Movimento per la restaurazione dei dieci comandamenti di Dio
Moviménto per la restaurazióne dei dièci comandaménti di Dio. – Movimento religioso ugandese, responsabile nel 2000 del maggiore episodio di suicidio collettivo dei tempi moderni. Il movimento nasce dalle visioni di Ceredonia (o Credonia) Mwerinde (1952-2000), una cameriera preoccupata per la sua sterilità che il 24 agosto 1988 comunica al marito che le è apparsa la Vergine Maria, invitandola a recarsi alle grotte di Nyabugoto. Il mattino dopo, con il marito e dieci membri della famiglia Ceredonia, si reca alle grotte. Solo lei vede una roccia trasformarsi nella Madonna. Il marito non le crede, e poco dopo chiede il divorzio. Ma Ceredonia riesce a riunire un gruppo di una quarantina di fedeli. Il piccolo gruppo diventa un fenomeno di rilevanza più che locale con l’adesione di Joseph Kibweteere (1932-2000), insegnante e uomo politico cattolico in disgrazia dopo la caduta nel 1979 del dittatore Idi Amin Dada (1925 o 1928-2003), con cui aveva collaborato. Nell’aprile 1984 anche a Kibweteere era apparsa la Madonna, predicendogli che un giorno avrebbe fondato un movimento chiamato Restaurazione dei dieci comandamenti di Dio. Nel 1989 l’uomo politico invita Ceredonia a vivere a casa sua a Kabumba, dove si trasferiscono anche altre tre veggenti, Scholastica Kamagara (1939-2000), di Kitabi – che aveva già una sua fama indipendente come veggente – e la sorella e la nipote di Ceredonia, rispettivamente Angela (Angelina) Mugisha (o Migisha: 1947-2000) e Ursula Komahangi (1968-2000). Il gruppo all’inizio è accolto favorevolmente dai parroci cattolici della zona ed è sostenuto da uno dei sacerdoti più autorevoli dell’Uganda, don Dominic Kataribaabo (1936-2000), già rettore del seminario diocesano di Kitabi e uno dei pochi preti ugandesi ad avere studiato negli Stati Uniti. Kataribaabo entra nel movimento insieme con altri due sacerdoti, don Paul Ikazire – che poi lo lascerà – e don Joseph Mary Kasapuraari (1961-2010), figlio della veggente Scholastica Kamagara. La Chiesa reagisce, e nel 1992 i sacerdoti sono sospesi a divinis.
Ceredonia Mwerinde ordina allora Kibweteere come sacerdote e vescovo della Restaurazione dei dieci comandamenti di Dio, ormai una realtà chiaramente separata dalla Chiesa di Roma, e inserita nel fenomeno delle Chiese iniziate da africani (AIC), migliaia di nuove denominazioni che si separano dalle Chiese missionarie cattolica e protestanti. A questo punto il movimento ha circa ottocento membri, di cui trecento vivono insieme in comunità. La vera e propria esplosione si ha però negli anni Novanta: i membri a tempo pieno diventano oltre 2000, con diverse migliaia di altri fedeli che non vivono nelle sedi del movimento. Questo successo è collegato alla terribile epidemia di AIDS (Acquired immune deficiency syndrome) in Uganda, di cui insieme il movimento offre la cura miracolosa e che presenta come preannuncio apocalittico. Come è avvenuto in altri casi, ritenendo prossima la fine del mondo – annunciata per l’anno 2000 – gli adepti finiscono per suicidarsi, il 17 marzo 2000, nel rogo della loro principale chiesa a Kanungu, con la convinzione che la Madonna trasporterà i loro spiriti in cielo sottraendoli alle sofferenze dei tempi finali. È possibile che alcuni membri non sapessero esattamente come la ‘fine’ si sarebbe manifestata, così che il suicidio ha anche elementi di omicidio. Dopo il rogo, la polizia scopre pozzi dove sono stati gettati cadaveri in altri quattro centri del movimento: 153 a Buhunga, 155 a Rugazi, 81 a Rushojwa e 55 nella stessa capitale dell’Uganda, Kampala. Benché si sia parlato di dissidenti uccisi dai dirigenti del movimento, più recenti indagini fanno pensare che nei pozzi fossero stati gettati i cadaveri di membri del gruppo morti per malattia durante la devastante epidemia di malaria del 1998. In questo caso, le vittime del suicidio collettivo non sarebbero oltre 800, ma i soli circa 400 di Kanungu. Una cifra comunque molto alta, a conferma della pericolosità di alcuni movimenti apocalittici.