MOTOVEICOLO (App. III, 11, p. 174; v. anche motocicletta, XXIII, p. 947; App. II, 11, p. 356)
Particolare importanza per la diffusione dei m. hanno avuto negli ultimi anni lo sviluppo dell'industria giapponese e l'uso del motociclo come mezzo sportivo e di divertimento.
Nata nell'immediato dopoguerra sulle basi tecniche europee, l'industria motociclistica giapponese, dopo un periodo di tirocinio interno, cominciò la scalata al mercato americano con motocicli molto efficienti, tecnicamente avanzati soprattutto nel gruppo propulsore, dalle prestazioni notevoli e dal prezzo contenuto. Alla fine degli anni Sessanta, già divenuti i più forti produttori mondiali, i giapponesi sfruttavano il felice momento economico e un rinnovato interesse per le due ruote come mezzo ricreativo per la conquista del mercato mondiale. Notevole risalto ha avuto negli anni 1970-73 il diffondersi, fino a diventare fatto di costume, della motocicletta di grossa cilindrata. Il 1974 portava con la crisi petrolifera un brusco ridimensionamento di tutto il mondo dei motori; da quel momento le motociclette di maggior cilindrata ridiventavano una minoranza a vantaggio dei motocicli tra 350 e 500 cm3. All'affermazione della categoria media contribuivano anche il sistema fiscale e quello assicurativo che colpivano maggiormente le cilindrate oltre 500 cm3.
Dato il fiorire di tante specialità motociclistiche è necessaria una schematizzazione e una classificazione dei diversi tipi di m. attualmente in commercio.
Ciclomotori. - Non hanno avuto particolari sviluppi tecnici, sia per la legislazione che pone limiti restrittivi a velocità e potenza, sia perché, essendo un mezzo prevalentemente utilitario, è stato curato maggiormente il contenimento dei prezzi rispetto ai preziosismi tecnici. L'Italia in questo settore è all'avanguardia sia come qualità sia come produzione; caratteristico è il fenomeno degli assemblatori, piccole industrie e artigiani, che producono e commercializzano ciclomotori acquistando le parti (motore, telaio, sospensioni) già complete e provvedendo solo alla personalizzazione e all'assemblaggio.
Motoscooter. - Tale veicolo è praticamente rimasto monopolio di una sola casa italiana che attraverso piccoli e continui perfezionamenti lo produce da circa 30 anni.
Motoleggere. - Questo settore è attualmente poco sviluppato perché i giovani preferiscono le motociclette da fuoristrada e perché i costi di produzione hanno avvicinato il costo di un motociclo da 125 cm3 sofisticato a quello di un 250 ÷ 350 cm3 che perciò viene normalmente preferito (l'attuale legislazione prevede che dai 16 ai 18 anni possano essere guidati motocicli fino alla cilindrata massima di 125 cm3).
Motociclette. - Rappresentano la quota maggiore dei m. circolanti con targa. Sono di cilindrata tra 250 cm3 e 500 cm3 e adottano le più svariate soluzioni tecniche per il propulsore, con motore da 2 a 4 tempi, dal monocilindrico al 4 cilindri. È questo attualmente uno dei settori più in espansione perché offre il miglior compromesso tra prestazioni, economia e facilità d'uso.
Motocicli pesanti. - Hanno motori di cilindrata tra 500 cm3 e 1200 cm3 e, come già detto, hanno avuto una larga diffusione. Attualmente il motociclo pesante da turismo (fig.1) che unisce alle elevate prestazioni confort, silenziosità e affidabilità, si va differenziando da quello sportivo (fig. 2) caratterizzato da prestazioni elevatissime.
Motocicli da competizione. - Alcune case costruttrici commercializzano in piccola serie m. strettamente derivati da quelli per le competizioni. Tali veicoli sono destinati ai clienti corridori e a un uso in pista. Sono di tutte le cilindrate da 50 a 750 cm3, quasi esclusivamente con i motori a 2 tempi, spesso raffreddati ad acqua, con freni, carenature, sospensioni tali da renderli competitivi nelle gare.
Motocicli da motocross. - Il motocross è una specialità spettacolare che ha avuto grande diffusione negli ultimi venti anni. È una gara di velocità in cui la pista è in terra, con salite e discese accentuate, buche e ostacoli naturali. Le velocità raggiunte superano difficilmente 100 km/h, ma le asperità mettono a dura prova il fisico dei concorrenti e la struttura dei veicoli. I motocicli da motocross (fig. 3) sono caratterizzati dalla leggerezza e maneggevolezza per non affaticare il guidatore, da motori monocilindrici a 2 tempi da 50 a 500 cm3, con elevata coppia motrice oltre che potenza, da sospensioni speciali a corsa lunga per assorbire le asperità, da telai particolarmente robusti e da pneumatici tassellati per ottenere una maggiore aderenza.
