APPALACHIANI, MONTI (A. T., 121-122)
Con questo nome (Appalachian Mountain System o più brevemente Appalachians), derivato da una voce indiana d'incerto significato, i geografi e geologi americani designano tutti i rilievi che occupano la porzione dell'America Settentrionale compresa fra l'Atlantico e la linea segnata dal fiume Ohio, dal lago Ontario e dal S. Lorenzo. Il nome di Alleghani, usato in molte carte italiane, francesi e tedesche, non è affatto equivalente, perché si applica propriamente solo alle catene più elevate degli Appalachiani Meridionali, e solamente per equivoco fu esteso a tutte le altre catene, anzi talora perfino all'intero sistema, il quale è fiancheggiato, come vedremo, da vasti altipiani. Gli Appalachiani sono oggi uno dei sistemi montuosi meglio conosciuti del mondo: infatti le esplorazioni sistematiche di geologi, naturalisti e geografi vi si iniziarono già all'alba del sec. XIX per opera di F. A. Michaux (1802-03), proseguirono poi per merito di Fraser, Brommes, Ch. Lyell, Trost e Curtis, Mitchell e molti altri, culminando con le indagini trentennali dello svizzero Arnoldo Guyot (1860-90), cui si debbono determinazioni ipsometriche, rilievi cartografici e descrizioni fondamentali. Più recentemente W. M. Davis ed i suoi scolari studiarono gli Appalachiani alla luce di quelle vedute morfologiche, che hanno nel Davis stesso il loro massimo propugnatore: i lavori di lui e di altri, come W. Hayes, M. Campbell, La Forge, Lebling, ecc., hanno chiarito, in modo presso che definitivo, l'evoluzione geologica e morfologica del sistema montuoso nelle sue varie parti.
Da circa 32° 30′ lat., dove, fra Montgomery e Birmingham, le prime pieghe montuose emergono dalla pianura, fino all'estuario del S. Lorenzo, gli Appalachiani disegnano un arco montuoso della lunghezza di 2200 km. (e ancor più se consideriamo come un loro prolungamento i rilievi di Terranuova), mentre la larghezza oscilla fra 200 e 300 km.; con gli altipiani adiacenti coprono un'area di circa 3 milioni di kmq. Ma un profondo solco trasversale, indicato dai fiumi Hudson e Mohawk - che ha anche grandissima importanza antropica, perché per esso la colonizzazione europea varcò per la prima volta i monti, e per esso passano oggi alcune delle maggiori arterie ferroviarie e un canale navigabile importantissimo - divide nettamente il sistema in due parti distinte.
Gli Appalachiani Meridionali hanno struttura più semplice: le catene - gli Alleghani veri e proprî - sono formate da pieghe tipiche, molto regolari, come quelle del Giura europeo, costituite da una successione di strati di cui la natura litologica ed anche la potenza si mantengono di una costanza sorprendente; le perturbazioni tettoniche sono rare. Solo verso SO. abbiamo una zona con predominante struttura a falde di ricoprimento. Due altipiani, il cosiddetto Pedemonte ad oriente e l'Altipiano Appalachiano ad occidente, si accompagnano alle catene montuose, con le quali hanno comune l'origine e la struttura; ma, fra il secondo di essi e le catene vere e proprie, s'interpone un lungo solco (Great Valley) che si può seguire da Montgomery fino al fiume Hudson. Ne risulta dunque una successione regolare di quattro zone longitudinali. Gli Appalachiani Settentrionali, o Monti della Nuova Inghilterra hanno struttura geologica più complicata: le pieghe sono sovente schiacciate, rotte da fratture, in parte carreggiate verso O., mentre il nucleo antico è rotto da faglie digradanti verso E. La zona di altipiano a fianco delle catene manca o è frammentaria. Anche le forme e gli aspetti sono assai differenti, perché i rilievi recano qui cospicue tracce della glaciazione quaternaria.
