MONTEVARCHI (A. T., 24-25-26 bis)
Centro del Valdarno superiore, nella provincia di Arezzo, posto nel piano a poco più di i km. dalla riva sinistra dell'Arno, a 18 km. a valle della gola dell'Imbuto. Era un piccolo castello dei Conti Guidi, eretto sull'altura occupata oggi da un convento di cappuccini, quando nel 1254 l'acquistarono i Fiorentini. Sorse allora l'abitato che il comune di Firenze fortificò, presto sviluppatosi per il commercio agricolo, onde già agl'inizî del principato contava circa 2000 abitanti. Il suo sviluppo industriale e commerciale si è notevolmente accresciuto negli ultimi decennî, come appare dai dati demografici. Il comune, vasto kmq. 57,41, contava nel 1861 una popolazione di 9057 ab., saliti a 15.291 nel 1931, di cui oltre 8000 nel centro urbano; sicché, dopo il capoluogo, è l'abitato più cospicuo di tutta la provincia. Montevarchi, oltre che un centro agricolo assai importante, è uno dei più frequenti mercati della Toscana e sede di svariate industrie della seta, lanifici, fabbriche di cappelli, ecc. La sua floridezza appare dall'aspetto decoroso delle sue vie e dei suoi fabbricati, nonché dalle istituzioni civili, culturali e assistenziali di cui si vanta. È fra altro sede di un'antica "Accademia valdarnese" fondata da Poggio Bracciolini, alla quale si deve la formazione di una biblioteca e di un museo che accoglie i fossili rinvenuti nel bacino del Valdarno Superiore. È patria dello storico Benedetto Varchi, che fu proposto della sua chiesa collegiata. È stazione della ferrovia Firenze-Arezzo, a 34 km. da quest'ultima città.
Nella propositura di S. Lorenzo, ricordata in documenti del sec. XIII, si trovano interessanti opere robbiane quattrocentesche: una croce processionale d'argento eseguita nel 1552 dal fiorentino Piero di Martino Spigliati, un busto reliquiario di S. Orsola (secolo XV), due bassorilievi di pietra, l'uno con la mezza figura del Padre Eterno (sec. XV), l'altro col Martino di S. Lorenzo (1283).
Bibl.: E. Repetti, Diz. geografico storico della Toscana, III, Firenze 1839, pp. 542-543; G. Dainelli e G. Poggi, Toscana, Firenze 1924, p. 240.