VELEBIT, Monti (A. T., 77-78)
I Velebit o Alpi Bebie (in slavo Velebit Planina) sono l'orlo dell'altipiano croato, che scende sul Quarnarolo e sulle basse terre della Dalmazia settentrionale, dall'insenatura di Segna fino alle sorgenti della Zermagna (Zermanja).
Essi constano di una enorme piega rovesciata che dall'altipiano interno della Lika precipita a pareti unite e verticali, per circa 1600 m., sul Canale della Morlacca. La loro cresta unita, costituita di calcari scuri liassici, s'innalza a m. 1699 al M. Cucco (Mali Rajinac) e a m. 1753 al M. Santo (Sveto Brdo). Alla loro base affiorano i calcari cretacici, i quali hanno la loro massima estensione lungo la valle inferiore della Zermagna.
Vera muraglia unita e impervia, i Velebit separano nettamente il mondo marittimo dell'Adriatico da quello continentale interno della Croazia.
Solo la depressione di Mali Halan (m. 1045), percorsa dalla carrozzabile del Velebit e dalla ferrovia Spalato-Knin-Ogulin, divide questa catena da quelle più meridionali delle Alpi Dinariche, che fiancheggiano la Dalmazia. Mentre ai piedi della parete montuosa, lungo il mare, si hanno temperature invernali superiori ai 4° ed estive di oltre 20°, sulla costa montuosa la temperatura media del gennaio scende a −2° e l'estiva sale a 16°. Le precipitazioni superano i 2200 mm. annui e d'inverno cadono in forma di neve, la quale copre le vette per molti mesi.
Salvo nei dintorni del piccolo porto di Carlopago, dove si ha la flora mediterranea, le pareti rocciose sono nude, ma sopra gli 800 m. si stende la foresta di pini della Paklenica e, sulle cime, limitate zone pascolive di flora alpina. Dalle sue vette soffia a "refoli" violenti, nella stagione invernale, la fredda bora che rende difficile la navigazione sul Canale della Morlacca.
Con idrografia completamente carsica, a numerose grotte e caverne, questi monti furono sede degli antichi Liburni e poi rifugio dei Morlacchi, arditi e temuti pirati, debellati della repubblica veneta.