Mozambico
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Geografia umana ed economica
di Anna Bordoni
Stato dell'Africa sud-orientale. All'ultimo rilevamento statistico del 1997 la popolazione era risultata pari a 16.099.246 abitanti. Nonostante l'elevato tasso di natalità (35,2‰ nel 2005), l'incremento naturale è contenuto a causa della diffusione dell'AIDS, mentre, per lo stesso motivo, le aspettative di vita per gli uomini sono tornate sotto i 40 anni.
La guerra civile che tra il 1977 e il 1992 ha causato circa un milione di morti aveva contribuito in modo determinante a relegare l'economia del M. fra quelle più povere e disagiate del mondo. Grazie agli aiuti internazionali, a partire dalla metà degli anni Novanta, il Paese ha avuto un forte rilancio produttivo: la crescita è stata particolarmente sensibile nei primi anni del sec. 21° (il PIL è salito in media di circa il 7% annuo) e ha permesso al reddito pro capite di raddoppiare rispetto a quello registrato alla fine del conflitto. La percentuale di popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà è scesa dal 69% del 1997 al 54% del 2004, e gli indicatori sulla qualità della vita hanno, sia pure lentamente, iniziato a mostrare sintomi di miglioramento. Il governo ha varato numerose riforme strutturali al fine di stimolare la produttività e attirare investitori privati nei settori suscettibili di crescita: agricoltura, industria manifatturiera, industria mineraria e turismo. Sono frutto di investimenti esteri la realizzazione di un gasdotto di 865 km che convoglia il gas naturale estratto nella provincia di Inhambane verso le industrie petrolchimiche sudafricane, e quella di una gigantesca fonderia di alluminio, aperta presso Maputo per lavorare la bauxite australiana sfruttando l'energia elettrica attinta alla diga di Cabora Bassa, sullo Zambesi, un impianto con oltre 1000 addetti che ha posto seri problemi ambientali. Inoltre, sono in via di completamento tre grandi infrastrutture di trasporto: il Maputo Corridor, tra Maputo e Johannesburg (Repubblica Sudafricana), il Beira Corridor, tra Beira e Harare (Zimbabwe), e l'asse Nacala-Lusaka (Zambia).
Storia
di Emma Ansovini
A circa quindici anni dalla fine della lunga e sanguinosa guerra civile (1977-1992), il M. appariva come un Paese caratterizzato da una sostenuta crescita economica e in cui, nonostante persistenti difficoltà a ricondurre all'interno di regole condivise divergenze e contrasti, si andava consolidando una reale dialettica democratica. I primi anni del 21° sec. avevano infatti visto proseguire la ricostruzione economica e migliorare larga parte degli indicatori di sviluppo, dall'aumento del tasso di scolarizzazione e delle vaccinazioni, alla diminuzione della mortalità materna e infantile e della percentuale di popolazione al di sotto della soglia di povertà. A trainare la crescita del PIL erano grandi progetti sostenuti da finanziamenti europei e sudafricani, l'esportazione di prodotti dell'industria agroalimentare, il turismo, il ripristino delle vie di comunicazione e dei porti, nonché la cancellazione del debito da parte di molti Paesi e organismi internazionali. La crescita si era inoltre consolidata nonostante tre anni consecutivi di alluvioni che, a partire dal 2000, avevano devastato parte del Paese provocando morti, danneggiando l'agricoltura e costringendo migliaia di persone a lasciare le proprie case. La situazione politica presentava profili di maggiore incertezza: pur nel sostanziale rafforzamento delle istituzioni, la dialettica democratica soffriva del monopolio del FRELIMO (Frente de Libertação de Moçambique) e della RENAMO (Resistência Nacional Moçambicana), che sembrava chiudere ogni spazio alle altre forze politiche. Il confronto tra i due partiti appariva aspro e conflittuale: la RENAMO, in particolare, aveva contestato i risultati delle elezioni presidenziali e legislative del 1999, giudicate corrette dagli osservatori internazionali. Minacciando di boicottare il Parlamento e manifestando intenzioni secessioniste, la RENAMO aveva ostacolato lungamente le riforme, anche quelle amministrative volte a un più ampio decentramento che, considerata la forte regionalizzazione del voto (FRELIMO al Nord e Sud, la RENAMO al Centro), le sarebbero state favorevoli. Per altro verso il FRELIMO, al potere dall'indipendenza, era stato coinvolto in episodi di corruzione e i suoi vertici erano lambiti dal sospetto nella vicenda dell'assassinio (2000) del giornalista indipendente C. Cardoso.
Le elezioni municipali del novembre 2003 videro la vittoria, inaspettata nell'ampiezza, del FRELIMO, che conquistò la maggioranza in 29 municipalità e 28 sindaci contro i 4 ottenuti dalla RENAMO. Quest'ultima, indebolita da una scissione con l'uscita dal partito di J. Domingos e la nascita di una nuova formazione, ma anche dal riproporre l'usurato schema di un boicottaggio annunciato seguito dalla partecipazione al voto, perse consensi anche nelle sue aree di tradizionale insediamento. Si manifestò inoltre in queste consultazioni una partecipazione al voto del 24,2 %, che segnava una netta inversione di tendenza rispetto al passato: le elezioni del 1994, le prime dopo la fine della guerra civile, avevano visto infatti un'affluenza di quasi il 90%, diminuita nelle successive tornate elettorali, ma attestatasi sempre vicino al 70%.
Nel novembre 2004 fu approvata una riforma costituzionale, dopo un lunga e faticosa negoziazione durata cinque anni che aveva coinvolto il partito di governo e quello di opposizione, ma anche molti gruppi espressione della società civile. Il nuovo testo limitava a due i mandati presidenziali e prevedeva assemblee elettive per le undici province del Paese. Nel dicembre dello stesso anno si svolsero le elezioni presidenziali che, nel rispetto del nuovo dettato costituzionale, non videro ricandidato J. Chissano. Presidente per diciotto anni, protagonista della lotta di liberazione, capo del governo di transizione dal settembre 1974 al giorno dalla proclamazione dell'indipendenza (25 giugno 1975), era succeduto nel 1986 a S. Machel, primo presidente del M., morto in un incidente aereo.
A.E. Guebuza, candidato del FRELIMO, con il 63,74% dei voti ottenne la presidenza della Repubblica, sconfiggendo A. Dhlakama, candidato della RENAMO. Le contemporanee consultazioni legislative assegnarono ancora una volta la vittoria al FRELIMO, che conquistò 160 seggi su 250. I restanti 90 (ne aveva 117) andarono alla RENAMO-UE, (la RENAMO con la coalizione di partiti denominata União Eleitoral). Le elezioni, oltre a ribadire il monopolio politico dei due maggiori partiti, confermarono anche la disaffezione al voto, registrando un'affluenza alle urne del 36,4%. Nel febbraio 2005, dopo l'insediamento del nuovo presidente, si formò un governo guidato da L. Diogo, già in passato ministro delle finanze. In politica estera il M., che manteneva ottimi rapporti con l'Unione Europea e in particolare con l'Italia, si era andato conquistando un ruolo rilevante come mediatore nei numerosi conflitti africani.
bibliografia
R. Morozzo della Rocca, Mozambico: una pace per l'Africa, Milano 2002.