MONZA (A. T., 24-25-26)
Importante città della Lombardia (provincia di Milano). Sorge a 163 m. s. m., 13 km. a nord-est di Milano, sul limitare dell'amenissima Brianza dove l'uniformità del piano lombardo già si rompe con le prime ondulazioni fra le quali scorre la viva corrente del Lambro, che attraversa la città.
L'aspetto complessivo di Monza è quello caratteristico dei moderni centri industriali in rapido sviluppo e in continua espansione; e, sebbene la città non presenti notevole interesse di costruzioni, numerosi e pregevoli monumenti ne ricordano il glorioso passato.
L'importanza attuale di Monza consiste nelle sue svariate attività industriali, il cui sviluppo segnò l'accelerato progresso edilizio e demografico della città stessa, la quale nel 1890 contava 17.000 abitanti, saliti a 27.500 nel 1900, a 37.388 nel 1921, a 53.000 nel 1931.
L'attività commerciale e industriale ha in questi ultimi anni seguito un ritmo ascensionale accelerato, sì da far considerare Monza come la più importante fra le città satelliti della metropoli lombarda, la quale, se può nel passato averle tolto qualche manifestazione di vita, oggi l'attrae sempre più nel suo ritmo e la rende partecipe di molte manifestazioni sia nel campo economico sia in quello culturale. Fra le numerose industrie hanno speciale importanza quella dei feltri di lana per cappelli, industria che risale al Seicento (i fez usati in Levante sono in gran parte fabbricati a Monza), quella delle tele e dei tappeti, oggi perfezionata anche nella fabbricazione di tipi fini, imitazione di quelli orientali. Seguono, poi, le industrie tintorie, quelle meccaniche, dei mobili, ecc. Circa 2000 operai sono occupati in quest'attività e in altre minori.
Monza possiede importanti istituzioni, quali il grandioso ospedale, dovuto alla munificenza di Umberto I, varie scuole medie classiche e professionali. È poi sede di una grande manifestazione sportiva, il circuito automobilistico (detto anche di Milano).
Monza è stazione ferroviaria, collocata in importante punto di diramazione delle ferrovie che da Milano si dirigono verso Como, da una parte, e verso Lecco e Sondrio, dall'altra. Una fitta rete di tramvie l'unisce a Milano e ai vari centri della Brianza, Cantù, Meda, Carate, come pure a Trezzo e a Bergamo. Uno splendido viale alberato unisce la villa reale di Monza con Milano.
L'agricoltura ha nel territorio comunale (superficie kmq. 31,55) minore importanza, sebbene notevole sia la coltura del gelso con relativo allevamento bachi, oltre a quelle del frumento, del mais, della segala, dell'avena e delle ortaglie.
La popolazione del comune era di 60.938 abitanti nel 1931.
Monumenti. - La basilica di S. Giovanni Battista, detta anche il duomo, sorse per iniziativa della regina Teodolinda sulla fine del sec. VI; fu interamente ricostruita nel secolo XIII e, nel seguente, ampliata e arricchita della facciata marmorea per opera di Matteo da Campione, cui si deve anche il cosiddetto Evangelicaterio, oggi tribuna dell'organo con ornamenti e figure in marmo. Di particolare importanza è la cappella di Teodolinda, la quale, oltre a contenere il sepolcro di Teodolinda e di Agilulfo e - nell'altare - la famosa corona ferrea, è decorata dalle importantissime pitture degli Zavattari (1444). Nel 1570, in una vòlta del braccio destro della crociera, dipinse Evangelisti e Angioli Lattanzio Gambara bresciano; nel Seicento dipinsero per la basilica G. C. Procaccini, Ercole Procaccini, Isidoro Bianchi, il Montalto di Treviglio, ecc.; nel Settecento vi svolsero una fastosa decorazione, che però fece sparire ogni originario carattere, Carlo Sebastiano Ricci, l'Abbiati, il Porta, il Longoni, ecc. Di grandissima importanza per le arti minori nel Medioevo è il ricchissimo tesoro. Ricordiamo tra l'altro la chioccia, la croce di Berengario, una croce niellata, i dittici d'avorio, fiale, legature, il ventaglio di Teodolinda, il reliquiario d'oro del secolo VIII, ecc. La torre campanaria, iniziata nel sec. XIV, fu compiuta su disegni del Pellegrini tra il 1592 e il 1606. L'Arengario o Palazzo del comune (v. illustrazione, IV, p. 154) appartiene alla serie dei Broletti e Palazzi della ragione lombardi e ha grande analogia con quello di Milano. Sorse tra il 1250 e il 1293. Notevole la loggia dell'arringo o Parlera, dalla quale si proclamavano gli editti del comune e si arringava il popolo. La chiesa di S. Maria in Strada, completata nel secolo XIX, offre un notevole esempio di ricca decorazione in cotto (sec. XIV). La Villa Reale, eretta dall'arciduca Ferdinando d'Austria a partire dal 1777 su progetto del Piermarini, e completata del grandioso parco per ordine di Eugenio Beauharnais nel 1806, è il tipico esempio di dimora principesca suburbana secondo il concetto neoclassico. Nel parco notevoli le due villette di Mirabello e Mirabellino, la cascina di S. Fedele con ragguardevoli resti della chiesa milanese di S. Maria di Brera, cioè, frammenti decorativi della facciata, che era opera di Giovanni di Balduccio da Pisa (sec. XIV); e la trecentesca chiesa francescana delle Grazie Vecchie.
