movimento
È voce ampiamente usata nel Convivio. Compreso da D., aristotelicamente, fra i sensibili comuni (Cv III IX 6 lo movimento e lo stare fermo... sensibili [comuni] si chiamano: le quali cose con più sensi comprendiamo), il m. si distingue in tre specie (II XIV 4 tre movimenti soli mostra la Fisica): locale o di traslazione (II XIV 3 lo movimento locale... è da uno punto ad un altro; cfr. anche III IX 11), di alterazione (II XIV 3, due volte) e del crescere (XIV 4).
Principio di ogni m. e causa intermediaria di tutti i fenomeni terrestri è il m. locale delle sfere celesti, cominciato da Dio (III XV 15 Iddio cominciò lo mondo e spezialmente lo movimento del cielo, lo quale tutte le cose genera e dal quale ogni movimento è principiato e mosso), e attuato dall'operazione puramente intellettuale delle Intelligenze motrici (cfr. II IV 4, V 15 e 16, due volte). Incontriamo così la voce in relazione ai diversi moti nei quali si manifesta il m. fondamentale delle sfere celesti: dal m. diurno, da oriente a occidente (cfr. II V 13 e 17, XIV 1 e 10 [due volte], III V 6 e 13), comune a tutte le sfere celesti, alle quali è comunicato dal velocissimo movimento del Primo Mobile (II III 9; cfr. anche § 7), al m. della precessione degli equinozi, di opposta direzione (II XIV 11 movimento quasi insensibile... da occidente in oriente per uno grado in cento anni; cfr. anche § 12 [due volte], e V 16). Sempre in rapporto ai m. dei cieli, la voce è usata in II XIV 15 e 17 (in relazione al m. del Primo Mobile), III 5 e 6 (m. dell'ottavo cielo) e XIII 28 (m. del cielo di Saturno); cfr. anche III 15 e XIII 3. Riferito, in generale, al m. celeste, occorre in II XIII 30, XIV 13, IV XXIII 6.
Con i loro m. i cieli regolano la periodica generazione e trasformazione (cfr. II X 3) delle cose del mondo sublunare e presiedono agli stessi moti dell'animo (non ledendo, però, la fondamentale libertà di arbitrio): cfr. Pg XVI 73 Lo cielo i vostri movimenti inizia (in cui la voce è usata, con valore figurato, in relazione ai moti di ordine spirituale). Analogamente in Cv III VIII 18 e Pd XXIII 37, sempre in riferimento ai moti istintivi delle passioni naturali.
Nel moto dei cieli ha il suo fondamento anche il tempo che D., con definizione aristotelica, concepisce quale " numero di movimento, secondo prima e poi "; e " numero di movimento celestiale " (Cv IV II 6, in riferimento al moto del Primo Mobile).
In contesto figurato m. ricorre anche in Vn XII 16, dove D., congedando la propria ballata, raccomanda lo suo movimento ne le braccia de la fortuna (cfr. 15 43-44 Gentil ballata mia, quando ti piace, / movi in quel punto che tu n'aggie onore).
M. fisico, infine, esprime la voce in Cv III VIII 11 si conviene a l'uomo... moderatamente ridere... con poco movimento de la sua [f ]accia. V. anche MOTO.