MOZZO (dallo sp. mozo "garzone"; fr. mousse; ted. Schiffsjunge; ingl. boy)
Nelle marine medievali, sulle galere, si chiamava "mozzo dell'aguzzino" colui che aiutava l'aguzzino a sorvegliare e a tenere in freno la ciurma; ed egli stesso era uomo da remo, "buonavoglia" (cioè libero) ovvero anche forzato di particolare fiducia: era cioè tra i remiganti quello al quale si affidavano faccende minute e di poco conto, come in altri ambienti per analoghi modestissimi uffici v'erano i mozzi di stalla, i mozzi di corte, ecc. In seguito, quando a bordo non vi furono più forzati e aguzzini, nelle marine veliere, sia da guerra sia da traffico, per mozzo (μεσοναῦτης, mesonauta delle marine greche e romane) s'intese il ragazzo dai sette ai quindici anni che, intraprendendo la carriera del mare in servizio di coperta, aveva a bordo mansioni di manovra adatte alla sua età e quindi alla sua maggiore agilità e sveltezza, tali da renderlo gradualmente provetto nel suo mestiere, e che inoltre accudiva a umili incarichi di pulizia, di lavaggi, di lustratura di metalli, d'approntamenti di mezzi e di oggetti occorrenti alla navigazione. I mozzi divennero in genere ottimi elementi per la marina da guerra.
Anche ora "mozzo" su qualsiasi nave è il ragazzo che ha le predette mansioni, sempre però in servizio di coperta e non di macchina. Ma il numero dei mozzi sulle navi a vapore si è assottigliato sempre più, essendosi molto ridotti gl'incarichi che possono essere loro affidati.