MOSCA
(russo Moskva)
Capitale della Russia, posta sulle rive del fiume Moscova, in favorevole posizione geografica al centro di una fitta rete di vie fluviali.La storia della fondazione di M. non è stata finora sufficientemente chiarita; scavi archeologici testimoniano che in corrispondenza della confluenza della Neglinnaja nella Moscova si trovava una residenza fortificata (detinec), che si sviluppava su di una superficie di m2 3000 ca. sulla punta sudoccidentale del colle del Cremlino. Dinanzi al suo lato orientale si estendeva un sobborgo (posad) a vocazione artigianale e mercantile, che alla metà del sec. 12° venne in parte incluso nella fortificazione, grazie a un ampliamento della cinta muraria. Gli edifici pertinenti a questa prima fase erano esclusivamente di legno, compresa la chiesa di S. Giovanni 'nella foresta'.Nella realizzazione della cinta venne utilizzata una tecnica costruttiva propria degli Slavi occidentali: i tronchi della cortina furono aggraffati mediante forcelle ai tronchi incassati nel terrapieno e posti ad angolo retto rispetto ai primi. La nuova fortezza occupava, con un'estensione di ha 6 ca., un terzo dell'attuale superficie del Cremlino e comprendeva, accanto alla corte dei grandi principi, l'insediamento urbano (gorodok) e persino un cimitero.Mancano dati precisi sull'espansione del sobborgo e sulla densità dell'insediamento fino all'inizio del sec. 14°, in particolare nelle aree lungo la Moscova. Tuttavia i resti archeologici attestano la presenza di case in legno, di attività artigianali, legate alla lavorazione dei metalli e delle pelli, e di impianti portuali. Questi resti e il ritrovamento di monete bizantine, arabe, tedesche e anglosassoni, nonché di residui di merci, piombi, anfore e oggetti ornamentali legati al commercio su lunghe distanze, documentano che dal sec. 12° M. fu un centro economico. Da qui passava il traffico sulla via fluviale verso S, vale a dire quella che collegava Vladimir-Suzdal' con Kiev e Costantinopoli e, più tardi, attraverso il Volga, con l'Orda d'oro. Esistevano inoltre relazioni commerciali con la Scandinavia attraverso Novgorod e con l'Europa centrale e occidentale attraverso Volokolamsk.Il toponimo Moskva viene fatto derivare dal nome del fiume e messo in rapporto con il termine ugro-finnico mosk ('afflusso'). La prima menzione scritta di M. risale al 1147 e si riferisce al 'bel villaggio' del boiaro Kucko, di cui si impadronì il principe di Vladimir-Suzdal', Jurij Dolgorukij (1154-1157), trasformandolo in fortezza di confine.Con l'invasione tartaro-mongola del 1237 M. venne completamente distrutta dal fuoco, ma rimase in possesso dei principi di Vladimir-Suzdal', che si occuparono anche della sua ricostruzione. Alexander Nevskij (1236-1273) lasciò la città fortificata al figlio minore Daniele e nel 1282-1283 essa divenne la residenza di un nuovo, piccolo principato minore. A quest'epoca risale il monastero di Daniele, sorto su un sito allora al di fuori della città e oggi sede del patriarca.Nel corso di dure lotte feudali, i principi di M. assunsero a poco a poco la guida dell'intera Russia, avendo ottenuto l'alleanza dell'Orda d'oro e della Chiesa ortodossa e avendo potuto rafforzare il proprio potere attraverso l'insediamento di fuggiaschi dalle zone di confine. Ivan I Kalita (1328-1341) ottenne dal khan dei Mongoli la dignità di gran principe; egli riuscì inoltre a ottenere che i metropoliti russi trasferissero definitivamente la loro residenza da Vladimir al Cremlino, nuovamente fortificato. Alla committenza di Ivan I sono legati gli inizi della storia dell'arte a M. e le prime costruzioni in pietra, oggi documentate solo a livello delle fondazioni, come fasi precedenti degli edifici conservati.A causa della sua collocazione su di un'altura posta alla confluenza dei due fiumi, il Cremlino forma un triangolo irregolare. A S e a N-O è protetto dalla Moscova e dalla Neglinnaja, a N-E da un ampio fossato. Negli anni 1331 e 1337 fu gravemente danneggiato da incendi, cosicché Ivan I alla fine del 1339 dispose la realizzazione di una nuova fortificazione in travi di quercia; verso N-E essa correva più indietro di m 200 ca. rispetto alle mura attuali. Tutti gli edifici furono in un primo momento costruzioni lignee, ivi comprese le