Mozambico
(XXIII, p. 992; App. II, ii, p. 368; III, ii, p. 176; IV, ii, p. 535; V, iii, p. 577)
Geografia umana ed economica
di Paolo Migliorini
Popolazione
Secondo una stima del 1998, la popolazione ammonta a 18.880.000 abitanti. Il tasso di crescita è molto sostenuto (26‰ annuo nel periodo 1990-98), malgrado il persistere di un'elevata mortalità; gli intensi movimenti emigratori che avevano caratterizzato il periodo della guerra civile hanno subito un'inversione di tendenza: progressivamente tutti i rifugiati nei paesi vicini sono rientrati in patria (1,5÷1,7 milioni di persone) e anche i 4÷5 milioni di sfollati hanno fatto ritorno ai luoghi di origine.
Condizioni economiche
L'economia del M. si sta risollevando faticosamente dalla crisi in cui era precipitata nel periodo della guerra civile, protrattasi per quindici anni. Il parziale ripristino delle infrastrutture e le riforme strutturali intraprese dopo il 1992 hanno determinato un apprezzabile aumento del PIL (+19,3% nel 1993, +5% nel 1994, +1,5% nel 1995, +6,4% nel 1996 e +7,9% nel 1997). Malgrado ciò il paese continua a detenere il triste primato (assieme al Ruanda) del più basso PIL pro capite del mondo.
L'agricoltura (comprese le attività di sfruttamento delle risorse forestali e della pesca) concorre a formare oltre un terzo del prodotto interno lordo, impiegando l'80% delle forze di lavoro. I principali prodotti sono il cotone (che nel 1997 ha contribuito per circa il 10% alle esportazioni), l'anacardio (6%), la canna da zucchero (5,5%) e la copra; seguono mais, banane, riso, tè, sisal e noci di cocco, nonché la cassava, che rappresenta tuttora il prodotto alimentare di base e che ha avuto nel 1996 un incremento produttivo del 31% rispetto all'anno precedente. La pesca è la principale attività rivolta all'esportazione (38,5% del valore totale delle merci esportate nel 1997).
Nel settore energetico e industriale il governo sta rilanciando ambiziosi piani di valorizzazione delle risorse naturali, e cerca di attirare investimenti nella regione costiera. Nel 1994 è stato avviato lo sfruttamento di un giacimento di gas naturale a Pande, nella provincia di Inhambane, le cui riserve sono stimate in 55 miliardi di m³. Un gasdotto in costruzione lungo 900 km dovrebbe convogliare la maggior parte del gas estratto verso il Sudafrica. Nel 1995 sono stati avviati i lavori per ripristinare il grande impianto idroelettrico di Cabora Bassa, sul fiume Zambesi, che forniva circa 13,5 miliardi di kWh all'anno, e per costruire linee di trasmissione allo scopo di esportare l'elettricità in Sudafrica e Zimbabwe. Accordi di forniture attraverso nuove linee sono stati firmati anche con Malawi e Swaziland. Il M. è interamente dipendente dalle importazioni per i suoi fabbisogni di petrolio. Le industrie manifatturiere si limitano per lo più alla produzione di alimenti, tessuti e vestiario, bevande e tabacco, nonché all'assemblaggio di autoveicoli, alla produzione di carta e cemento e alla chimica di base. Il settore ha conosciuto negli ultimi anni un discreto processo di privatizzazione, e oggi il solo comparto agroalimentare rappresenta il 51% del valore aggiunto industriale del paese.
L'indebitamento con l'estero resta assai elevato. Il governo si è impegnato, con il supporto della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale, a consolidare la ripresa economica e stimolare gli investimenti internazionali, varando appositi piani di sviluppo.
A partire dal 20 febbraio 2000, per oltre venti giorni, violentissime piogge hanno provocato grandi esondazioni e sommersione di vaste aree del paese. Secondo i primi calcoli, i morti ammonterebbero a molte migliaia e le persone rimaste senza tetto a oltre 250.000.
bibliografia
T. Young, M. Hall, Crisis and transformation in Mozambique, London 1992; L. Laudau, Rebuilding the Mozambique economy: assessment of a development partnership. Country assistance review, Washington (D.C.) 1998.
Storia
di Emma Ansovini
Divenuto indipendente nel 1975 - dopo una cruenta guerra di liberazione guidata dal movimento politico di ispirazione marxista-leninista FRELIMO (Frente de Libertação de Moçambique), che, forte di un ampio consenso popolare, conquistato il potere instaurò un regime a partito unico - il M. è stato travagliato da una lunga e sanguinosa guerra civile, iniziata nel 1977 e conclusasi solo nel 1992. Il M. indipendente era un paese con un'economia debole e in larga parte distrutta dalla guerra di indipendenza contro il Portogallo, pressoché privo di personale tecnico, con un tasso di analfabetismo di circa il 95%, ma soprattutto circondato da vicini - Rhodesia del Sud e Sudafrica - tanto potenti quanto ostili. Il FRELIMO, nell'affrontare una situazione così complessa, oscillò tra un pragmatismo dinamico, che soprattutto in politica estera lo sottrasse alla subalternità nei confronti dell'Unione Sovietica, e un accentuato ideologismo, che lo spinse a imporre senza mediazioni a una società così arretrata un modello economico-politico socialista. La RENAMO (Resistência Nacional Moçambicana), il gruppo militare antigovernativo fondato nel 1977 con l'appoggio dei regimi razzisti della Rhodesia del Sud e del Sudafrica, nonostante il pressoché inesistente radicamento iniziale e la brutalità e l'atrocità delle sue azioni, divenne nel corso degli anni il coagulo di tutte le forme di malcontento verso la politica di pianificazione e il centralismo del partito di governo.
