MORO
. Famiglia veneziana fra le più antiche. Se il console Albino Moro, presunto fondatore della città nel 424 è di postuma invenzione, alla stregua del fantastico episodio di fondazione, la presenza della famiglia fin dal 982 è attestata dalle sottoscrizioni di una donazione autentica al monastero di S. Giorgio. La famiglia da allora in poi fu una delle più influenti, perché figura in tutti gli atti pubblici, occupando anche posti notevoli (Giovanni, patriarca di Grado nel 1121; Marino, capitano dell'armata nella guerra contro Trieste del 1277). Attratta verso l'Oriente nel momento dell'espansione veneziana nel Mediterraneo, migrò a Negroponte con un suo ramo, rientrato in patria nel 1318: spiegò la maggiore attività tra la fine del sec. XIV e il sec. XV raggiungendo con Cristoforo i massimi fastigi della dignità ducale. Giacomo, da S. Giovanni in Bragora, procuratore di S. Marco, fu uno dei più attivi uomini politici e soldati nel fortunoso conflitto veneto-carrarese tra il 1370 e il 1380, morto nella missione in Baviera nel 1377. Giovanni, già podestà di Padova sotto i Carraresi, fu tra i primi reggitori veneziani della terraferma al momento dell'acquisto di questa. Silvestro trascinò a Venezia prigioniero Francesco da Carrara. Antonio, provveditore della terraferma, costrinse nel 1413 Feltre, Belluno, Bassano e Cologna a darsi a Venezia. Finalmente più celebre di tutti è Cristoforo, eletto nel 1432 al seguito dell'imperatore Sigismondo e podestà di Belluno, nel 1442 capitano di Padova, nel 1447 avogadore di comune, nel 1448 procuratore di S. Marco, nel 1462 eletto alla dignità ducale, che resse per nove anni fino alla morte (2 nov. 1471). Il periodo del suo dogado fu infausto, perché amareggiato dalla perdita di Negroponte e dai continui travagli procurati dai Triestini. Collaborarono con lui nelle vicende politiche della metà del secolo Lorenzo di Baldassare, sopracomito nel 1444 delle galee di Eugenio IV, e Giovanni, ambasciatore a Siena nel 1451, in Germania nel 1454 e procuratore di S. Marco nel 1493. Poi nella fortunosa circostanza della guerra di Ferrara emerse Damiano, provveditore generale dell'armata in Po nel 1482, nella quale carica morì; e nel periodo della lega di Cambrai Cristoforo di Lorenzo e i fratelli Sebastiano e Giovanni figli di Damiano. I secoli posteriori se non si possono dire grigi per la storia della famiglia, che annoverò anche discreti letterati, quale Gabriele, filosofo, morto nel 1650, non registrano personaggi di particolare fama, fuori dell'esercizio ordinario delle pubbliche funzioni, comune a tutto il patriziato.