piccole chiese, diciotto delle quali vennero distrutte dal fuoco.In seguito sorsero quattro chiese a croce, cupolate, realizzate con muratura a sacco e duplice cortina a conci di calcare. La pietra bianca (bely camen) veniva cavata sulle sponde della Moscova; i maestri muratori appartenevano a una bottega della corte del metropolita, e per tecnica, tipologia e stile il modello seguito fu l'architettura di corte di Vladimir-Suzdal'. Secondo alcuni studiosi sia la cattedrale metropolitana della Dormizione della Vergine (che nella sua perduta realizzazione originaria risaliva al 1326-1327) - all'interno della quale nel 1395 venne trasferita la celebre icona della Vergine Vladimirskaja, più tardi divenuta il palladio della Russia (Mosca, Gosudarstvennaja Tretjakovskaja Gal.) -, sia la chiesa del Salvatore 'nella foresta' (1330), sia quella dedicata a s. Michele Arcangelo, destinata a ospitare le sepolture dei grandi principi (la cui prima fase, non conservata, è databile al 1333), riproducevano la chiesa di S. Giorgio a Jur'ev Polskij (1230-1234), con cupola poggiante su quattro pilastri. La chiesa di Giovanni Climaco 'sotto le campane', la cui prima fase costruttiva, non conservata, risale al 1329, costituì il prototipo del nuovo campanile russo (kolokolnja), in cui tra il tamburo della cupola e la crociera venne introdotto un piano per le campane con arcate armoniche.Simeone il Superbo (1341-1353), Ivan II (1353-1359) e Demetrio Donskoj (1359-1389) potenziarono il ruolo direttivo di M. assoggettando la gran parte dei principati minori settentrionali, creando intorno alla propria residenza una sorta di anello di protezione, costituito da una serie di città e castelli di nuova fondazione (per es. Serpuchov, Radonež, Možajsk, Ruza, Borovsk), e favorendo la nascita di numerosi piccoli villaggi e monasteri, attraverso una politica insediativa e la creazione di una nobiltà locale. In questo periodo compare per la prima volta il nome di Cremlino con riferimento alla città fortificata, presumibilmente in relazione a kremlevnik, termine che indica un robusto legno di conifera, materiale che era stato usato per le costruzioni difensive. Nelle città di Kolomna e Serpuchov la costruzione di cinte fortificate coincise con la realizzazione di alcune chiese in pietra, con pianta a croce e copertura a cupola.Due anni dopo l'incendio del 1365, Demetrio Donskoj e il metropolita Alessio (1354-1378) ampliarono l'area del Cremlino e fecero sostituire le palizzate con mura e torri in conci di calcare con parapetti lignei. Il muro meridionale correva lungo la sponda della Moscova e non impediva quindi la vista sul colle e sul complesso degli edifici. I lavori di ampliamento servirono a scopi militari e a creare lo spazio per le residenze dei nobili al servizio del gran principe, ma anche al consolidamento di una simbolica del potere. La colorazione della pietra calcarea doveva risvegliare associazioni sacrali e imperiali: come la Gerusalemme celeste, la residenza fortificata appariva in un bianco e dorato splendore.L'area occupata si accrebbe fino a comprendere ha 18 ca., dunque una superficie pressoché coincidente con l'attuale estensione del Cremlino. Dopo breve tempo sorsero altre chiese a croce con cupola, andate in seguito perdute o pervenute in redazioni successive: il katholikón del monastero del Miracolo di s. Michele Arcangelo (1365), la chiesa di corte della Nascita della Vergine o della Risurrezione di Lazzaro (1393) e la chiesa palatina dell'Annunciazione (1397), nel cui basamento era custodito il tesoro di Stato. A partire dal governo di Demetrio Donskoj, un numero sempre maggiore di vescovi russi e grandi monasteri fece edificare proprie sedi nel Cremlino e nei sobborghi circostanti; il primo palazzo in pietra fu tuttavia solo quello fatto costruire dal metropolita Jona nel 1450.Le necessità della corte portarono all'incremento del numero dei nobili residenti in città e di quello degli artigiani e mercanti e anche all'immigrazione di ceti più modesti dalla campagna; dal 1365 le cronache nominano singoli quartieri posti intorno al Cremlino. Per la seconda metà del sec. 14° vi è notizia dell'istituzione di numerosi monasteri, fondati da grandi principi, metropoliti e boiari o filiazioni del monastero della Trinità