Malaspina, Moroello
, Un personaggio di questo nome, della famiglia feudale di Lunigiana, fu particolarmente legato alla vita e alle opere di Dante. Si pensa infatti che questo M., col quale D. deve aver stretto rapporti durante il suo soggiorno lunigianese - anche se non fu direttamente suo ospite -, fosse il destinatario dell'epistola IV che accompagnava la canzone Amor, da che convien (Rime CXVI), composta proprio subito dopo il soggiorno in Lunigiana del poeta (1307-1308). Inoltre, a nome di questo M., il poeta rispose, col sonetto Degno fa voi trovare ogni tesoro (Rime CXIII), a Cino da Pistoia che aveva dedicato al signore Cercando di trovar minera in oro.
È antica e diffusa opinione che il vapor di Val di Magra citato nella profezia di Vanni Fucci (If XXIV 145) fosse appunto questo marchese M. - e precisamente Moroello di Giovagallo - il quale nel 1302 guidò alla vittoria, contro i Bianchi di Pistoia, i fuorusciti Neri di quella città; fra i Neri rientrati in patria fu Cino, la cui amicizia col condottiero di Lunigiana probabilmente risale a quell'epoca.
Una tradizione tramandataci dal Boccaccio nella sua Vita di D., inoltre, vorrebbe che, mentre il poeta era ospite di questo marchese M., gli venisse inviata da Firenze la parte di Commedia composta prima dell'esilio e che proprio lì D. riprendesse la composizione del poema e quindi intendesse dedicare il Purgatorio a Moroello. Questa tradizione comunque non ha alcuna solida base di credibilità.
Identificare storicamente il personaggio non è facile dato che ai tempi di D. più membri della famiglia portavano tale nome: Moroello di Mulazzo, padre di Franceschino ospite di D., e nonno di un altro Moroello ancora in minore età nel 1321; Moroello di Valditrebbia, Moroello di Giovagallo e Moroello di Villafranca.
Fra tutti questi omonimi e congiunti i critici si sono impegnati, con un attento vaglio di argomenti, per giungere alla determinazione del Moroello dantesco. Esclusi a priori il Moroello di Mulazzo, già morto nel 1285, e suo nipote ancora in minore età nel 1321, e ugualmente non ritenuto probabile il Moroello di Valditrebbia che trascorse tutta la sua vita nei possessi oltrappenninici (benché a lui, con argomenti forzati, si riferisse l'identificazione di E. Branchi), i più probabili tra i personaggi presi in considerazione rimangono il Moroello di Giovagallo e il Moroello di Villafranca. Per accettare che quest'ultimo sia il Moroello dantesco, come decisamente affermano il Fraticelli e lo Staffetti (di questa opinione si è anche dichiarato il Piattoli), bisogna superare la difficoltà presentata da un documento del 22 giugno del 1301 in cui il personaggio in questione appare sotto la tutela della madre Tobia Spinola: tale ostacolo però viene aggirato supponendo Moroello uscito di minore età subito dopo il 1301 e quindi nella possibilità di ospitare il poeta intorno al 1306. Il Gerini e lo Zingarelli a loro volta sono decisamente favorevoli a un'identificazione nel Moroello di Giovagallo, e la loro tesi è apparsa la più probabile ai commentatori posteriori. La principale difficoltà che si è sollevata nei confronti di questa identificazione, cioè che il marchese di Giovagallo è stato uno dei maggiori rappresentanti del guelfismo toscano, non è determinante in quanto il fatto non esclude necessariamente suoi eventuali rapporti con D.; e così anche per la citazione che si fa di Moroello in If XXIV 145, poiché è concordemente accettato che in questo caso si tratti di un riferimento all'impresa di Serravalle in cui il marchese di Giovagallo capitanò i Neri pistoiesi, e l'allusione dantesca non ha un valore deprecativo bensì il tono solenne proprio di una celebrazione. Infine c'è l'elogio di Alagia Fieschi (Pg XIX 142-145), moglie di Moroello, che si può considerare un vero e proprio omaggio ai M. e quindi al personaggio in questione; infatti la donna viene lodata in contrasto con la famiglia di origine, quasi a significare che la sua virtù si è perfezionata proprio in seno alla famiglia acquisita.
