ALBANO, Monte (A. T., 24-25-26)
La vetta più alta dell'antico Lazio (m. 945 s. m.) e la più in vista per la sua posizione isolata e dominante, scelta appunto per questo come sede del culto di Giove, il dio protettore dei Latini, presso la quale essi solevano radunarsi, celebrando ogni anno con grande solennità le Ferie dette appunto Latine. Nell'età più antica queste ferie avvenivano nel Bosco Ferentino sopra Marino, o nell'Afrodisio di Lanuvio o nel tempio di Diana ad Aricia.
L'uso di celebrare le Ferie Latine sul Monte Albano è di data relativamente tarda, e va messo in relazione con la costruzione della Via Appia, avvenuta nel 312 a. C., dalla quale, all'altezza di Aricia (miglio XVI), fu fatta partire una strada selciata, lunga circa 8 chilometri, ancora oggi quasi interamente conservata. Sembra provato dagli scavi eseguiti ai primi del nostro secolo sulla vetta del monte, che il tempio non fosse un grande edificio in muratura, come si era generalmente supposto, bensì soltanto un temenos, cioè un recinto sacro con una grande ara nel mezzo e altri santuarî minori dintorno. Gli avanzi dell'antica costruzione, ancora in piedi nel 1777, furono distrutti in quell'anno dal cardinale di York, che eresse il monastero dei passionisti e l'annessa chiesa.
La strada che conduceva al tempio, e che percorrevano i cortei trionfali, si staccava dall'Appia presso Aricia, attraversava all'altezza del casale del Guardianone la vecchia via volsco-latina, che congiungeva Tusculum con Velitrae, e con una serie di zig-zag saliva fino sulla vetta; essa ha l'antica pavimentazione di poligoni di selce ancora in posto per circa 5 chilometri, esempio quasi unico tra le vie romane.
Il nome odierno del Monte è Monte Cavo, nome che, secondo alcuni, trae origine dalla piccola città di Cabum che sorgeva alla sue falde, e, secondo altri, dalle cave che furono aperte nel pendio meridionale durante il Medioevo per ricavarne la pietra da macine e da mole.
Bibl.: G.B. Piranesi, Antichità di Albano e di Castel Gandolfo, Roma 1756; W. Gell, Topography of Rome and its vicinity, Londra 1834, I, p. 54 segg.; A. Nibby, Analisi dei dintorni di Roma, 2ª ed., Roma 1848, I, p. 106 segg.; M. S. De Rossi, in Ann. Inst. Corr. arch., Roma 1876, p. 314 segg.; De Santi, Guida sul Monte Albano, Roma 1906; G. Lugli, in Memorie della Pontif. Acc. Rom. di Archeologia, 1923, I, i, p. 251 segg.