In biologia, variazione di forma degli organismi indotta da fattori dell’ambiente esterno, e perciò non ereditaria. Il termine è usato come seconda parte di parole composte, di cui la prima indica la successione temporale delle m. (ciclomorfosi) o la natura dell’agente che le determina, come la luce (fotomorfosi), l’acqua (idromorfosi), un composto chimico (chemomorfosi), il contatto con un corpo estraneo (tigmomorfosi). Se l’agente che determina la m. è un organismo, si parla di biomorfosi e, rispettivamente, di fitomorfosi e di zoomorfosi, a seconda che esso sia un vegetale o un animale.