IBERICI, MONTI (A. T., 41-42)
Denominazione attribuita dai geografi al margine nord-orientale, fortemente rialzato, dall'altipiano interno iberico (meseta). Si tratta di una serie di massicci - costituiti da un'imbasatura di terreni paleozoici, sormontata da strati mesozoici disposti a struttura tabulare - che verso la meseta scende assai gradatamente, mentre precipita con gradini ripidi, corrispondenti a fratture, verso il bassopiano dell'Ebro. Nell'insieme forma il più notevole sollevamento della penisola, perché si mantiene, per altezza media, fra 1200 e 1500 m., prolungandosi, con direzione NO.-SE. dalla Porta di Burgos (995 m.) alla piana costiera di Valencia. I corsi d'acqua a forte pendenza che scendono all'Ebro e quelli più tranquilli che alimentano il Duero, il Tago e la Guadiana, hanno smembrato il sollevamento in varî gruppi, dei quali parecchi si levano oltre i 2000 m. e recano nelle aree culminali tracce della glaciazione quaternaria (circhi, archi morenici ecc.); sono di solito designati col nome di Sierre. A nord la Sierra de la Demanda raggiunge i 2305 m. nel Cerro S. Lorenzo; le fa seguito una doppia serie di rilievi, separati dall'alto corso del Duero, dei quali l'orientale è la più elevata (Pico de Urbión, 2255 m.); essa ha la sua continuazione nel potente bastione del Moncayo (2315 m., la vetta più alta degl'Iberici). Più a sud le sierre hanno minori altezze, ma conservano la disposizione in due serie separate da valli longitudinali (alte valli del Jiloca, del Guadalaviar, del Mijares); i 2000 m. si raggiungono nuovamente nella Sierra de Gúdar (2019 m.) e in quella del Sabinar (Peña de Javalambre, 2020 m.) che si fronteggiano ai due lati della valle del Mijares. A sud si ricollega ai Monti Iberici il plesso denominato Serranía de Cuenca, la cui parte centrale (Montes Universales) è una delle aree più chiuse della penisola, nonostante l'altezza di poco superiore ai 1800 m. (Muela de S. Juan, 1870 m.; Cerro de S. Felipe, 1839 m.). I Monti Iberici costituiscono nel complesso una regione poco favorevole allo sviluppo economico (sono anche poveri di risorse minerali) e all'insediamento. Essi hanno conservato alcune aree boscate (abeti, pini, ecc.), specie sul Moncayo; altrove sono coperti da fitta macchia; ma in molti luoghi v'è roccia viva, nuda e deserta. Una sola grande arteria di traffico, la ferrovia Madrid-Saragozza, traversa la massa montuosa, risalendo per la valle del Henares e discendendo per quella dello Jalón; in essa il centro delle comunicazioni è Calatayud (530 m.), donde si diramano ferrovie per Teruel-Sagunto a SE., per Soria a NO. La piccola cittadina di Soria sull'alto Duero, è a 1050 m., e Cuenca, sull'alto Júcar è a più di 900 m.; ma vi sono parecchi centri minori sopra i 1200-1300 m.; il più alto, Gudar, è a 1660 m.