MOST (ted. Brüx; A. T., 59-60)
Città della Boemia di NO., sul fiume Bilina affluente di sinistra dell'Elba, a 240 m. s. m., centro minerario e nodo ferroviario di prim'ordine, presso il versante meridionale dei Monti Metalliferi, 15 km. dal confine con la Sassonia.
I ricchi giacimenti carboniferi del Terziario, che vennero messi alla luce da una frattura, e che possono venire sfruttati senza bisogno di scavi profondi, dominano l'economia del paese imprimendo al paesaggio aspetti caratteristici (mucchi di scorie, campi sottratti alle colture, odore di bruciato). L'estrazione del carbone, che ha seguito di pari passo lo sviluppo della rete ferroviaria (che a sua volta ha permesso l'esportazione verso l'Elba), ha fatto sorgere fabbriche di zucchero, di alcool, di macchine, di birra, di vetro e porcellana, fonderie e molini; alcune vecchie costruzioni ai piedi del castello mostrano tuttavia che il luogo aveva già prima una certa importanza. Nel 1896 esso è stato alquanto danneggiato da un abbassamento del suolo causato dagli scavi delle miniere. Lo sviluppo dell'industria mineraria (45 imprese che impiegano circa 20 mila operai) ha attirato dalle campagne molti contadini e gli abitanti del distretto (101.759; 337 kmq.) e quelli della città (27.237), che erano un tempo prevalentemente tedeschi, sono ora alquanto mescolati (circa un quarto di Cèchi). Nei dintorni vi sono molti villaggi abitati prevalentemente da operai, tra i quali Kopisty (ted. Kopitz, 8070 ab.), Ledvice (ted. Ladonitz, 4950 ab.) e Lom u Mostu (Bruch, 8810 ab.).
Storia. - A difesa della strada di frontiera, che vi passava, fu fondato nel sec. XI dalla stirpe dei Hrabišici, padroni della regione circostante, un castello di legno, chiamato Hnĕvín most. Il re Venceslao I lo sostituì con un castello di pietra (Landeswarte), sotto il quale ancora nel sec. XIII si sviluppò la città regia, la quale cresceva per il commercio favorito dai re. Negli anni 1423-56 la città fu data in pegno ai duchi di Sassonia, negli anni 1465-80 ai principi di Münsterberg, i quali la cedettero ai signori di Veitmile; da questi la riprese nel 1584 la camera regia. Verso la fine del sec. XVI nella città, fino a quel tempo cattolica, ebbero la maggioranza i luterani in modo che essa divenne teatro di contrasti religiosi. Prese parte alla ribellione boema (1618-20); fu però espugnata dal Wallenstein e ricondotta a forza al cattolicismo. Durane la guerra dei Trent'anni fu più volte occupata e devastata dagli Svedesi; il castello fu abbattuto nel 1651-53. Dopo le guerre austroprussiane nel sec. XVIII la città cominciò nuovamente a riaversi, ma uno sviluppo rapido fu portato soltanto dall'estrazione del carbone nella metà del sec. XIX.
Bibl.: L. Schlesinger, Stadtbuch von Brüx bis zum Jahre 1526, Praga 1876; J. N. Cori e Fr. Siegel, Geschichte der königl. Stadt Brüx, Most 1899; M. J. Brauner, Brüxer Gedenkenbuch, I-II, Most 1904-06. Ved. inoltre: A. Sedláček, Hrady, zámky a tvrze král. českého (I castelli e le fortezze del regno di Boemia), XIV, Praga 1923, p. 156 segg.