Gli Appalachiani sono uno dei più antichi sistemi montuosi della Terra. La loro ossatura è formata da rocce paleozoiche, come calcari, arenarie quarzose, scisti; altre rocce, cristallizzate per metamorfismo dinamico, sono diffuse là dove i ripiegamenti furono più intensi (graniti, gneiss, filliti, quarziti, ecc.); l'alternanza di rocce più dure con altre meno resistenti all'erosione, ha avuto spesso influenza decisiva nel determinare le forme prevalenti.
Secondo le vedute del Davis e della sua scuola, il sistema appalachiano deve la sua origine ad intensi ripiegamenti avvenuti nella seconda metà del Paleozoico, e durati fin verso la fine del Permico, i quali interessarono, non soltanto le zone oggi corrugate, ma anche gli altipiani che ora le fiancheggiano, specialmente il Pedemonte ad E., e perfino la pianura costiera oggi ricoperta da sedimenti recenti, e forse anche una striscia ora sommersa sotto le acque dell'Atlantico. Ma ma peneplanazione presso che completa aveva già, nel Triasie, e poi (dopo un periodo di perturbazioni dovute a spinte verticali) di nuovo nel Cretacico, ridotto i rilievi a vaste superficie di spianamento, dalle quali emergevano come residui dorsi o creste isolate. Queste superficie sono rappresentate ad O. dall'Altipiano Appalachiano, al centro dalle dorsali più elevate degli Alleghani veri e proprî che hanno una sorprendente uniformità nell'altezza delle vette, ad E. dal gradino superiore del Pedemonte e dai pianalti (Highlands) della Nuova Inghilterra. Le acque allora scolavano in parte verso l'oceano ad E., in parte verso mari interni occidentali, in parte anche a S., in valli susseguenti, secondo la direzione degli strati meno resistenti. Alla fine del Cretacico ed al principio del Terziario si ebbe un nuovo sollevamento, accompagnato da ripiegamenti, in tutta l'area già spianata, ma di diversa entità nelle varie parti (fino a 1200 m. in certe zone); l'erosione si ravvivò e si crearono nuovi rilievi, il cui ordinamento fu fortemente influenzato dalla diversa natura delle rocce: negli scisti più erodibili, ed anche nei calcari intensamente disgregati dal disfacimento meteorico sotto un clima caldo-umido, si formarono ampie valli longitudinali e bacini incavati, mentre le rocce più resistenti, come le quarziti, le arenarie e i conglomerati ricchi di quarzo, rimasero sotto forma di creste sinclinali o monoclinali. La cosiddetta Great Valley corrisponde appunto ad una zona di rocce poco resistenti, compresa fra l'Altipiano Appalachiano, costituito in superficie da calcari devonici e arenarie carboniche, e le creste parallele degli Alleghani veri e proprî, che corrispondono esattamente alle zone di rocce più dure. Cessato il sollevamento, s'iniziò un nuovo periodo di demolizione, che procedette regolarmente, specie nel Pedemonte, costituito da materiali cristallini assai omogenei. Ma nel Pliocene si verificò un nuovo, irregolare sollevamento (fino a 500 m. al massimo) nelle parti centrali, mentre verso oriente una parte del piano costiero veniva invasa dal mare. Si ebbe perciò l'incisione di nuovi solchi vallivi, i quali anzi ebbero il tempo di allargarsi notevolmente, finché nel Quaternario antico si ripeté nuovamente il processo di sollevamento, e i fiumi incisero ancora i fondovalle pliocenici, oggi rimasti in forma di terrazzi alti talora fino a 200 m. sull'impluvio attuale. I sollevamenti terziarî furono qua e là accompagnati da fratture: un gradino di frattura è probabilmente il ripido margine della cosiddetta Blue Ridge verso il Pedemonte.
I processi orogenetici verificatisi dal Terziario in poi hanno avuto per conseguenza una replicata alterazione delle linee spartiacque. La Great Valley era originariamente tutta scolata da un fiume corrente verso sud; solo nel Terziario inferiore la parte meridionale di essa sarebbe stata catturata dal Tennessee, che prima era tributario diretto del Mississippi, più tardi fu deviato verso l'Ohio. Invece nella parte settentrionale è avvenuto che i tributarî dell'Atlantico, a forte pendenza, hanno ampliato il loro bacino verso l'interno fino a penetrare nella Great Valley e conquistarne alcune porzioni; essi perciò segano per intero gli Alleghani, incidendo nelle rocce dure di essi delle strette gole, dette Watergaps. In altri casi si ebbero catture per opera di fiumi susseguenti, e le antiche valli traversali appaiono oggi come solchi nelle parti elevate: sono i cosiddetti Windgaps.
