movitore
Vale " colui o ciò che muove " e in D., che lo usa sempre al plurale e soltanto nel secondo trattato del Convivio (la cui canzone introduttiva è dedicata appunto ai m. del terzo cielo), indica propriamente gli angeli, e cioè le Intelligenze motrici: Cv II IV 2 li movitori di quelli [i cieli] sono sustanze separate da materia, cioè intelligenze, le quali la volgare gente chiamano Angeli.
Ruotanti (insieme con le Intelligenze) in figura di nove velocissimi cerchi di fuoco intorno all'essenza divina, i m. angelici ne ricevono virtù attiva in misura inversamente proporzionale alla distanza che da quella li separa e ripartiscono poi tale virtù alle sfere celesti, cui sono preposti, attraverso il moto e la luce. Numericamente pari ai diversi moti dei cieli (cfr. Cv II V 16 a questi tre movimenti sono tre movitori, in cui si parla dei moti del cielo di Venere), effettuano la loro operazione con atto puramente intellettuale: V 18 Questi movitori muovono, solo intendendo, la circulazione in quello subietto propio che ciascuno muove (cfr. anche II 7, V 13 e 18, VI 1 e 10, XII 9, XV 1 [due volte]).