JÓKAI, Mór (Maurizio)
Romanziere ungherese, nato il 18 febbraio 1825 a Komárom (ora in Cecoslovacchia: Komárno), morto a Budapest il 5 maggio 1904. Diciassettenne, scrisse la prima opera, un dramma intitolato Zsidó fiu (Ragazzo ebreo, 1842), e nel 1846 pubblicò il primo gran romanzo Hétköznapok (Giorni feriali), che lo rese popolare per la sua fantasia straordinaria e per la maestria nell'uso della prosa ungherese. L'anno appresso assunse la redazione della rivista Életképek (Immagini della vita) e subito dopo prese parte attiva alla lotta magiara del 1848-49: nel marzo del 1848 fu - accanto al Petőfi - uno dei capi della gioventù rivoluzionaria, e poco dopo redattore di un giornale rivoluzionario (Esti lapok, Fogli serali). La carriera politica non cessò neppure più tardi di attirarlo, e dopo il compromesso austro-ungarico per alcuni decennî fu deputato, conquistando benemerenze anche nel campo politico. Nel 1848 si unì in matrimonio con la rinomata attrice Rosa Laborfalvi e dopo la morte di lei sposò l'attrice Bella Nagy (1899). Fu collaboratore o redattore di parecchie riviste: della Vasárnapi Ujság (Giornale della domenica), della Űstökös (Cometa), nonché dei giornali Magyar sajtó (Stampa ungherese), A hon (La patria), Nemzet (Nazione), ecc.
L'arte di J., pur risentendo dell'influsso dei romantici francesi, di Dumas padre, di V. Hugo e di E. Sue, esprime con grande potenza l'anima del suo popolo. Il suo indirizzo letterario è puramente romantico e romantica rimase la sua personalità fino alla morte. Per la sua ricchissima fantasia e l'inesauribile forza inventiva, J. appartiene ai romanzieri più fecondi. La trama delle sue opere come i caratteri quasi sovrumani dei personaggi, le loro virtù e i vizî inverosimili, talvolta hanno poco a che fare con la vita reale. Manca pure ai suoi romanzi e alle sue novelle una profonda motivazione psicologica. Ma J. ha una grande virtù: rimane uno dei più grandi narratori, perché sa sempre interessare e impressionare il lettore con la virtù impareggiabile della sua arte narrativa, con la sua meravigliosa vena umoristica, nonché con lo stile sempre fluido e spesso di un colorito fresco e ricco. Scrisse anche drammi, come A szigetvári vértanúk (I martiri di Sz.), Milton e altri, ma la sua genialità si manifesta meno in questo campo. I suoi romanzi più belli attingono allo spirito fecondo del risorgimento ungherese: Egy magyar nábob (Un nababbo ungherese, 1854), Kárpáthy Zoltán, (Z. K., 1854), Az uj földesúr (Il nuovo padrone, 1863), A tengerszeemű hölgy (La signora dagli occhi color di mare, 1890). Fra i suoi romanzi storici meritano rilievo Erdély aranykora (L'epoca d'oro della Transilvania, 1852), Törökvilág Magyarországon (Mondo turco nell'Ungheria, 1853), Rab Ráby (Ráby il prigioniero, 1879), Névtelen vár (Fortezza senza nome, 1877), A lőcsei fehér asszony (La donna bianca di L., 1885), Janicsárok végnapjai (Ultimi giorni dei giannizzeri, 1854). Importante, perché rivela l'anima popolare magiara, è il romanzo Sárga rózsa (Rosa gialla, 1893), ricco anche di pregi formali. Altri suoi romanzi popolari sono: A kőszivű ember fiai (I figli dell'uomo dal cuore di pietra, 1869) e Aranyember (L'uomo d'oro, 1872). Una creazione singolare dell'esuberante fantasia di J. rimane il romanzo A jövő század regénye (Il romanzo del secolo prossimo, 1874). Le opere di J., godono larga fama anche all'estero: molte di esse sono tradotte in varie lingue.
Ediz.: Opere complete in 100 volumi, Budapest 1894-98; opere postume 10 volumi, Budapest 1912.
Bibl.: Névy, M. J., Budapest 1894; L. Szabó, J. élete és müvei (Vita e opere di M. J.), Budapest 1904; K. Mikszáth, J. M. élete és kora (La vita e l'epoca di M. L.), Budapest 1907; per la critica dell'arte di J. v. le opere di P. Gyulay, E. Péterffy, Z. Beöthy, É. Császár, A magyar regény története (Storia del romanzo ungherese), Budapest 1922; F. Szinnyei, Novella-és regényirodalmunk a szabadságharcig (La nostra letteratura di novelle e di romanzi fino alla lotta per la libertà), Budapest 1925-26; F. Zsigmond, J., Budapest 1924; F. Szinnyei, Novella-és regényirodalmunk az absolutizmus korának elején (La nostra letteratura di novelle e di romanzi all'inizio dell'assolutismo), Budapest 1929.