MOSCA olearia (lat. scientifico Dacus oleae Gmel.)
Insetto Dittero della sezione degli Acalitteri (Miodarî inferiori) e della famiglia dei Tripaneidi. È lungo da 4 a 5 mm. e presenta 10 mm. di apertura d'ali. Ha il capo di colore castagno chiaro con poche macchioline scure, il torace grigio al dorso e fornito di 3 linee longitudinali o di macchie di varia forma nere, le ali ialine e iridescenti con una piccola macchia scura all'apice, l'addome fulvo ocraceo uniforme o maculato di scuro. L'uovo è ellittico, lungo tre quarti di millimetro e largo un quinto di millimetro. La larva ha il corpo allungato, subconico anteriormente e subcilindrico posteriormente, con gli stigmi anteriori forniti di 9-10 lobi e con quelli posteriori provvisti di 3 aperture trasversali. Il pupario è lungo poco più di 3 mm., largo 1 mm. e mezzo e di colore testaceo ocraceo. Questa mosca, diffusa nel bacino del Mediterraneo, nelle Canarie, in tutta l'Africa settentrionale, orientale e meridionale, nell'Asia occidentale e forse fino all'Hymālaia, e all'India ove esistono specie del genere Olea, attacca i frutti dell'Olea europaea, dell'O. verrucosa, dell'O. chrysophylla e dell'O. cuspidata, ed è uno degl'insetti più dannosi.
Gli adulti compaiono in marzo (talora anche prima), si nutrono dei liquidi zuccherini secreti dalle piante o da altri insetti e vivono talora a lungo (anche varî mesi). Le femmine cominciano a deporre le uova, nei frutti della pianta ospite, 5-8 giorni dopo l'accoppiamento. Le varietà di olivi a olive precoci, grosse e carnose sono generalmente più attaccate; le piogge e il terreno umido favoriscono poi nei frutti l'acquisto di maggior turgore e li rendono più sollecitamente infestabili. Una femmina può emettere parecchie centinaia di germi. Essi richiedono da 2 a 6 giorni d'incubazione, dopo di che lasciano sgusciare le larve: queste si nutrono del sarcocarpo scavandosi delle gallerie irregolari e tortuose e raggiungono la maturità in 12-20 giorni. Allora, se il frutto ospite è maturo, l'abbandonano aprendosi un foro di 1 ½ mm. di diametro, si lasciano cadere a terra, penetrano nel terreno e quivi subiscono la ninfosi; se invece il frutto non è maturo si trasformano in pupa entro di esso dopo essersi preparata una via di uscita. La durata del periodo di pupa varia notevolmente con la temperatura (da 10-12 giorni ad alcuni mesi). In Italia il D. oleae ha 5-6 generazioni, a seconda della località, dell'altitvdine, della natura del terreno, della presenza, o meno, sugli alberi di olive precoci o tardive, ecc., ma queste generazioni spesso si accavallano e si sovrappongono reciprocamente. I danni da esso arrecati sono diretti e indiretti e, come si è detto, gravissimi (quelli diretti si possono valutare per l'Italia a circa mezzo miliardo all'anno).
La mosca delle olive è combattuta in Italia da cinque Imenotteri Calcididi ectofagi (Dinarmus dacicida Masi, D. dacicida virescens Masi, Eulophus longulus Thoms., Eupelmus urozonus Dalm. ed Eurytoma rosae Nees) che però sono parassiti temporanei, vivendo anche a spese di altri insetti che attaccano varie piante e specialmente le querce. Il loro valore pertanto, pur essendo notevole, non è decisivo, perché essi decorrono negli oliveti nei mesi estivi e li abbandonano di nuovo alla fine dell'estate o al principio dell'autunno. Silvestri nel 1914 scoperse in Eritrea 14 specie nuove di parassiti del Dacus oleae (4 Braconidi e 10 Calcididi) e introdusse in Italia 3200 esemplari appartenenti a 3 specie di Braconidi e a 6 specie di Calcididi, ma sulla loro eventuale acclimazione non si hanno finora dati positivi. Invece è stato recentemente trovato in Sicilia un Braconide (descritto come Opius siculus Mon., ma che probabilmente non è altro che il concolor Szépl. noto in tutto il bacino del Mediterraneo), che è il solo parassita endofago del Dacus capace di vivere tutto l'anno a sue spese. La Sicilia pare rappresenti tuttavia l'estremo limite nordico ove esso possa moltiplicarsi sensibilmente.