e di S. Sergio a Zagorsk: fra di essi si possono menzionare i monasteri di Pietro, Alessio, Andronico, della Natività, di Simone, della Protezione di Maria, della Nascita della Vergine, della Purificazione della Vergine, di Giovanni e di Sabba.Nella seconda metà del sec. 14° l'Orda d'oro, a causa di contrasti di potere intestini e della lotta con i Lituani, si indebolì al punto che il gran principe moscovita Demetrio Donskoj e il metropolita Alessio osarono una prima mossa per la liberazione. L'8 settembre 1380 a Kulikovo Pole sul Don le forze russe, sotto il comando di Demetrio, sconfissero l'esercito del khan Mamai, anche se non poterono liberare definitivamente la regione dal giogo mongolo.Dell'architettura ecclesiastica protomoscovita si è conservata a M. solo la chiesa del Salvatore (1422-1423) del monastero di Andronico, fondato nel 1378 al di là della Jauza. Questa, così come le tre chiese fondate dal secondo figlio di Demetrio, Giorgio - la cattedrale della Dormizione della Vergine 'nella cittadina' (ca. 1400) e la chiesa della Nascita della Vergine (ca. 1405) del monastero Sabba-Storozevskij, ambedue a Zvenigorod, e la chiesa della Trinità (1422-1423) del monastero della Trinità e di S. Sergio a Zagorsk -, forniscono indicazioni sullo stile architettonico. Il modello di Vladimir-Suzdal' venne trasformato e nel contempo semplificato con la rinuncia al rilievo della facciata. Il corpo di fabbrica pressoché cubico della chiesa a croce cupolata con quattro pilastri e tre absidi è sollevato su uno zoccolo, cosicché il portale a colonne è raggiungibile attraverso una breve scalinata. Le facciate sono caratterizzate dalla liscia superficie muraria, tripartita da paraste poco aggettanti; la terminazione superiore delle pareti è costituita da tre timpani ad arco inflesso; le finestre sono ridotte a fessure. A metà dell'altezza delle facciate, così come alla cornice del tetto delle absidi e della cupola, corre un fregio tripartito a rilievo in pietra calcarea per lo più costituito da motivi a croci, gigli e girali.Per quanto riguarda la pittura, le illustrazioni dell'Evangeliario Siisk, eseguite per incarico di Ivan I Kalita nel 1339 (San Pietroburgo, Accad. delle Scienze, 189), e tre icone della prima metà del sec. 14° (Mosca, Gosudarstvennaja Tretjakovskaja Gal.) - una, proveniente da Kolomna, con scene della Vita dei ss. Glĕb e Boris, una dedicata a s. Nicola e una al Salvatore - sono state riunite da Lazarev (1977) in un gruppo stilistico locale non omogeneo, con caratteri russi conservativi, in cui dominano le forme compatte e i colori puri stesi in campiture uniformi.Soprattutto dopo la sconfitta mongola sul Don i contatti tra M. e il mondo bizantino si intensificarono e si sviluppò l'attività artistica di numerose botteghe che rivaleggiavano tra loro per qualità dei prodotti. Gli alti funzionari chiamati da Costantinopoli, come il metropolita Teognosto (1328-1353), i pittori bizantini immigrati e i loro allievi locali, la colonia greca di M. e - non ultima - l'importazione di icone costituirono, a partire dagli anni quaranta del sec. 14°, il tramite della diffusione delle più aggiornate tendenze dell'arte costantinopolitana, la c.d. rinascenza paleologa. L'introduzione di tali novità fu favorita dalle corti del gran principe e del metropolita, in particolare attraverso gli incarichi relativi all'esecuzione di affreschi e icone per le chiese del Cremlino tra il 1344 e il 1346. Nessun affresco si è conservato, ma tre icone nella cattedrale della Dormizione - raffiguranti il Salvatore con gli occhi adirati, i Ss. Glĕb e Boris a cavallo, la Trinità - mostrano i caratteri propri di quest'arte, nella sottigliezza e nella tensione delle forme, nonché nella compatta e vigorosa cromia. Un piccolo gruppo di icone, tra cui una con Cristo come alto sacerdote, mostra influssi balcanici.Con Teofane il Greco (v.), che giunse a M. intorno al 1395, si ebbe una 'seconda ondata bizantina' (Lazarev, 1977). La celebre icona della Vergine del Don (Mosca, Gosudarstvennaja Tretjakovskaja Gal.), che venne portata dall'esercito russo nella battaglia sul Don e che reca sul retro la raffigurazione della Dormitio Virginis, è legata al suo nome. Insieme a Procoro di Gorodec e ad Andrej Rublev, egli lavorò nel 1405 alla