In complesso, secondo i geologi americani, gli Appalachiani presenterebbero in modo tipico tutti, si può dire, gli esempî dei fenomeni cui può dar luogo la sovrapposizione di più cicli di erosione successivi.
Gli Appalachiani Meridionali. - La parte centrale, veramente montuosa degli Appalachiani Meridionali, è costituita dagli Alleghani veri e proprî, serie di catene molto serrate, talora biforcantisi ad angolo acuto, divise da strette valli longitudinali, e costituite da rocce cristalline assai dure; prevalgono le forme della montagna media, mancano le creste acute, le cime isolate dalle forme ardite, ecc. Le dorsali principali sono le Unaka Mountains (Hangover, 1717 m.), le Smoky Mountains (Clingman's Dome, 2030 m., Monte Guyot, 2023 m.), le Bald Mountains (Roan Mountain, 1922 m.), le Balsam Mountains (Tennessee Bald, 1980 m.), le Iron Mountains (M. Rogers, 1744 m.), ecc. Le linee di vetta mantengono spesso una sorprendente uniformità di altezza, attestando l'antico processo di spianamento: così le Smoky Mountains non scendono, per ben 45 km., sotto i 1500 m. e le Balsam Mountains, per oltre 48 km., restan pure sopra quella quota, tranne in un unico punto (Road Gap). Il loro aspetto è perciò quello di muraglie elevate, compatte; e ciò vale ancor più per la catena che forma il margine orientale degli Alleghani, la Blue Ridge, che per circa 150 km. si presenta come un bastione serrato, con ripido pendio verso oriente. Essa è alta dapprima 1200-1400 m. nella Georgia (M. Enota, 1460 m.), 1400-1800 nella Carolina Settentrionale e nella Virginia (Grand Father, 1796 m.); i passi si mantengono fra 800 e 1200 m.; la catena forma, in questa sezione, spartiacque fra il bacino del Mississippi-Ohio e quelli dei fiumi atlantici (Savannah, Santee, ecc.). Più a N. si continua con le Black Mountains, dove il M. Mitchell segna la massima altezza di tutto il sistema (2048 m.); poi perde di unità perché i numerosi Watergaps dei tributarî dell'Atlantico (Roanoke, Potomac, Susquehanna, Delaware, ecc.) la dividono in tanti gruppi; essa non ha più perciò il carattere di muraglia, diminuisce gradualmente di altezza e verso NO. si salda con le catene interne.
Nel complesso gli Alleghani hanno l'aspetto di montagne mature o vecchie, come è rivelato dai corsi d'acqua che hanno ormai raggiunto il loro profilo di equilibrio; solamente nelle Blue Ridge, in prossimità della linea spartiacque, i fiumi formano ancora delle cascate. Se le zone culminali delle catene sono ancora in talune sezioni ben delineate da pendii assai ripidi, ciò si deve alla resistenza della roccia. I processi della demolizione sono del resto ancora intensi, favoriti dal clima umido; e perciò mantelli assai spessi di detriti e di suolo eluviale ricoprono frequentemente la roccia in posto, mascherando i dettagli e conferendo uniformità al paesaggio.
La Great Appalachian Valley appare come un'ampia zona depressa - col fondo a 500-800 m. - fra gli Alleghani e l'altipiano occidentale, ma è divisa in parecchi solchi da brevi catene (Brushy Mts 1250 m., Lick Mts 1120, Clinch Mts 1440 m., Poweil Mts 1280 m.), che si levano con creste serrate come muraglie dal fondovalle e rappresentano residui sfuggiti al processo di spianamento, in virtù della durezza della roccia. Come si è già detto, la Great Valley non è oggi più un'unità idrografica: la sezione S. manda le sue acque al Golfo del Messico per mezzo del Coosa, tutta la sezione centrale è tributaria del Tennessee, mentre la sezione settentrionale manda le sue acque a varî fiumi, dei quali uno solo, il New River, va all'Ohio, gli altri (Roanoke, Potomac col Shennandoah, Susquehanna, Delaware, ecc.) vanno all'Atlantico, verso il quale si aprono la strada incidendo tutta intera la serie delle catene alleganiche. Gli spartiacque tra l'uno e l'altro di questi fiumi, o dei loro affluenti, hanno l'aspetto caratteristico di ampie soglie sdraiate.
