MONTECALVARIO
Piccola altura - circa 40 m - a forma di tumulo presso Castellina in Chianti (Siena) il cui nome è legato al ricordo di pratiche religiose che vi si svolgevano nel Medioevo, e che ha restituito uno dei più antichi e grandiosi complessi d'architettura funeraria dell'Etruria settentrionale.
Esplorata parzialmente dal Milani nel 1904 e poi individuata interamente dal Pernier nel 1915, vi furono scoperti quattro grandi ipogei monumentali disposti a crociera sui fianchi del tumulo e quasi perfettamente orientati secondo i punti cardinali. Costruiti a blocchi di calcare alberese con sistema misto pelasgico e pseudoisodomo, hanno, ognuno accesso da un dròmos che immette in un vestibolo: negli ipogei meridionale ed occidentale, ai lati del vestibolo, si aprono due cellette, ed in fondo ad esso si passa nella cella; nell'ipogeo orientale si notano le cellette laterali, ma il vestibolo è chiuso sul fondo; nell'ipogeo settentrionale il vestibolo è chiuso da tutti e tre i lati. Scarsissimo il materiale rinvenuto, tutto al Museo Archeologico di Firenze.
Nella cella di destra dell'ipogeo meridionale si rinvenne un blocco di pietra serena, intagliata in modo da rappresentare una testa leonina con fauci spalancate e lingua pendente che si pensa sia stata incastrata presso lo stipite sinistro della porta dell'ipogeo, a metà altezza, al disopra di un pilastro, con chiara funzione apotropaica; un'opera di difficile giudizio stilistico che, anteriore alle sculture della Pietrera, si avvicina - è stato detto - a prodotti della statuaria ellenica della fine del VII sec.; ma per la quale sembra di vedere più preponderanti i confronti con simili figurazioni anatoliche (Boǧazköy-Khattusha, Malatya).
Bibl.: L. Pernier, Castellina in Chianti. Grande tumulo con ipogei paleoetruschi sul poggio di Montecalvario, in Not. Scavi, 1916, p. 263; P. Ducati, Storia dell'Arte Etrusca, Firenze 1927, p. 68; L. Banti, Il mondo degli Etruschi, Roma 1960, p. 103, tav. 3.