decorazione pittorica della cattedrale dell'Annunciazione, dove si sono conservate le icone dell'ordine della Déesis e della serie delle Feste liturgiche.Con Andrej Rublev la scuola moscovita raggiunse una sua propria fisionomia. Egli proveniva dalla cerchia di Sergio e ricevette la sua istruzione come monaco pittore nei monasteri della Trinità e di S. Sergio a Zagorsk e di Andronico; nel 1405 fu allievo di Teofane e nel 1408, insieme al più anziano pittore Daniele, ebbe l'incarico di decorare la cattedrale della Dormizione a Vladimir. Presumibilmente i due dirigevano una piccola bottega.Se lo stile di Teofane si può definire espressivo e drammatico, quello di Rublev è meditativo e lirico. L'icona della Trinità angelica o della Trinità dell'Antico Testamento, proveniente dal monastero della Trinità e di S. Sergio (Mosca, Gosudarstvennaja Tretjakovskaja Gal.), che egli realizzò intorno al 1411 su incarico dell'abate Nikon per la chiesa che ospitava il sarcofago di s. Sergio, è una sintesi tra l'immagine rappresentativa tradizionale, didattica e di culto, e la moderna, intima immagine devozionale. Nel corso del secondo decennio venne eseguito l'ordine della Déesis, con mezze figure, del monastero di Zvenigorod, di cui si conservano solo tre icone (Mosca, Gosudarstvennaja Tretjakovskaja Gal.), con il nuovo ritratto psicologico di Dio dell'icona del Salvatore. L'ultima impresa conosciuta è la decorazione pittorica, iconostasi e affreschi, della chiesa del monastero della Trinità e di S. Sergio, del 1425-1427.Per quanto riguarda l'artigianato artistico, si sono conservati, oltre a semplici e popolari icone di metallo, oggetti liturgici, reliquiari, encolpi e guarnizioni che appartengono all'ambito dell'oreficeria e derivano tecnica, iconografia e stile dal mondo bizantino. Dalla fine del sec. 14° nelle icone si fece ampio uso di rivestimenti argentei decorati da pietre preziose e da motivi ornamentali e figure finemente sbalzati. Tra i più antichi lavori di ricamo moscoviti vanno annoverate una copertura di epitaffio (1389), realizzata per commissione della gran principessa Maria Semjonova, con raffigurazioni dell'Acheropita, della grande Déesis e della gerarchia angelica (Mosca, Gosudarstvennyj Istoritscheskij Muz.), e la copertura di sepolcro con il ritratto di S. Sergio (Zagorsk, Zagorskij Gosudarstvennyj istoriko-chudožestvennyij Muz.).
Negli arredi delle cattedrali della Dormizione, dell'Annunciazione e dell'Arcangelo, delle chiese della Deposizione della veste della Vergine e dei Dodici apostoli, della torre campanaria di Ivan il Grande e del c.d. palazzo a faccette, il Cremlino (Oružejnaja palata) conserva importanti esempi di icone dipinte, iconostasi e affreschi russi del 15°-19° secolo. Nel monastero di Andronico è stato allestito il Muz. drevnerusskogo isskustva im. Andreja Rubleva per l'arte anticorussa (secc. 14°-17°).Il Gosudarstvennyj Istoritscheskij Muz., esistente dal 1883 e fin dalla fondazione riunito alla Società Archeologica, possiede importanti reperti di epoca preistorica, in particolare delle età della Pietra e del Bronzo, e del primo millennio d.C., trovati nell'area dell'Europa orientale. Degni di attenzione sono anche i documenti scritti su corteccia di betulla di Novgorod, evangeliari, icone, armi da parata, gioielli, monete, ceramica, tessuti, oggetti relativi alla storia della produzione e della cultura, con un settore specificamente dedicato alla lavorazione del legno.La Gosudarstvennaja Tretjakovskaja Gal., nata dalla donazione alla città (1892) da parte del mercante moscovita Tretjakov della sua collezione di ca. duemila opere di pittura e dell'edificio che le ospitava, è oggi il museo nazionale della pittura russa. Essa è particolarmente ricca di dipinti dei secc. 18°-20°, ma possiede anche una sezione di arte antico-russa, formatasi grazie a collezioni private di icone (per es. Coll. Ostrouchov, Coll. Koryn). Nella galleria sono conservate icone dei secc. 12° e 13° (Vergine Vladimirskaja, S. Demetrio di Salonicco, Annunciazione di Ustjug), esempi delle scuole di Novgorod, Pskov, Jaroslavl, Tver e M., esemplari dello stile della Russia settentrionale, lavori di Teofane il Greco, Andrej Rublev, Dionisio e dei loro allievi.
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