L'Altipiano Appalachiano ad O. si leva dalla Great Valley con un gradino alto fino a 500 m. e molto marcato specie a sud (dove si chiama Altipiano del Cumberland), mentre anche verso il bassopiano dell'Ohio e del Tennessee inferiore è molto ben delimitato da un margine assai ripido; la sua altezza cresce in genere verso SE. fino a 1000 m. Esso rappresenta una tipica superficie di spianamento, che, in seguito al recente sollevamento, è stata incisa da una rete di anguste valli, molto ramificate, cosi da rimaner suddivisa in zolle isolate che le dànno talora l'aspetto di un paese montuoso; del resto i pendii, a causa dell'alternanza di strati di diversa resistenza, sono rotti frequentemente da gradini e terrazzi. Dove il calcare si estende su aree notevoli, i processi carsici hanno grande sviluppo. Si possono considerare come un'appendice settentrionale dell'Altipiano Appalachiano i M. Catskill (1282 m.), che tra il Delaware superiore e il Hudson si levano isolati dalla pianura circostante.
L'Altipiano del Pedemonte, che invece si affianca ad E. agli Alleghani - largo a S. fino a 150 km., sempre più ristretto verso N. dove va a morire sul mare alla foce del Hudson - è anch'esso una superficie di spianamento molto uniforme, per quanto intensamente incisa da solchi vallivi; lo interrompono solo qua e là piccole ondulazioni collinose - i cosiddetti Uplands - e a S. anche dossi e gruppi di modeste montagne, che rappresentano sempre residui sfuggiti alla demolizione per la resistenza della roccia. Le rocce cristalline, che, come si è detto, formano tutta l'ossatura del Pedemonte, sono coperte in genere da un potente ammanto di argilla rosso-bruna, prodotto di una profonda decomposizione in posto, cosicché esse vengono a giorno solo lungo i solchi dei corsi d'acqua. La piattaforma discende dolcemente verso oriente, da 700 a 200 m. circa, fino ad una linea dove, con una netta flessura, le rocce cristalline scompaiono sotto le formazioni recenti della pianura costiera. In corrispondenza a questa flessura - che rappresenta anche una zona instabile, frequentemente turbata da terremoti - tutti i fiumi che traversano il Pedemonte formano delle cascate o delle serie di rapide; è la cosiddetta Fall Line, che si può seguire da Montgomery fino a New York, dove termina al mare, e che è una delle caratteristiche morfologiche più salienti del sistema appalachiano; essa ha notoriamente una grandissima importanza antropica, perché l'utilizzazione dell'energia idroelettrica sviluppata dalle cascate ha dato vita e sviluppo a tutta una serie di floridi centri industriali.
Il clima degli Appalachiani Meridionali è caratterizzato dalla continentalità e dalla ricchezza delle precipitazioni (fino a due metri l'anno) prevalentemente invernali, con predominio di temporali e piogge violente, copiosissime, specie nelle parti elevate. Pertanto gli Alleghani sono per condizioni naturali una tipica regione di boschi: ed infatti, al di fuori dei grandi centri minerarî e industriali e delle linee di traffico, il bosco domina ancora fitto e selvaggio, anzi, per la grande varietà di specie, come pure per lo sviluppo del sotto-bosco, passa per uno dei più ricchi e rigogliosi delle regioni sub-tropicali e temperate; prevalgono i latifogli a riposo invernale, ma, procedendo verso sud, si fanno sempre più frequenti i sempreverdi. Nelle zone più alte si hanno boschi di conifere. Il pedemonte, dove il bosco è stato ormai in gran parte distrutto, è preferito da specie adattate a più intensi calori estivi, come il platano.
