MONTSERRAT (A. T., 41-42: v. iberica, penisola, XVIII, tav. CXLVI)
Uno dei rilievi più caratteristici e insieme più originali della fascia montuosa che frangia la costa catalana, famoso non meno per la venerazione ond'è circondato l'omonimo monastero (v. sotto) che per la singolare bellezza del paesaggio. Il Montserrat si alza sulla destra del Llobregat a S. di Manresa: sopra un largo imbasamento di argille rosse (marine e lacustri) dell'Eocene inferiore (Thanetiano) poggia una potente pila di arenarie, argille e conglomerati dell'Eocene medio (Luteziano) e dell'Oligocene; massa che, al pari delle contigue, venne nel Terziario recente sollevata e sottoposta a movimenti orogenetici che la disturbarono, tuttavia in misura relativamente debole. L'orizzontalità o quasi, degli strati poté quindi essere mantenuta sopra una superficie abbastanza estesa, e i successivi abbassamenti del livello di base dei corsi d'acqua della regione determinarono, come in altri corsi simili (Meteore di Tessaglia, Quadersandstein della Svizzera sassone, ecc.), piuttosto l'affondamento delle incisioni vallive, che non il loro allargarsi per arretramento delle pareti. La presenza di diaclasi e litoclasi, pressoché verticali, che l'azione delle acque e del calore ha finito via via con l'ingrandire, portò, come conseguenza, a una frammentazione della massa rocciosa in blocchi, naturalmente tanto più numerosi e minuti, quanto più lungo poté essere il lavorio di disfacimento subaereo a cui vennero sottoposti (numerose le cuevas, o grotte). Di qui l'aspetto seghettato e appuntito delle sommità (bene espresso dal nome stesso di Montserrat, che cornsponde al nostro "resegone"), la selva di monoliti, di lame, di pilastri che le innumeri vallecole, le gole e i crepacci isolano lungo i fianchi del monte, e che veduti da una certa distanza assumono, dinnanzi alla fantasia del visitatore, le forme più strane (Gigantes encantados, Cabeza de muerto, Flautas, Cavall bernat, ecc.). Non meno tipici sono la colorazione della roccia, tendente in genere al grigio-rosa (in seguito alla soluzione o deposito del contenuto in ferro del cemento conglomerato) e l'aspetto affatto nudo della zona più alta, col quale contrasta il manto verdeggiante che fascia le basse pendici.
La massima altezza del gruppo (che si continua nel Montseny e nel Montagut, sia pure con diverso tipo morfologico) tocca i 1240 m. (un migliaio di metri sul fondovalle del Llobregat); il monastero poggia invece sopra un angusto ripiano a 725 m. d'altezza (dove s'inizia il più elevato mantello di depositi oligocenici), poco sotto un profondo intaglio che divide nettamente in due tutta la massa del monte. L'accesso vi è facilitato (dal 1892) dalla ferrovia a cremagliera (8 km.) che da Monistrol, il comune più vicino (2200 abitanti) sulla linea Barcellona-Lérida, adduce proprio ai piedi del monastero. Questo, che può alloggiare nomialmente fino a 2000 persone, richiama ogni anno una folla di pellegrini che si aggira sulle 80 mila anime (varie cappelle e chiese si trovano distribuite in tutta la regione).
Un piccolo romitaggio o cappella dedita alla Madonna dovette esistere nel Montserrat fino dai tempi visigotici. Difatti nell'888 Wifredo il Peloso donò al monastero di Ripoll antiche ecclesias del Montserrat riconquistato ai musulmani, tra le quali quella di Santa Maria citata specificamente in varî documenti dell'epoca. Questa cappella diventa una domus o coenobium sanctae Mariae abitato da una comunità tra il 1025 e il 1035, periodo che segna gl'inizî del monastero, fondato da Oliva, l'insigne abate di Ripoll, vescovo di Vich. Priorato dipendente da Ripoll, ha un periodo di fiore, specie come santuario della Madonna, centro di pellegrinaggi. Nel sec. XIV lotta per sottrarsi alla tutela della casa madre dalla quale si separa definitivamente nel primo decennio del sec. XV. La nuova abbazia intervenne nelle vicende politiche di Catalogna ed ebbe momenti di grandezza (abati Vilalta, Ferrer) e, anche, gravi crisi. Per scongiurare una di queste vi furono inviati, in qualità di riformatori, ma con esito negativo, alcuni monaci di Montecassino (1443). Grave colpo ebbe a soffrire sotto Ferdinando il Cattolico che non dimenticò la parte che Montserrat aveva preso alla guerra di Catalogna contro Giovanni II: i monaci catalani furono espulsi dal monastero, costituito nuovamente in priorato dipendente da quello di Valladolid (1493). L'annessione alla congregazione vallisoletana originò gravi discordie che turbarono la pace del cenobio. Tuttavia Montserrat offrì grandi figure, come il padre Garsias de Cisneros primo priore, che ottenne da Roma il restauro della dignità abbaziale, e gli abati P. di Burgos e B. Garriga. Distrutto nell'invasione napoleonica (1811, 1812), dopo tentativi ostacolati dai moti politici della prima metà del sec. XIX, il monastero fu ricostruito dal 1862 con l'abate Muntadas, nominato personalmente da Pio IX, con indipendenza dalla congregazione di Valladolid. Sotto il governo di Dom A. M. Marcet, Montserrat ha ora intensificato la sua caratteristica di santuario nazionale catalano, e con l'imponente biblioteca, gli archivî e musei, la scuola di musica e le importanti pubblicazioni va annoverata tra le più insigni case dell'Ordine.
La chiesa primitiva non esiste più; dell'antico monastero rimangono solamente una parte della galleria del chiostro (1460) e una porta romanica. La nuova basilica è a una sola nave di m. 68 per 15, con cappelle laterali; la facciata del sec. XVI sobria e ben membrata, probabilmente innalzata secondo il disegno dell'architetto Pere Blay, fu distrutta nel 1900 per essere sostituita dall'attuale, banale e manierata. La cupola dell'edicola della Madonna è decorata da una teoria di santi e re catalani, di profondo misticismo e di primitiva luminosità pittorica, opera di Joan Llimona. Il monastero possiede un museo ben organizzato con raccolte notevoli di lapidaria, di preistoria e di storia biblica e anche di quadri italiani e spagnoli del Seicento. A poca distanza v'è un altro antico monastero dedicato a S. Cecilia, che data dal 957; la sua chiesa possiede una vòlta a botte e l'abside è decorata con lesene e archetti.
Bibl.: Analecta Montserratensia, Montserrat, I (1918), e segg.; J. Puig i Cadafalch, J. De Falguera, J. Goday i Casals, L'Arquitectura romanica a Catalunya, Barcellona 1906-1918; A. Calzada, Historia de la arquitectura en España, ivi 1928; J. F. Ràfols, Pere Blay i l'arquitectura del Renaixement a Catalunya, ivi 1934.