MORGANZIA (gr. Μοργαντίνη; lat. Murgantia)
Antica città della Sicilia, che una tradizione, risalente ad Antioco, diceva fondata dalla tribù italica dei Morgeti, cacciati dagli Enotrî e passati in Sicilia. Il sito non è ancora bene identificato: chi la cerca non lungi da Leontini, presso l'odierno Agnone, dove esiste una località chiamata Murgo (T. Fazello); chi la localizza nella piana di Catania, presso il Simeto (F. Cluverio); chi la pone sul Crysas o Dittaino (E. A. Freeman). Sappiamo che la città fu espugnata da Ducezio e che dopo il 450 passò di nuovo nelle mani dei Siracusani i quali nel 424 la cedettero a Camarina, ma forse per breve tempo, perché era di nuovo in loro possesso, quando, durante il suo esilio, l'occupò Agatocle che, in seguito, vi arruolò anche milizie per la sua spedizione contro Erbita. Durante la seconda guerra punica Livio riferisce (ma forse c'è equivoco) che i Romani la occuparono, con 100 navi. Certo, Imilcone se ne impadronì; il pretore M. Cornelio la riconquistò cedendola ai soldati ispani che avevano tradito Siracusa. Nella seconda guerra servile fu per qualche tempo in mano degli schiavi. Cicerone parla di Morganzia come civitas decumana; più tardi Plinio annovera la sua popolazione tra quelle stipendiariae dell'interno. Con questa notizia contrasta quella di Strabone il quale dice che ai suoi tempi questo centro non esisteva più; ignoriamo perciò quando precisamente sia stata totalmente distrutta. La città, nell'epoca greca, ebbe una zecca con tipi che ricordano ora quelli di Gela, ora quelli di Camarina e di Terina.
Bibl.: T. Fazello, De rebus Siculis, I, Palermo 1558, p. 3; F. Cluverio, Sicilia antiqua, II, Leida 1619; V. M. Amico, Lex. Topogr., Palermo 1757, s. v.; A. Holm, Stor. d. Sic., trad. ital., I, Torino 1896, p. 483; II, ivi 1901, p. 431; III, i, ivi 1901, pp. 109 e 115; E. A. Freeman, Hist. of Sicily, I, Oxford 1891, pp. 170, 369, 370 segg.; J. Beloch, Gr. Gesch., II, i, Strasburgo 1914, p. 135; IV, i, Berlino 1927, p. 182; B. V. Head, Hist. numorum, 2ª ed., Oxford 1911, p. 157.