I Bianchi sono penetrati negli Alleghani solo verso la fine del sec. XVIII e si sono da allora mantenuti a prezzo di vivaci lotte con l'elemento indiano; la popolazione, poco densa, ha conservato assai puramente il sangue inglese, perché la posteriore immigrazione di elementi estranei è stata scarsa o nulla; mancando le piantagioni, manca anche l'elemento negro. Nel cuore della montagna prevale l'economia forestale; nella Great Valley si hanno fattorie (farms) che si dedicano alle colture del tabacco, del mais, delle frutta, ed all'allevamento. Due grandi distretti industriali sono sorti al margine della regione: uno a NO. (Pennsylvania occidentale), dove i ricchissimi giacimenti carboniferi e petroliferi nelle arenarie del Devonico e del Carbonico inferiore, hanno dato vita e sviluppo a tutte le industrie connesse (il centro, Pittsburg, è però fuori della regione appalachiana); l'altro, più recente, a SO., connesso con altre zone minerarie importanti (ferro, carbone), che ha per centri Chattanooga, Birmingham, Atlanta. Nella sezione settentrionale, dove, come si è detto, i fiumi tributarî dell'Atlantico incidono trasversalmente tutta la serie dei rilievi, sette od otto ferrovie traversano ormai la zona montuosa dall'uno all'altro versante, ma a S., dove le catene sono compatte, una sola strada ferrata di notevole importanza, costruita già nel 1883, s'inerpica faticosamente sul ripido margine orientale della Blue Ridge e, penetrando nel cuore della montagna, valica tutta la serie delle catene.
Gli Appalachiani Settentrionali. - Hanno subito in sostanza la stessa evoluzione morfologica dei meridionali, ma, per la grande uniformità delle rocce prevalenti, si presentano oggi piuttosto sotto la forma di pianalti ondulati, inclinati verso oriente, sopra i quali si elevano, sia gruppi di rilievi isolati (Monadnocks), sia anche dorsali allungate, in connessione con la comparsa di strati particolarmente resistenti. La glaciazione quaternaria ha ricoperto tutte le zone più elevate, lasciando cospicue tracce, sia nei frequenti accumuli morenici, sia soprattutto nella grande ricchezza di laghi e nei numerosi gradini che i corsi d'acqua saltano con cascate e cateratte. Le due valli del Hudson, continuata a N. dal lago Champlain, e del Connecticut, entrambe determinate da grandi fratture - la seconda anzi rappresentante una vera e propria fossa incisa nelle formazioni triassiche poco resistenti - costituiscono le linee direttrici nella morfologia della regione.
Ad oriente del Connecticut la piattaforma cristallina, modellata dal glacialismo, è dominata dalle White Mountains, che con creste rocciose allungate, costituite soprattutto da dure quarziti cambriche, si levano sopra il limite del bosco raggiungendo le massime altezze di tutti gli Appalachiani Settemrionali (M. Washington, 1724 m.). Tanto a S. che a N. del gruppo principale si hanno zone ricche di laghi: a S. si levano, in mezzo ad essi, isolati Monadnocks (notevoli soprattutto il Monadnock a SE. di Keene nel N. Hampshire, 965 m. e il Wachusett a O. di Boston, 632 m.); a NE. invece, le White Mountains sono continuate da dorsali alte 4-500 m. sopra la piattaforma, ricchissima di laghi, a contorni irregolari: la Saddleback Mountain si leva a 1136 m., più a NE. il granitico M. Katahdin si erge in mezzo a una miriade di laghi a 1640 m.; nel New Brunswick invece i rilievi restano al di sotto di 1000 m.
