Cohen, Morris Raphael
Filosofo russo, naturalizzato statunitense (Minsk 1880 - Washington 1947). Emigrato giovanissimo negli Stati Uniti, insegnò filosofia e matematica prima a New York, poi (1938) a Chicago. Partito, in polemica con l’arbitrarietà delle posizioni filosofiche, dalla necessità di integrare i procedimenti intuitivi con una tecnica rigorosa, la sua filosofia, influenzata da Peirce e Woodbridge, si è venuta configurando come un naturalismo razionalistico, anche se talora non alieno da spunti metafisici (formulazione di un principio generale di «polarità», come implicazione reciproca di opposti, nell’Universo). La sua concezione che l’intellegibilità delle cose sia essenzialmente costituita dalle loro relazioni logiche, l’interesse per l’invariante, il modello, l’universale, spingono C. a un approfondito studio del metodo scientifico, individuando il carattere autocorrettivo della ricerca scientifica nel suo processo sistematico e la non-assolutezza di ogni conoscenza empirica. L’estensione del metodo e delle esigenze scientifiche ad altri campi di ricerca, a quello della condotta umana per es., al fine di rendere possibile una «analisi logica dei giudizi di valore impliciti nelle scelte», costituisce uno dei tentativi più notevoli della filosofia di C., che nel suo radicale antidogmatismo e nella valutazione rigorosamente obiettiva delle opposte prospettive e tendenze filosofiche, ha esercitato grande influenza sul pensiero americano del Novecento, specialmente in etica e filosofia del diritto. Opere principali: Reason and nature: an essay on the meaning of scientific method (1931); An introduction to logic and scientific method (1934); A preface to logic (1944; trad. it. Introduzione alla logica); e, postume, Studies in philosophy and science (1949); American thought, (1954); nel campo della filosofia sociale e giuridica si segnalano: Law and the social order (1933); The meaning of human history (1947); A dreamer’s journey (post., 1949); Reason and law (post., 1950).