Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Con Umayl viene riproposta una visione dell’alchimia all’interno di una cornice allegorica e mistica nella quale il motivo portante, dal quale dipende la generazione e la corruzione di tutte le sostanze naturali, è quello delle nozze del sole e della luna, un tema, questo, che godrà un notevole successo nell’alchimia europea del XIV e XV secolo.
Ibn Umayl
Sul matrimonio Sole Luna
Disse per prima la luna al sole: “Ti sono necessaria come al gallo è necessaria la gallina e ho bisogno della tua operazione, o sole, incessantemente, perché tu sei di perfetti costumi, padre degli astri, altissima luce grande signore. Io, luna crescente fredda e umida; tu, sole caldo e secco: ma quando poi ci saremo congiunti, potremo permanere in quella temperanza, in cui non c’è altro che il lieve che tiene in sé il pesante, là saremo chiamati e là staremo, come moglie e marito: è verità quanto ti dico”.
in Alchimia, a cura di M. Pereira, Milano, Mondadori, 2006
Una figura importante della tradizione alchemica araba è quella di Muhammad ibn Umayl noto per la sua opera Risalat al-shams wa-l-holal (“Lettera del Sole alla Luna crescente”) e per un commento a essa, Kitab al-ma al-waraqi wa-l-ard al-naimiyya (“Libro dell’acqua d’argento e della terra stellata”), in seguito tradotti in latino col titolo Epistola solis ad lunam crescentem e Tabula chemica.
Le opere di Umayl inquadrano l’alchimia all’interno di una cornice allegorica e acquistano un’importanza rilevante sul piano storico. Esse contengono infatti numerose citazioni di autori più antichi, dalle quali si ricavano indicazioni significative sul grado di penetrazione dei temi ermetici di origine greco-bizantina nell’alchimia araba. L’opera di Umayl ruota intorno al motivo allegorico-mistico delle nozze del Sole con la Luna, un argomento che troverà un notevole riscontro nell’alchimia latina del XIV e XV secolo, dove si afferma come dottrina della coniunctio oppositorum (“congiunzione degli opposti”). Secondo tale concezione la generazione delle sostanze dipende dall’unione modulare di due principi contrapposti, come ad esempio uomo-donna, caldo-freddo ecc.
L’introduzione del Risalat presenta il processo di trasmutazione metallica come un’allegoria nella quale le operazioni per la produzione della pietra filosofale sono illustrate in maniera simbolica ed ermetica. Umayl racconta di essersi recato per due volte in Egitto per visitare un antico tempio all’interno del quale aveva osservato un disegno impresso nella volta di una galleria, nella quale erano rappresentate nove aquile in assetto di volo ognuna delle quali teneva tra gli artigli un arco teso armato di freccia. Nella galleria c’erano uomini di rara bellezza vestiti con colori sgargianti il più anziano dei quali era seduto e teneva in collo una tavola di pietra aperta come un libro sulla quale era impressa una complessa scena allegorica che rappresentava in maniera simbolica una visione avuta in sogno di tutte le operazioni per ottenere la pietra filosofale (fissazione, sublimazione, coagulazione ecc.). Nella tavola sono rappresentati gli elementi chimici dai quali ha inizio il processo per la realizzazione della pietra filosofale (rame, argento, zolfo, magnesia ecc.) e, nella parte centrale, sono disegnati due uccelli, uno in alto e uno in basso (questo ha le ali mozzate), i quali, uniti per il petto, si tengono per la coda in modo da dare l’idea di un circolo. Questa immagine rappresenta il simbolo ermetico del “due in uno” a partire dal quale viene sviluppata la dottrina della congiunzione degli opposti, la quale è ripetuta nella stessa tavola anche con altre simbologie. Sulla base dello schema simbolico descritto nell’introduzione, Umayl compone un poema di 448 emistichi e un commento in prosa per spiegare l’immagine osservata nella grotta.