ad altre quattro a tutto sesto e deriva qualche cosa dalle forme lombarde. La cattedrale fu sostituita nel secolo passato alla millenaria pieve della quale si conservano singolari capitelli romanici, mentre ancora suggestiva, col marmoreo rosone sulla fronte, le agili finestre dei fianchi e la snella bifora dell'abside, ci appare la grande chiesa di S. Agostino.
Meritano poi menzione la trecentesca costruzione di S. Egidio dei Senesi, quella della Madonna del Soccorso e quella di S. Francesco che - malamente trasformata nel '700 - fa oggi parte dell'ospedale ed ha affreschi di Vincenzo Tamagni e una bella terracotta di Luca della Robbia.
L'Osservanza - nei pressi di Montalcino - possedeva un tempo la preziosa Assunzione di Gerolamo di Benevento, oggi - insieme con altre opere di scuola senese - nelle sale del palazzo comunale dove potrà anche ammirarsi un polittico di maniera ducciana, un'Incoronazione di Bartolo di Fredi, una bella e importante collezione di statue lignee policrome della fine del '300. Sempre nel palazzo comunale si trova un interessante gruppo di ceramiche - che il Toesca pone nella 2ª metà del '200 - dovute a fabbrica locale, e due volumi miniati, forse provenienti da S. Antimo, che risentono dello stile romanico francese e che il Venturi pone fra i più antichi esempî di miniatura senese.
Storia. - Donata nell'814 da Lodovico I all'abbazia di Santo Antimo, fu poi libero comune; aveva un podestà già nel 1191; nel 1201 fu presa e distrutta dai Senesi, al cui comitato apparteneva. Risorta, si appoggiò ai Fiorentini, tra nuove lotte e nuove sottomissioni ai Senesi; dopo la vittoria di quelli presso le sue mura (1252), fu dai Senesi riconosciuta indipendente sotto la protezione fiorentina (1254). Moveva a difenderla dai ghibellini l'esercito guelfo, che fu sconfitto all'Arbia (1260); la città ritornò allora ai Senesi, che, dopo nuove agitazioni, vi fabbricarono una rocca (sec. XIV). Fedele ormai a Siena, resistette eroicamente nel 1525 alle milizie papali e nel 1553 alle imperiali e medicee; e qui, dopo la capitolazione di Siena, ripararono i fuorusciti, sotto la guida di Piero Strozzi e con l'aiuto francese (1555); e vi fecero rivivere la repubblica senese. Ritrattisi i Francesi, si sottomise a Cosimo I (1559). Dal 1462 diocesi unita con Pienza: ne fu disgiunta nel 1594.
Bibl.: L. Santi, Sull'origine di Montalcino, Firenze 1832; C. Repetti, Dizionario della Toscana, Firenze 1839, III, p. 289 segg.; L. Banchi e A. Lisini, Il campo imperiale sotto Montalcino nel 1553, Siena 1885; cfr. pure il Davidsohn e le altre storie di Firenze e di Siena. - Per i monumenti: F. Bargagli Petrucci, Pienza, Montalcino e la Val d'Orcia, Bergamo 1911; P. Toesca, Storia dell'arte Italiana (Il Medioevo), Torino 1927, pagine 707, 820, 1057, 1098; A. Venturi, Storia dell'arte Italiana, IV, Milano 1906, pagine 868, 870, 871.