Hellman, Monte
Regista, sceneggiatore, montatore e produttore cinematografico statunitense, nato a Greenpoint (New York) il 12 luglio 1932. Proveniente dalla factory di Roger Corman, si rivelò negli anni Sessanta con due western (Ride in the whirlwind, Le colline blu, e The shooting, La sparatoria, entrambi del 1966 e il secondo ridistribuito nel 1971). Tra i nomi più significativi del cinema indipendente americano tra gli anni Sessanta e Settanta, ha realizzato, tra gli altri, un importante road movie, Two-lane blacktop (1971; Strada a doppia corsia), e due film eccentrici e sfortunati, Born to kill (1975) noto anche come Cockfighter, e Amore, piombo e furore (1978), uscito negli Stati Uniti con il titolo China 9, liberty 37. Nelle sue opere i tempi risultano dilatati, i personaggi enigmatici, il paesaggio assume tratti metafisici.
Di provenienza teatrale, H. arrivò al cinema grazie a Corman, per il quale lavorò al montaggio di The wild angels (1966; I selvaggi), e girò alcune sequenze aggiuntive di The terror (1963; La vergine di cera). Esordì nella regia con Beast from the haunted cave (1960), cui seguirono i film bellici Back door to hell (1964) e Flight to fury (1966), ambientati nelle Filippine e interpretati da un giovanissimo Jack Nicholson. I due film che fecero conoscere H. furono però Ride in the whirlwind e The shooting, sempre con Nicholson, realizzati da indipendente, in assoluta economia, e riuscendo a trasformare le limitazioni produttive in originale scelta poetica. In entrambi il regista seppe utilizzare le convenzioni del western svuotandole, innestando atmosfere da teatro dell'assurdo (H. aveva diretto a Los Angeles la prima di En attendant Godot) e ritmi da Nouvelle vague. I due film furono girati insieme; il primo (incentrato su un linciaggio) ha tratti più realistici, mentre nel secondo le atmosfere ipnotiche assumono maggior rilievo e lo rendono uno dei capolavori dell'anti-western. Pur se entrambi divennero con il tempo dei cult movie (anche in Europa), H. rimase tuttavia un 'irregolare' del cinema americano, e il suo film successivo, Two-lane blacktop, pur se considerato con il tempo uno dei migliori road movie degli anni Settanta, per molti aspetti una versione più profonda e consapevole dei fermenti che percorrono Easy rider (1969; Easy rider ‒ Libertà e paura) di Dennis Hopper, con personaggi laconici e una desolata descrizione dell'America, fu all'epoca un fallimento commerciale. Per la New World Pictures di Corman H. realizzò quindi Born to kill, dal romanzo Cockfighter di Ch. Willeford, altra descrizione di un'America crudele (in questo caso la narrazione è incentrata sui combattimenti tra galli in Georgia), e successivamente si trasferì in Italia per realizzare uno spaghetti-western, Amore, piombo e furore, nel quale ripropose le atmosfere dei due western degli anni Sessanta, pur se con toni più accesi. Il film ebbe varie traversie produttive e risulta firmato, nell'edizione italiana, dall'aiuto regista Tony Brandt.
Il ritorno di H. alla regia è avvenuto solo nel 1989 con Iguana, di produzione svizzera e italiana, una bizzarra fiaba nera incentrata sulla figura di un tiranno deforme di un'isola dell'arcipelago delle Galapagos che si innamora di una naufraga. Tratto dal romanzo La iguana di A. Vásquez-Figueroa, il film è stato dedicato da H. a Warren Oates, che era stato il suo attore prediletto durante gli anni Settanta. H. ha poi diretto Silent night, deadly night 3: better watch out! (1989), quarto episodio di una saga slasher. Nel corso della sua carriera ha lavorato anche come regista per la televisione, firmando la celebre serie di telefilm Baretta (1975), come montatore per The killer elite (1975; Killer elite) diretto da Sam Peckinpah, come regista della seconda unità di Robocop (1987) di Paul Verhoeven e come produttore: è stato lui infatti ad aver promosso il film d'esordio di Quentin Tarantino Reservoir dogs (1992; Le iene).
B. Stevens, Monte Hellman: his life and films, Jefferson (NC) 2003.