IBN ISḤĀQ, Muḥammad
Raccoglitore di ḥadīth (v.) o tradizioni canoniche musulmane e famoso storico, nato (a quanto sembra) a Medina, ove visse a lungo, per poi trasferirsi nell'‛Irāq; morì a Baghdād nel 151 èg. (768 d. C.).
Oltre a una perduta storia dei primi quattro califfi compose un'opera che potrebbe chiamarsi la storia sacra dei musulmani e che constava di due parti: 1. la storia del vecchio e Nuovo Testamento dalla creazione a Gesù Cristo incluso, con aggiunta degli altri fatti storici o leggendarî preislamici ai quali è fatto cenno (o si suppone esser fatto cenno) nel Corano; di essa possediamo larghissimi estratti in autori posteriori; 2. la preziosa biografia di Maometto, che, nella recensione fattane dal suo discepolo al-Bakkā‛ī e poi curata dall'egiziano ‛Abd al-Malik ibn Hishām (morto nel 218 èg., 833 d. C.), fu edita da F. Wüstenfeld (Gottinga 1858-1860, voll. 3; ristampa anastatica verso il 1900) e tradotta in tedesco da G. Weil (Stoccarda 1864, voll. 2).
Bibl.: G. Levi Della Vida, art. Sīra, in Encycl. de l'Islām, ed. franc., IV (Leida 1927), p. 461; J. Fück, M. ibn Ishâq, Francoforte sul M. 1925.