L'applicazione rigida di una scelta antietnica e antitribale, insieme all'imposizione del modello economico socialista, avevano suscitato disorientamento e incomprensione, nonostante l'entusiasmo e l'impegno del FRELIMO. L'eliminazione del ruolo dei capi tradizionali, gli spostamenti di popolazione, la costituzione di unità di produzione, l'obbligo di permanenza nei propri villaggi e altre misure generarono un profondo malessere nel paese e fornirono alla RENAMO la base popolare di cui aveva bisogno. La fine della guerra civile lasciò un paese stremato: oltre un milione di morti, sei o sette milioni di espatriati e di sfollati, la distruzione di larga parte delle infrastrutture, un territorio disseminato di mine antiuomo, la guerra o la condizione di profugo come unica forma di esperienza per la parte più giovane della popolazione.
Dopo incertezze e rinvii legati alla lentezza delle operazioni di smobilitazione della RENAMO, le elezioni presidenziali e legislative si tennero dal 27 al 29 ottobre 1994 con sufficiente regolarità, sotto la supervisione dell'UNOMOZ (United Nations Operation in Mozambique), e registrarono la partecipazione di oltre l'80% degli aventi diritto al voto. J. Chissano, del FRELIMO, fu confermato presidente della Repubblica con il 53,3% dei voti, rispetto al 33,7% di M. Dhlakama, leader della RENAMO. Il FRELIMO si affermò nelle elezioni legislative come il primo partito con il 44% dei voti e 129 seggi, contro i 112 della RENAMO e i 9 dell'Unione democratica (una coalizione di partiti minori). Pur in presenza di una certa regionalizzazione del voto (FRELIMO nel Nord e nel Sud, RENAMO al centro), i due partiti maggiori non rivelarono né una caratterizzazione etnica né una dimensione localistica. La nuova amministrazione cercò soprattutto di risollevare le sorti dell'economia, comprimendo le spese per la difesa, avviando la privatizzazione di numerose compagnie statali e liberalizzando i prezzi di numerosi generi di prima necessità. Quest'ultimo provvedimento comportò un forte aumento del costo della vita e fu all'origine di una serie di violente manifestazioni di protesta, che nel corso del 1995 interessarono soprattutto la città di Maputo.
Le misure adottate dal governo, nonostante il persistere delle tensioni sociali, determinarono un notevole miglioramento dei principali indicatori macroeconomici dell'economia del paese. Su questa base il FMI (Fondo Monetario Internazionale) concesse al M. nel giugno 1996 un ingente prestito triennale; la commissione di coordinamento dei paesi donatori autorizzò nel maggio 1997 ulteriori crediti e il FMI nel giugno 1997 approvò un nuovo prestito. Più incerto si rivelò invece il processo di stabilizzazione della situazione politica. L'esito elettorale fu accettato, pur con marginali denunce di irregolarità, dai partiti di opposizione, che accolsero però con insoddisfazione la decisione del FRELIMO di sfruttare la sua maggioranza parlamentare per governare senza il loro sostegno, rifiutando l'ipotesi di un governo di unità nazionale. Questa insoddisfazione si accentuò quando il governo, cui era demandata dalla Costituzione la nomina dei governatori provinciali, decise di nominare governatori appartenenti al partito di maggioranza anche in quelle regioni dove la RENAMO era risultata, nel 1994, il primo partito. Anche per questa ragione, quando il governo decise di rinviare al 1997 le elezioni amministrative, già previste per il 1996, il tema dell'organizzazione territoriale dello Stato divenne un terreno di scontro tra le forze politiche. In contrasto con l'opposizione, il governo sosteneva che le elezioni si sarebbero potute svolgere solo nella parte di territorio in cui erano già stati definiti i confini delle nuove municipalità, limitando così la consultazione ad appena il 42% della popolazione. Svoltesi soltanto nel giugno 1998, dopo un ulteriore rinvio e con una scarsissima partecipazione al voto, esse furono boicottate dalle maggiori forze di opposizione. Queste contestarono anche i risultati delle elezioni presidenziali e legislative del dicembre 1999, che confermarono Chissano alla presidenza della Repubblica e registrarono la vittoria del FRELIMO (48,5% dei voti e 133 seggi contro il 38,8% e 117 seggi ottenuti dalla RENAMO).
Sul piano internazionale, la fine del regime segregazionista in Sudafrica e l'elezione alla presidenza della Repubblica di quel paese di N. Mandela mutò in senso positivo i rapporti tra i due Stati, mentre le tradizionali buone relazioni con la Gran Bretagna favorirono l'ammissione del M. nel Commonwealth.
bibliografia
R.B. Lloyd, Mozambique: the terror of war, the tension of peace, in Current history, 1995, 591, pp. 152-55; S. Chan, M. Venancio, War and peace in Mozambique, New York 1998.