La cappella espiatoria che Vittorio Emanuele III fece erigere sul luogo ove Umberto I cadde vittima dell'odio anarchico, fu disegnata da Giuseppe Sacconi, portata a compimento da Guido Cirilli, dedicata il 29 luglio 1910.
V. tavv. CXLIX e CL.
Storia. - Vico insubre e poi romano della regione XI Transpadana nell'agro milanese, col nome di Modicia conservatoci da un'iscrizione dedicatoria a Ercole che ricorda la sua Iuventus, sede, come pare, di veterani romani provenienti da Magonza. I rinvenimenti archeologici fatti nella sua zona risalgono all'età del bronzo e divengono più numerosi in tombe dell'età romana. Acquistò vera importanza solo all'epoca dei Longobardi.
A due principali fattori si può ricollegare la storia di Monza: la posizione e il possesso di alcuni preziosissimi cimelî. La posizione, per la sua amenità e la grande vicinanza a un centro importante come Milano, diede a Monza la funzione storica di regale villeggiatura. Incominciata con Teodorico, re degli Ostrogoti, e durata fino a re Umberto I, tale funzione raggiunse speciale importanza in due periodi di tempo: nel sec. VII, quando, grazie alla longobarda regina Teodolinda, Monza, abbellita da una grande basilica, ricca d'insigni preziosità (la corona ferrea e il tesoro) assurse a grande splendore; e tra la fine del secolo XVIII e il principio del XIX, per opera dell'arciduca d'Austria Ferdinando e di Eugenio di Beauharnais. La corona ferrea, usata per incoronare i re italici, da Berengario a Napoleone e a Ferdinando I, procurò a Monza, oltreché fama e decoro, privilegi e benefici anche politicamente importanti. D'altra parte la corona e il tesoro, usati come pegni, fecero non poche volte di Monza il tesoriere e fideiussore per i mutui di Milano. Inoltre, con gli esodi tutt'altro che infrequenti e i successivi ritorni in città, attuati gli uni e gli altri con appariscente esteriorità e viva commozione della cittadinanza, la corona e il tesoro diedero luogo a un avvenimento della cronaca monzese, tanto più notevole per il suo ripetersi a non lunghi intervalli.
La vicinanza di Milano ha pure avuto per effetto (e con ciò ha ulteriormente caratterizzato la storia di Monza) l'intima partecipazione o meglio subordinazione di Monza alle vicende politiche ed economiche della vicina metropoli. All'anno 1126 risale l'inizio della dominazione milanese, che durò per molti secoli, interrotta solo brevemente per opera di Federico I ed Enrico VII e definitivamente consolidata nel 1324 da Galeazzo I Visconti (che a Monza diede trista nomea con le tetre prigioni dette "forni", costruite nel castello da lui fatto erigere) e da Azzone Visconti, che nel 1333 cinse la città di nuove mura e torri e ne perfezionò gli statuti. Dopoché Milano divenne signoria, Monza fu un feudo comitale, posseduto prima dai Belgioioso, al tempo di Carlo V dai De Leyva (alla quale famiglia appartenne donna Marianna, la famosa "signora di Monza" monacata per forza), e infine dai Durini, che la tennero fino all'abolizione dei feudi.
Monza dipendeva dal signore di Milano, ma di fronte al ducato era autonoma e tale autonomia (esplicantesi nella separazione politica, amministrativa, giudiziaria ed economica) essa difese sempre energicamente, sicché gran parte della sua storia dal sec. XV al XVIII è costituita dalle controversie sostenute per quella difesa.
Nel sec. XIX l'insurrezione del marzo 1848 con la cacciata della guarnigione austriaca e la cattura di una parte di essa, la larga partecipazione dei Monzesi alle campagne per l'indipendenza nazionale, lo sviluppo (a ripresa d'un'attività già grande nel Medioevo) dei commerci e delle industrie, tra cui massima quella dei cappelli, costituiscono le note salienti della storia monzese e i titoli di benemerenza della città.
Bibl.: B. Morigia, Chronicon Modoetiense, in Rerum Italicarum Scriptores, XII (1778), p. 1061 segg.; A. Frisi, Memorie storiche di Monza e sua corte, Milano 1794; G. Marimonti, Memorie storiche della città di Monza, Monza 1841; G. Riva, Sommario delle vicende storiche di Monza, in Guida di Monza e del circondario di Z. Lucchini e G. Riva, Milano 1897; G. Riva, L'arte del cappello e della berretta a Monza e a Milano nei secoli XVI-XVIII, Monza 1909; C. M. Rota, Origine e significato del nome di Monza, ivi 1927; L. Modorati, Cronistoria della città di Monza dalle origini fino al 1900, ivi 1925. Per i monumenti: S. Boffa, I maestri Campionesi, Marco, Iacopo, Matteo ed altri, Milano 1898; P. Toesca, Storia dell'arte italiana, I, Il Medioevo, Torino 1927; C. Fumagalli e L. Beltrami, La Cappella della regina Teodolinda nella Basilica di S. Giovanni Battista in Monza e le sue pitture murali, Milano 1891; P. Toesca, La pittura e la miniatura nella Lombardia, Milano 1912; A. Sacchi e G. Ceruti, Il palazzo del comune, detto Arengario, in Monza (relazione storico-artistica con prefazione, aggiunte e disegni di Luca Beltrami), Milano 1890.