mujahidin (propr. in ar. al-mujahidun)
(propr. in ar. al-mujahidun) Combattenti del nel senso di guerra contro i nemici di Dio, ma anche semplicemente, nel mondo arabo, combattenti per la propria patria. Si definiscono così i membri della guerriglia islamica radicale attivi in molti conflitti contemporanei, soprattutto nell’Asia centrale e nel Sud-Est asiatico. Il termine divenne noto nel corso della , durante la quale (1979-89) i m., sostenuti in vari modi da Stati Uniti, Pakistan e Arabia Saudita, contrastarono l’intervento militare sovietico a sostegno del governo progressista afghano. Tra i vari gruppi di m., che giunsero ad avere circa 4000 basi in Afghanistan, si distinse quello finanziato e organizzato da O. Bin Laden, il quale nel 1988 diede vita al gruppo di . Alla fine della guerra, i m. si divisero in due componenti, l’Alleanza del Nord e i , tra i quali ebbe inizio un’aspra guerra civile. Di m. si parla anche a proposito dei guerriglieri, sunniti e sciiti, attivatisi in Iraq a partire dal 2003 contro l’occupazione delle truppe statunitensi. Infine M. del popolo iraniano sono detti i membri del Partito dei m. iraniani, fondato nel 1965, tra le forze più attive nella lotta contro il regime teocratico instaurato da Khomeini in Iran nel 1979; sempre in Iran, l’Organizzazione dei m. della rivoluzione islamica è invece una formazione politica di orientamento riformista.