EVEREST, Monte (XIV, p. 660)
Terminata la seconda guerra mondiale, ripresero e si intensificarono le spedizioni alpinistico-esplorative per la conquista e la miglior conoscenza della più alta montagna della Terra. L'E. fu attaccato non più dal versante settentrionale tibetano e dal colle Nord, ma dal versante meridionale nepaliano e dal colle Sud. Le spedizioni esplorative di H. W. Tilman e di E. Shipton erano penetrate nelle valli occupate dai ghiacciai Cwm e Khombu dimostrando che il versante meridionale era accessibile più di quanto non si credesse.
Nel 1952 i componenti d'una spedizione svizzera guidata da Wys Dunant e R. Dittert percorsero i suddetti ghiacciai e giunsero alla comba terminale e al colle Sud, risalendo sino alla quota 8600 m; la via nuova per la vetta era aperta. Nel 1953, il 29 maggio alle ore 11,30, il neozelandese E. P. Hillary e lo sherpa Tenzing Norkai, della spedizione inglese diretta da John Hunt, conquistavano la più alta montagna del mondo.
La vetta dell'E. doveva essere di nuovo, a distanza di pochi giorni, raggiunta due volte, nel 1956, dalla spedizione svizzera diretta da Albert Eggler. Il 25 maggio del 1960, alle ore 4,30 del mattino, una cordata di alpinisti cinesi raggiungeva, per la classica via del versante tibetano e colle Nord, l'altissima vetta; anche su questo versante ove erano cadute tante vittime il gigante era vinto. Tanta attività di spedizioni doveva favorire la conoscenza geografica di questo grande massiccio, sino a pochi anni prima pochissimo conosciuto, specie sul versante del Nepal, in quanto il governo di questo Stato si era sempre opposto all'entrata di Europei nel suo territorio. All'esploratore, già citato, H. W. Tilman, dobbiamo numerosi rilievi topografici lungo la frontiera nepalese tibetana, oltre a preziose raccolte di piante, fiori e uccelli rari. La foresta himalayana, il terai, fu descritta nei suoi aspetti varî; come pure furono descritti usi, costumi, credenze religiose, e trattata anche la famosa leggenda del cosiddetto "uomo delle nevi". L'8 sett. del 1952 si trovarono delle strane impronte sulla neve che lo sherpa Tenzing attribuì allo Yeti, l'"abominevole uomo delle nevi".
Importante era poi l'attività topografica, sia quella ufficiale svolta dalla Royal Air Force Mountaineering Association sotto la direzione del Cap. A. T. M. Smyth, sia quella svolta dalle spedizioni esplorative. Nel 1957 appariva la nuova carta Mahalangur Himal, Chomo-Lungma-Mount Everest alla scala 1:25.000. La triangolazione, le riprese fotogrammetriche e i calcoli erano opera di Erwin Schneider, il disegno topografico del terreno fu eseguito da Fritz Ebster. Questi rilevamenti risollevarono le discussioni sull'effettiva altezza dell'E. La quota ufficiale del Survey of India è di 8840 m. s. m.; ma alcuni portano tale quota a 8882 m. s. m.; l'errore di rifrazione, considerato assai notevole, farebbe apparire tutte le vette himalayane più basse della realtà. Recenti misure portano l'altezza dell'E. a 8910 m. s. m. Inoltre nel 1950 un forte terremoto, che colpì soprattutto la regione dell'Assam, avrebbe avuto notevole influenza nella tettonica dell'Himālaya; secondo alcuni rapporti, non ufficiali, l'altezza dell'E. sarebbe aumentata di 65 m. Pur non essendo sicuri, si è però potuto sovente constatare come tutto il grande sistema sia soggetto a sensibili sollevamenti. Vedi tav. f. t.
Bibl.: v. bibl. alla voce himālaya, in questa App.