mosaico genetico
Presenza, in un organismo pluricellulare, di due linee genetiche differenti derivate da uno zigote. Talvolta, il mosaicismo può derivare da una mutazione che si è verificata in una cellula durante lo sviluppo dell’organismo. In alcuni casi, organismi modello che presentano mosaici genetici possono essere creati e utilizzati per diversi studi genetici, come, per es., per gli studi di genetica del comportamento dove lo scopo della ricerca è capire quali geni influenzino il comportamento e come facciano. Per es., dopo aver osservato il diverso comportamento tenuto durante il corteggiamento e l’accoppiamento dai maschi e dalle femmine del moscerino della frutta Drosophila melanogaster, si sono utilizzati organismi che presentavano varianti genetiche per riuscire a investigarne la ragione. Si è osservato che una parte del loro apparato neuronale si forma, durante lo sviluppo del cervello, in modo differente nel maschio e nella femmina. Tali differenze sono sotto il controllo dei geni che regolano la determinazione del sesso. In Drosophila, a differenza dei Vertebrati, la determinazione del sesso non è controllata da ormoni, quali testosterone, estrogeni ecc., ma è dettata dalla quantità di cromosomi X presenti nella cellula rispetto agli autosomi. Il fatto che i geni che determinano il sesso regolino il comportamento sessuale emerge non soltanto dalla differenza di comportamento del maschio rispetto alla femmina, ma viene messa in evidenza, soprattutto, nell’ambito di esperimenti in cui, in un moscerino, parte del cervello si sviluppa come maschio e il resto come femmina, in quello che è denominato appunto mosaico genetico. Si è visto che il comportamento dipende da quali porzioni del cervello sono maschili e quali femminili. In alcuni casi, il moscerino mostrerà comportamenti caratteristici di entrambi i sessi; in altri casi, i moscerini maschi proveranno a corteggiare senza distinzione sia maschi sia femmine. Si ritiene che queste regioni si sviluppino in maniera differente nei maschi e nelle femmine, sebbene tali differenze, a livello di anatomia macroscopica, non siano così ovvie. (*)