Tra il Connecticut e il Hudson si allungano le strette dorsali della Taconic Range e delle Green Mountains che, a guisa di pilastri, si levano spesso sopra i 1200 m. (Killington Peak, 1293 m., M. Mansfield, 1337 m.) e si continuano poi nella Penisola di Gaspé. col nome di Notre-Dame Mountains (Table Top, 1219 m.). Infine, ad O. della lunga fossa (180 km.) occupata dal lago Champlain, si leva il massiccio gneissico e granitico degli Adirondacks (M. Marcy, 1640 m.), che può considerarsi come una porzione sollevata della piattaforma laurenziana, rotta da fratture e incavata da numerosissimi piccoli laghi d'origine glaciale. Gli stessi caratteri generali della morfologia prevalgono nella Nuova Scozia, nell'isola del Capo Bretone e anche nell'isola di Terranuova, percorsa dalle ultime pieghe appalachiane, divergenti a ventaglio verso N. e NE., e divise da valli longitudinali. L'isola del Principe Edoardo è invece una zolla di arenarie triassiche a strati pressoché orizzontali.
Il clima degli Appalachiani Settentrionali è in stretto rapporto con quello dei bassipiani dell'America Settentrionale. Gli inverni sono, nonostante la bassa latitudine e la vicinanza al mare, estremamente rigidi, talora funestati da terribili tempeste di neve (Blizzards), la cui area di diffusione si trova tuttavia più addentro nel continente; le estati sono per contro molto calde, anzi in basso caratterizzate talora da vere e proprie ondate di caldo; le piogge sono copiose in ogni stagione. Per conseguenza anche gli Appalachiani Settentrionali sono coperti sui fianchi di boschi (misti, ma con prevalenza di conifere) molto fitti, tanto più ricchi e rigogliosi quanto più si procede verso S.; ma il limite superiore del bosco è molto variabile e in generale si mantiene basso (700-1400 m.), cosicché le parti più elevate dei monti restano nel dominio dei pascoli. Inoltre in più parti il bosco è stato già assai intaccato dall'uomo.
Gli Appalachiani Settentrionali sono la regione di più antico insediamento dell'elemento anglosassone; la penetrazione nella montagna, effettuata anche qui a prezzo di lotte con gli indigeni, ma facilitata dalla minor altezza e compattezza dei rilievi e soprattutto dalle valli che profondamente li intersecano, è molto più completa che negli Appalachiani Meridionali. La popolazione è più fitta; ovunque, nel New England, la vita industriale ha assunto sviluppo e manifestazioni grandiose in ogni ramo; anche negli stati più montuosi, come il New Hampshire, o ricchi di suolo roccioso, di laghi e di paludi, come il Maine, le numerose cascate favoriscono lo sviluppo delle industrie connesse con l'utilizzazione dei boschi e con l'allevamento; il Vermont, che occupa entrambi i versanti delle Green Mountains, è prevalentemente uno stato agricolo. I più grandi focolari industriali, oltre che sulla costa, si allineano lungo le valli, le quali hanno importanza anche per riguardo alle comunicazioni. Una doppia linea ferroviaria risale la valle del Hudson su ambo i lati fino ad Albany, dove si dirama dando origine a quattro ferrovie; di esse una prosegue lungo l'asse della valle verso N., un'altra segue il Mohawk e il Can. dell'Erie. Un'altra ferrovia risale il Connecticut, altre s'irraggiano da Boston e da Portland. Al contrario che negli Appalachiani Meridionali, l'accesso è perciò facile da ogni parte, fino nel cuore delle regioni più elevate.
Bibl.: Oltre le opere generali citate sotto la voce America del Nord, vedi soprattutto: A. Guyot, The Appalachian Mountain System, in Americ. Journal of Science, 1861; W. M. Davis, The Rivers and Valleys of Pennsylvania, in Nation. Geogr. Magazine, 1889; W. Hayes e M. Campbell, Geomorphology of the southern Appalachians, in Nation. Geogr. Magazine, 1894; Willis Bailey, The Northern Appalachians, in Nation. Geogr. Monographs, I, 1895; W. C. Hayes, The Southern Appalachians, ibidem, I, 1895; L. Ch. Glenn, Denudation and erosion in the southern Appalachians region, in U. S. Geol. Survey, Profess. papers, n. 72, 1911; T. M. Longstreth, The Catskill Mountains, New York 1918; La Forge, Cooke, Zeith e R. Campbell, Physical Geography of Georgia, in Geol. Survey of Georgia, Bull. n. 42, 1925.
Carte topografiche e geologiche dell'U. S. Geological Survey (v. stati uniti).