Importante testimonianza di rapporti intercorsi fra D. e il marchese di Giovagallo possono considerarsi l'atto di procura fatta a D. dai marchesi M. per stipulare la pace col vescovo di Luni e il documento della pace stessa. Da un attento esame dei testi dei due documenti, infatti, nonché dalla considerazione di atti e di eventi precedenti, si può con una certa sicurezza affermare che nei detti documenti sono citati gli esponenti dei tre rami della casata, e che quindi il Moroello rappresentato da D. è il marchese di Giovagallo.
Moroello, figlio di Manfredi di Giovagallo (morto nel 1282), fu un fervente guelfo che trascorse gran parte della sua vita impegnato nelle lotte della sua Parte; morì nel 1315. Nel 1288fu capitano dei Fiorentini nella campagna contro i ghibellini di Arezzo; nel 1297 i guelfi bolognesi lo elessero capitano generale nella guerra contro Azzo d'Este e l'anno successivo podestà della città. Fu a capo della Taglia guelfa in Toscana e partecipò a tutte le locali guerre di quel periodo. Secondo il Torraca nel1310 Moroello di Giovagallo andò alla corte di Enrico VII e partecipò alla generale pacificazione voluta dall'imperatore a Vercelli nell'ottobre di quell'anno; e a questo periodo, supponendo anche D. e Cino da Pistoia alla corte dell'imperatore, fa risalire l'epistola al marchese M. e i sonetti scambiati fra i due poeti. Il Torraca basa questa cronologia sull'ipotesi che questo M. fosse il vicario imperiale a Brescia, e prova di tutto ciò si puòavere, a suo avviso, nella relazione di un'inchiesta condottadal giudice del vicario successivo riguardo l'operato di Moroello, il quale secondo le testimonianze raccolte favorì apertamente iguelfi e gli avversari dell'imperatore (Doenniges, Acta Henrici VII, II, Berlino 1839, 24-29). Questa tesi del Torraca, qualorasi potesse dimostrare saldamente fondata, oltre che testimoniare la presenza di D. alla corte imperiale e cambiare la cronologia di alcune sue opere, escluderebbe qualsiasi riferimento al Moroello di Villafranca; mentre sia la presenza presso l'imperatore, sia il vicariato di Brescia sono comunemente attribuiti a questo personaggio, che alcuni vogliono anche nel 1299 al servizio di Matteo Visconti. Queste notizie cronistiche, tuttavia, qualora non abbiano una prova documentaria, sono da accettare con riserva; così come il fatto comunemente ripetuto che Moroello di Giovagallo partecipò alla difesa di Firenze ai tempi dell'assedio di Enrico VII (1311), notizia non confermata dal Davidsohn.
Bibl. - E. Gerini, Memorie storiche d'illustri scrittori e di uomini insigni dell'antica e moderna Lunigiana, Massa 1829; P. Fraticelli, Chi fossero i due M., amici ed ospiti di D., in Studi inediti su D., I, Firenze 1846, 297-307 (rist. in Storia della vita di D.A., ibid. 1861, 326-340 [con albero genealogico della famiglia M.]); E. Branchi, Sopra alcune particolarità della vita di D., lettere a Pietro Fraticelli, ibid. 1865; ID., Storia della Lunigiana feudale, Pistoia 1897-98 (rec. di L. Staffetti, in " Bull. " VI [1899] 105-118); O. Zenatti, D. e Firenze, Firenze s.a. (rec. di F. Torraca, in " Bull. " X [1903] 143-152); N. Zingarelli, rec. a F. Torraca, " Sopra Campo Picen ", ibid., 436-437; D. e la Lunigiana, Milano 1909 (rec. di F. Maggini, in " Bull. " XVI [1909] 249-255); Zingarelli, Dante 500-502; Davidsohn, Storia, ad indicem.