MOZZI dei GARBO, Giulio Giuseppe
Nato a Firenze il 23 febbraio 1730, morto ivi il 16 aprile 1813 e sepolto in Santa Croce. Patrizio fiorentino, fu presidente dell'Accademia fiorentina (v. crusca, accademia della, XII, p. 52), riordinata dal granduca Leopoldo, e senatore. Soffrì in causa dei rivolgimenti politici del 1799; ma poi diventò ministro delle relazioni straniere del regno di Etruria (1801) sotto Ludovico I e poi sotto la reggenza di Maria Luisa; infine ancora presidente dell'Accademia fiorentina (1508) e accademico della Crusca.
Ingegno versatile, si fè conoscere mediocre poeta nell'Inno al Sole nell'Ode alla noia (Magazzino toscano d'istruzione e di piacere, t. III, pp. 474-477, Livorno 1756). La sua fama è dovuta a un'operetta: Discorso matematico sopra il rotamento momentaneo dei corpi (Napoli 1763) passata quasi inosservata, in cui il M. per il primo scoprì e dimostrò il fondamentale teorema che il moto istantaneo di ogni sistema rigido è un moto elicoidale; cioè di traslazione e di rotazione intorno a uno stesso asse, dal M. chiamato asse spontaneo di rotazione (v. cinematica, n. 26). L'opera è anche notevole perché in essa si affacciano per la prima volta il concetto di coppia e alcune sue proprietà; perché vi si effettua la riduzione di un sistema di forze a due forze fra loro ortogonali e perché vi si risolvono interessanti problemi sulle forze di percossa, due anni prima della pubblicazione della celebre Theoria motus corporum solidorum seu rigidorum di Euler (1765).
Bibl.: R. Marcolongo, in Boll. di bibl. e storia delle scienze mat., VIII (1905), pp. 1-8; IX (1906), pp. 1-12.