MULLIGAN, Gerald Joseph, detto Gerry
Sassofonista baritono, arrangiatore e pianista statunitense di jazz, nato a New York il 6 aprile 1927. Compiuti gli studi musicali a Filadelfia, lavorò come arrangiatore per le orchestre di E. Lawrence, G. Krupa (per cui compose Disc jockey jump) e C. Thornhill. Tra il 1948 e il 1950 collaborò con M. Davis e G. Evans alla realizzazione di Birth of the cool, uno dei manifesti del cool jazz, firmando tre celebri brani (Jeru, Rocker e Venus de Milo) e arrangiandone un quarto (Godchild).
Del 1951 è Mulligan plays Mulligan, il suo primo disco da leader, realizzato con un complesso di cui facevano parte, tra gli altri, il tenorsassofonista A. Eager e il pianista G. Wallington. Nel 1952 si trasferì a Los Angeles, dove scrisse alcuni arrangiamenti per S. Kenton (notevole Young blood) e fondò un originale quartetto senza pianoforte (il pianoless quartet) con Chet Baker trombettista, Bob Whitlock bassista e Chico Hamilton batterista, e con cui incise per la Pacific Jazz, ottenendo un immediato successo in tutto il mondo. Il suono malinconico della tromba di Baker, originale rivisitazione in chiave moderna dello stile di Beiderbecke, si fondeva mirabilmente con il timbro terso, privo di vibrato del sassofono di M., entrambi sostenuti da una ritmica swingante e leggera: ne risultò una musica raffinata, ironica ed essenziale, fondata su effetti contrappuntistici.
Tra i brani incisi dal pianoless quartet di M. ricordiamo Bernie's tune, Lullaby of the leaves, Line for Lyons, Bark for Barksdale, Nights at the turntable, Walkin' shoes, Soft shoe, Makin' whoopee, Jeru, Swing house e Varsity drag.
Dopo vari mutamenti di organico, M. registrò dischi con P. Desmond, B. Webster, J. Hodges, S. Getz e T. Monk. Nel 1960 costituì la Concert Jazz Band, di 13 elementi, che restò attiva fino al 1964, proponendo il jazz orchestrale più raffinato degli anni Sessanta. In seguito ha collaborato con B. Holman (1965), S. Kenton (1966), D. Brubeck (1968), A. Piazzolla (1974), C. Mingus (1975) e L. Hampton (1977). Tra i dischi migliori di questo periodo ricordiamo The age of steam (1971) e soprattutto, con Baker nuovamente al suo fianco, Carnegie Hall Concert (1974), di cui si segnala lo struggente Song for Strayhorn. Dopo le tournées degli anni Settanta con big bands da lui costituite, nei primi anni Ottanta M. si dedica a New York a registrazioni che contemplano esperimenti di vario tipo (con una big band di 20 elementi nel 1980, con strumenti elettronici nel 1982-83). Nel 1986 forma un nuovo quintetto con Scott Hamilton e Grady Tate; progetta inoltre un ritorno al pianoless quartet. Del 1992 è Re-birth of the cool, una riproposizione dei brani degli anni Cinquanta, eseguiti con alcuni protagonisti di allora.
M. ha partecipato ai film Jazz on a summer day (Jazz in un giorno d'estate) di B. Stern (1959), I want to live (Non voglio morire) di R. Wise (1959), The subterraneans (La nostra vita comincia di notte) di R. McDougall (1960) e Bells are ringing (Susanna agenzia squillo) di V. Minnelli (1961).
Bibl.: A. Morgan, R. Horricks, G. Mulligan, Londra 1958; M. James, Ten modern jazzmen: an appraisal of the recorded work, ivi 1960; A. Polillo, Jazz - La vicenda e i protagonisti della musica afro-americana, Milano 1975; L. Feather, G. Mulligan, in AA. VV., I grandi del jazz, ivi 19792; J. Goldberg, Jazz masters of the 50's, New York 19832; R. Horricks, G. Mulligan's ark (con una discografia a cura di T. Middleton), Londra 1986.