Motocicli da regolarità. - Le competizioni di regolarità si avvicinano al motocross, ma prevedono prove di accelerazione e trasferimenti a medie prestabilite su strade aperte al traffico. Perciò i motocicli per tale specialità derivano da quelli da motocross, ma hanno motori un po' meno potenti (le competizioni durano molto di più che nel motocross), con impianto elettrico e di scarico idoneo alla circolazione su strada; sono molto diffusi in Italia tra i giovanissimi.
Motocicli da trial. - Il trial è una nuova specialità che però va rapidamente diffondendosi. Consiste nel superare i notevoli ostacoli e le asperità naturali disseminate sul percorso mantenendo i piedi sulle pedane del motociclo e senza fermarsi. Determinante è perciò l'equilibrio e la prontezza di riflessi. I motocicli da trial (fig. 4) sono leggerissimi, con motori monocilindrici, a 2 tempi, fino a 350 cm3; hanno potenza modesta, silenziosità, coppia elevata ai bassi regimi, trazione utile anche al minimo. Le sospensioni sono molto morbide, a lunga escursione, e la forcella anteriore permette elevati angoli di sterzata.
Motocicli da motalpinismo. - Sono state sfruttate le doti di arrampicabilità dei motocicli da trial per adattarli, con piccole modifiche, a un'utenza più generica e turistica su terreni montagnosi.
Motocicli da speedway. - Lo speedway non ha grande diffusione, ma è molto spettacolare. È una gara di velocità su brevi piste piane ovali in sabbia o cenere. I motocicli sono del tutto particolari: hanno telaio rigido, motori monocilindrici a 4 tempi, cambio a due velocità e nessun impianto frenante. Nei paesi nordici si effettua anche lo speedway su ghiaccio montando speciali pneumatici chiodati.
Evoluzione degli Elementi Costruttivi. - La tecnica che per trent'anni era rimasta piuttosto statica ha subito importanti evoluzioni.
Motori. - Conseguenza del rincaro dei prodotti petroliferi e della sempre più severa legislazione antinquinamento è una tendenza generalizzata al motore 4 tempi per uso stradale. Passate in second'ordine la potenza e le prestazioni in genere, gli obiettivi principali sono semplicità costruttiva e di esercizio, risparmio nei consumi, silenziosità di scarico e basso inquinamento. Per tali ragioni vi è un ritorno al motore bicilindrico con perfezionamenti (equilibramento a contralberi rotanti, cilindri con disposizione a V o contrapposti, supporti elastici, ecc.) che ne eliminino il maggiore difetto, le vibrazioni.
Molto discusso e incerto il futuro del motore a pistone rotante (Wankel); benché già prodotto in serie da alcune case non ha ancora convinto soprattutto per ciò che riguarda coppia motrice e consumi.
Dominatore incontrastato o quasi nel campo dei motocicli da fuoristrada e da gran premio è invece il motore a due tempi, per la sua leggerezza e per la possibilità di ottenere facilmente elevate potenze specifiche. I progressi tecnologici, i nuovi materiali e i lubrificanti hanno annullato quasi tutti i problemi del motore a due tempi. Per il fuoristrada il motore è sempre monocilindrico raffreddato ad aria e solitamente ad alimentazione convenzionale. Si va diffondendo ora la valvola a lamelle per l'aspirazione che aumenta le doti di coppia motrice ai medi e bassi regimi a scapito della potenza massima. L'ammissione a valvola rotante è meno usata perché ha un buon rendimento ai regimi alti, ma non ai medi e bassi.
Nei motori da gran premio quasi generalizzato è il raffreddamento ad acqua, mentre per l'aspirazione non c'è soluzione preferenziale. Lo scarico prevede sempre una camera d'espansione che aumenta notevolmente il rendimento.
Impianto frenante. - L'uso del freno idraulico a disco, apparso per la prima volta nel 1968 su una motocicletta di serie, è ora generalizzato.
Ruote. - È recente l'adozione, anche per la funzione di serie, delle ruote fuse in lega leggera che stanno soppiantando le convenzionali ruote a raggi rimaste ora in uso nel fuoristrada.
Sospensioni. - Grandi progressi sono tuttora in atto, soprattutto per i motocicli da motocross. Si adottano forcelle anteriori a lunga escursione (anche 270 mm), con parti in leghe speciali (al magnesio) spesso con perno della ruota disassato rispetto agli steli della forcella. È ancora in atto la ricerca della soluzione ottimale per il retrotreno con svariate proposte (cantilever, ammortizzatori inclinati o avanzati, e quasi sempre a gas).
Pneumatici. - Le maggiori fabbriche hanno impegnato notevoli risorse per offrire pneumatici specializzati per i diversi usi (turismo, sport, gara, motocross, trial).
Bibl.: Riviste: Motociclismo (mensile), La moto, Motosprint, Motocross.