MONTANARI, Carlo, conte
Martire della libertà italiana, nato a Verona il 14 settembre 1814, morto a Belfiore il 3 marzo 1853. Laureatosi nel 1834 in matematiche all'università di Padova, fece parte dei congressi scientifici di Milano (1844) e di Venezia (1847) e nella sua città nativa attese a opere di beneficenza. Durante le guerre d'indipendenza rimase in Verona a incoraggiare i giovani patrioti a resistere, sperando che la città sarebbe stata liberata dal giogo straniero. Arrestato una prima volta il 28 febbraio 1852, perché erano state trovate in casa sua, durante una perquisizione "stampe sovversive", e condannato a sei mesi di carcere, quindi liberato il 23 maggio, fu ancora una volta catturato l'8 luglio, e con sentenza del 28 febbraio 1853 condannato a morte, insieme con Tito Speri e Bartolomeo Grazioli, con l'accusa di essere stato membro della società segreta di Verona, che era in relazione con quella mantovana di E. Tazzoli, di avere sovvenzionato il viaggio a Londra di Angelo Scarsellini, per entrare in trattative col Mazzini, allo scopo di concertarsi per un prossimo moto rivoluzionario, infine di avere "in altre guise cooperato per la violenta mutazione della forma di governo". Andò al martirio con grande fermezza d'animo.
Vedi anche belfiore, V. p. 501.
Bibl.: L. Gaiter, Elogio del nob. C. M., Verona 1867; G. D. Castro, I processi di Mantova e il 6 febbraio 1853, Milano 1893; A. Luzio, I martiri di Belfiore, ivi 1905.