MONTEAPERTI
. Villaggio della Toscana, situato a 223 m. s. m., nella valle dell'Arbia, a oriente di Siena; deve la sua fama alla vicinanza del celebre colle, chiamato localmente Monteapertaccio (m. 240), sulla vetta del quale, al centro di un doppio giro di cipressi, s'innalza una piccola piramide, dove sono incisi i famosi versi danteschi (Inf., XXXII, 80-81) a memoria perpetua della celebre battaglia (v. sotto). Un poco a sud di Monteaperti passano la ferrovia che da Siena porta a Chiusi e la rotabile per Arezzo.
La battaglia di Monteaperti (4 settembre 1260). - Fu combattuta nei pressi del fiume Arbia, tra i guelfi di Firenze e i ghibellini di Siena, militando con questi ultimi buon nerbo di cavalieri mandati da Manfredi di Svevia e gli esuli fiorentini di parte ghibellina capeggiati da Farinata degli Uberti. Per queste aderenze la battaglia è più che un episodio delle contese municipali, già esplose in precedenti conflitti tra le due città toscane, e le conseguenze della vittoria senese superano i motivi di codesto dualismo. Infatti dal trionfo dei fuorusciti deriva la rovina del "Popolo Vecchio", come chiamano i cronisti la costituzione fiorentina del 1250, e il conseguente reggimento ghibellino, mentre si rialzano per un momento le estreme fortune della casa Sveva. Macchinazioni insidiose di fuorusciti per provocare Firenze al conflitto, ingenuità di governanti, che accettarono battaglia quando la situazione era favorevole alla rivale, tradimenti sul campo, come quello di Bocca degli Abati, portarono a codesto scempio dell'Arbia, che segna una sosta nelle fortune di Firenze guelfa. Della battaglia si trovano echi famosi in Dante (Inferno, canti X e XXXĪI).
Bibl.: P. Villari, I primi due secoli della storia di Firenze, Firenze 1905 (nuova ediz.); C. Paoli, Il libro di Montaperti (Documenti di storia italiana, IX), Firenze 1889.