MORFOLOGIA
Lo svolgimento della nozione di morfologia risente in questi ultimi anni del contraccolpo delle ricerche fonologiche e di quelle di grammatica generale (v. fonetica; linguistica, in questa App.). Le une e le altre dànno un risultato comune, un aumento di interesse per i problemi "strutturali".
Il metodo fonologico delle opposizioni ha portato alla costruzione di una "morfologia fonologica" o "morfonologia". Soprattutto quando si pensi al problema dei "morfemi virtuali" (v. XXIII, p. 830) come si presentano nelle alternanze vocaliche delle radici indoeuropee, si ha l'impressione immediata del modo perfetto con cui il metodo delle opposizioni vi si può adattare. È soprattutto sulla morfologia che la grammatica generale fa sentire il peso delle sue conquiste, e, anche, dei suoi rischi. Nello studio dedicato alla Catégorie des cas (Copenaghen 1935 segg.) L. Hjelmslev, nello sforzo di presentare lo schema di tutti i casi possibili, arriva a rappresentarlo matematicamente col simbolo 63 = 216. Anche questa ricerca, di così alto interesse, è subordinata alla condizione che i 216 "casi" siano gli elementi di uno "schema di grammatica" che possa essere universalmente adottato come comoda unità di misura, ma non come 216 categorie che dovrebbero costituire la realtà di una "lingua in sé". Parecchi sono i problemi particolari affrontati con spirito strutturalista. La teoria della parola nel lavoro di A. Rosetti, Le mot, esquisse d'une théorie générale, Bucarest, 2ª ed. 1947, con ricca bibliografia. Una indagine sulle parti del discorso è quella di J. Karcevski, Introduction à l'étude des interjections, in Cahiers F. de Saussure, I (1941), p. 57 segg. Il problema, così delicato, del morfema zero (v. XXIII, p. 830), è trattato da R. Jakobson in Mélanges Bally, p. 143 segg. Sui rapporti tra "forma e significato" dei morfemi sono importanti gli scritti di G. Guillaume, Esquisse d'une théorie psychologique de la déclinaison, in Acta linguistica, I, 1939, p. 167 segg.; L'architectonique du temps dans les langues classiques, ibid., III (1942-43), p. 69 segg. Sui rapporti fra morfologia e fonetica è fondamentale la relazione di R. Jakobson, The phonemic and grammatical aspects of language in their interrelations, in -qctes du VI,'e Congrès intern. des linguistes, Parigi 1948.
Indipendentemente da un indirizzo teorico preciso, ma con un ideale innegabilmente strutturalista, è stata elaborata da E. Benveniste una teoria della radice indoeuropea nel suo volume Origine de la formation des noms en indoeuropéen, Parigi 1935.