MONTECUCCOLI DEGLI ERRI, Rodolfo
MONTECUCCOLI DEGLI ERRI, Rodolfo. – Nacque a Modena il 23 febbraio 1843 dal marchese Luigi e da Carlotta di Pathon.
La famiglia era molto legata agli Estensi e agli Asburgo e così Montecuccoli, come già aveva fatto il padre in gioventù per un breve periodo, nel 1859 si arruolò nella Marina austriaca, entrando in Accademia navale come allievo del corpo dello stato maggiore e partecipando alla seconda guerra d’indipendenza a bordo della corvetta a elica «Erzherzog friedrich».
Successivamente, nel corso della terza guerra d’indipendenza, il 20 luglio 1866, rivestendo il grado di alfiere di vascello prese parte, con la fregata a elica «Adria», alla battaglia navale di Lissa e per il suo coraggioso comportamento durante lo scontro ricevette un encomio solenne. Nel 1871 fu promosso tenente di vascello, continuando a prestare servizio a bordo di navi da guerra, e nel 1882 concorse a reprimere una rivolta che era divampata nella base navale di Cattaro.
Divenuto capitano di corvetta nel 1884, due anni più tardi assunse il comando del trasporto «Elizabeth», utilizzato come deposito dei siluri per le torpediniere. Promosso capitano di fregata, nel 1887 divenne comandante dello yacht «Greif», a bordo del quale si imbarcò l’imperatrice Elisabetta per una crociera nel Mediterraneo. Nel 1888 ebbe il comando dell’incrociatore protetto «Panther» e poi della nave officina «Cyklop»; nel 1889 fu nominato comandante dello sloop «Aurora», con cui eseguì una missione in Africa orientale e in India.
Al suo ritorno in Austria divenne responsabile del quarto dipartimento del ministero della Guerra, ma, colpito da una grave infezione polmonare dopo pochi mesi, dovette lasciare l’incarico per curarsi in maniera adeguata. Sposatosi con Emilia Suttner, nel 1892 fu promosso capitano di vascello e, assunto il comando dell’incrociatore protetto «Kaiser Franz Joseph I», nell’estate di quell’anno fu inviato in Spagna e a Genova per presenziare alle celebrazioni indette per il quattrocentesimo anniversario della scoperta dell’America. Approfittò della sosta nel porto italiano per recarsi a Licciana, in Lunigiana, per curare la vendita di alcune proprietà che aveva ereditato dalla nonna paterna, la marchesa Amedea Malaspina.
Nel 1894 e nel 1895 fu a capo del dipartimento di controllo della Marina a Vienna e poi vicecomandante e infine comandante dell’arsenale di Pola. Il 1° novembre 1897 divenne contrammiraglio e nel 1900, scoppiata in Cina la rivolta xenofoba dei Boxer, si imbarcò sull’incrociatore protetto «Kaiserin Elizabeth» e prese il comando della divisione navale appositamente costituita per soccorrere la locale legazione austro-ungarica.
Rientrato in patria, il 23 ottobre 1901 fu nominato presidente del Comitato tecnico di Marina; il 1° maggio 1903 fu promosso viceammiraglio e il 6 ottobre dell’anno successivo divenne comandante in capo della Marina austro-ungarica, succedendo all’ammiraglio Hermann von Spaun, che aveva rivestito quell’incarico dal 1897. Nello svolgere la sua attività, poté contare sull’appoggio di Francesco Ferdinando d’Asburgo, erede al trono, che aveva il grado di ammiraglio della Marina ed era molto sensibile ai bisogni di questa forza armata, al contrario dell’imperatore Francesco Giuseppe, suo zio, più portato a soddisfare le necessità dell’esercito.
Nel suo nuovo ruolo, Montecuccoli si rese presto conto della necessità di rafforzare la flotta per proteggere le coste adriatiche dell’Impero e le navi della Marina mercantile, il cui numero era cresciuto notevolmente negli ultimi anni del XIX secolo. Inoltre, nonostante la Triplice Alleanza legasse l’Austria-Ungheria alla Germania e all’Italia, temeva che quest’ultima, in caso di guerra, avrebbe potuto schierarsi contro le Potenze centrali. Pertanto riteneva necessario che lo sviluppo della Marina asburgica tenesse conto del potenziamento di quella italiana e nel 1907 collaborò con il generale Franz Conrad von Hötzendorf, capo di stato maggiore dell’esercito austro-ungarico, all’approntamento di un piano per attaccare l’Italia secondo il quale alla flotta era affidato l’incarico di cannoneggiare la linea ferroviaria adriatica per rallentarne la mobilitazione, di evitare che le navi avversarie colpissero le strade ferrate nel golfo di Trieste e di proteggere l’ala sinistra dell’esercito asburgico che si sarebbe inizialmente schierato lungo il confine italo-austriaco.
Per assolvere questi compiti Montecuccoli intensificò l’addestramento degli equipaggi, mantenne alto il numero delle navi in disponibilità e propose più volte, ma senza successo, di potenziare adeguatamente e fortificare la base di Sebenico in Dalmazia e l’isola di Lissa, in quanto riteneva che Pola, dove era ospitato il grosso della flotta, potesse essere facilmente bloccata dal nemico. Cercò anche di incrementare le realizzazioni navali per arrivare, nel 1920, ad avere una Marina costituita da 16 corazzate, 12 incrociatori, 24 caccia, 72 torpediniere, 12 sommergibili e numerosi aeromobili. Per ottenere ciò preparò negli ultimi mesi del 1909 un nuovo piano di costruzioni includendo per la prima volta corazzate del moderno tipo dreadnought o monocalibro, che costituirono la classe «Viribus unitis» per replicare a un’analoga unità che era stata impostata nel luglio di quell’anno dalla R. Marina italiana.
Con diploma datato 12 novembre 1912 Montecuccoli fu confermato nel titolo comitale. Nel febbraio dell’anno successivo, per raggiunti limiti d’età, fu posto in congedo e il suo incarico fu assegnato al viceammiraglio Anton Haus, che ne proseguì l’opera di rafforzamento della Marina asburgica. Fra le decorazioni e i titoli che ricevette durante la sua prestigiosa carriera Montecuccoli poté annoverare quelli di cavaliere di gran croce dell’Ordine di Leopoldo e di cavaliere dell’Ordine del Toson d’oro.
Morì a Baden-bei-Wien il 16 maggio 1922.
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